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sabato 4 maggio 2024
 
 
 
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Notizie importanti

Nel corso di un simposio internazionale tenutosi venerdì a Seul, capitale della Repubblica di Corea, sono state evidenziate le molteplici dimensioni di sviluppo del piano d'autonomia presentato dal Marocco per risolvere la controversia artificiale creata attorno all’integrità territoriale del Regno.


In occasione di questo incontro, al quale hanno partecipato ambasciatori di diversi Paesi, ricercatori e rappresentanti di noti think tank coreani, l’accento è stato posto sul piano marocchino quale modello di successo e la cui preminenza è consacrata nelle successive risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Una preminenza che si rafforza costantemente sul piano politico e diplomatico grazie a un’ampia adesione internazionale.

Il simposio, intitolato "Autonomia come ponte di sviluppo, un approccio comparativo", ha permesso di gettare luce sul piano marocchino di autonomia e autonomia nella provincia sudcoreana di Jeju, in quanto modelli edificanti che permettono a queste due regioni, una in Asia e l’altra in Africa, di accedere a notevoli livelli di sviluppo consolidando nel contempo la pace e la stabilità regionali.

L’incontro è stato anche l’occasione per mettere in guardia contro i rischi insondabili del separatismo e della balcanizzazione quali fattori che fanno da letto al caos e alla sedizione e che si iscrivono al contrario delle aspirazioni legittime delle popolazioni, ovunque esse siano al mondo, allo sviluppo e al progresso.

Durante il simposio, l’ambasciatore del Marocco nella Repubblica di Corea, Chafik Rachadi, ha ricordato i legami della Beia che esistono da sempre tra i sovrani marocchini e le tribù saharawi.

Ha sottolineato che il piano di autonomia marocchino, presentato nel 2007, si è imposto non solo come base per la pace, ma anche come rampa di lancio che ha posizionato le province del sud del Regno su un percorso virtuoso di sviluppo in tutti i settori.

Grazie a questo piano, le province del sud si sono trasformate in un vero e proprio hub economico e in uno spazio di cooperazione e di stabilità geopolitica e di prosperità condivisa, ha detto Rachadi, rilevando che il livello di sviluppo raggiunto dalle province del sud rafforza l'attrattiva della regione agli occhi degli investitori nazionali e internazionali.

Sul piano politico, queste province registrano il più alto tasso di partecipazione alle varie consultazioni elettorali organizzate nel Regno, come rilevato dagli osservatori internazionali che seguono le elezioni in Marocco, ha fatto notare il diplomatico.

Dal canto suo, il dottor Kwaak Young Hoon, presidente dell’Associazione delle Nazioni Unite nella Repubblica di Corea, ha passato al vaglio i principi dell’autonomia e dell’autodeterminazione.

Sin dall'inizio ha voluto sottolineare che l'esperienza ha dimostrato che le opzioni referendarie "non sono più prioritarie" in questo settore "a causa delle loro conseguenze politiche e di sicurezza nefaste per le popolazioni interessate, contrariamente alle soluzioni politiche negoziate che hanno un impatto positivo sull'integrazione e la stabilità nazionali e regionali".

Il dott. Kwaak ha anche sottolineato l’autonomia "come meccanismo per proteggere la sovranità degli Stati". "Diversi fattori geopolitici che hanno caratterizzato le relazioni internazionali dopo la fine della guerra fredda hanno spinto l'opzione dell'autonomia alla guida dei meccanismi democratici per la soluzione dei conflitti, rispettando l'integrità territoriale e la sovranità degli Stati, tanto più che tale opzione comprende il concetto di autodeterminazione".

Ha poi messo in guardia dalle conseguenze dell’"autodeterminazione esterna", che potrebbe, ha detto, "gettare il mondo in situazioni complicate, senza dimenticare l’incapacità delle entità nate da questi modelli di garantire un livello soddisfacente di benessere per le popolazioni".

"La saggezza della comunità internazionale è che il diritto all'autodeterminazione non deve essere frainteso, in modo da minare l'integrità territoriale degli Stati, che rimane un principio fondamentale se non il principio fondatore del diritto internazionale", ha insistito.

Yoowon Kim, ricercatrice presso l’Istituto di Studi Africani di Seul, ha sottolineato che il separatismo "rappresenta una grave minaccia per la stabilità e la sicurezza dei paesi e per le loro prospettive di sviluppo".

La ricercatrice ha osservato che il separatismo porta a disordini sociali e terrorismo e che "prospera, nella maggior parte dei casi, grazie al supporto esterno".

"Per motivare i sostenitori e mobilitare risorse finanziarie, i separatisti fanno sempre ricorso al sostegno esterno", ha detto Kim, sottolineando che l'autonomia resta la strategia più appropriata per servire la pace e la stabilità.

Da parte sua, Abdellah Achach, studioso di diritto internazionale, ha ripercorso i vari elementi distintivi del piano marocchino d'autonomia, così come i fondamenti che hanno fatto sì che tale piano godesse di un così ampio sostegno da parte della comunità internazionale.

Egli ha posto l'accento sulle diverse opportunità economiche che offrono attualmente il Sahara marocchino, osservando che gli sforzi messi in atto, sotto la spinta di Small Mohammed VI, per promuovere uno sviluppo a tutti i livelli sull'insieme del territorio nazionale, tra cui le province del sud, posiziona questa parte del Regno come passerella in particolare tra il Marocco e l'Europa attraverso l'Oceano Atlantico, e il Marocco e l'Africa subsahariana.


-Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-

 

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