In un articolo pubblicato in occasione della celebrazione del 60° anniversario delle relazioni diplomatiche tra il Marocco e il Canada, sotto il titolo "dell'esperienza marocchina", questo fine conoscitore dell'Africa rileva che il piano d'autonomia si distingue in particolare per la sua solidità e credibilità.
Indica inoltre che il Marocco è una "vecchia civiltà che è molto orgogliosa di se stessa, molto orgogliosa di ciò che è diventata e, a ragione, tanto le bellezze che la distinguono sono raffinate, autentiche, uniche", rilevando che "queste splendide opere, queste calligrafie sono portate da mani che pianotano anche sui computer di generazioni future".
"Un passato onnipresente; un futuro che è anche onnipresente. Questa coabitazione degli antipodi nel tempo lungo costituisce la firma del Regno", stima l'ex redattore capo del giornale canadese Le Devoir, aggiungendo che "se il paese è molto XXI secolo con il suo porto ultra moderno di Tangeri, la sua centrale solare di Ouarzazate, il suo TGV, l'ambizione mondiale di Casablanca, non ha rotto con i suoi vecchi attaccamenti ai modi di credere, di sperare e di essere che lo collegano ai suoi passati più antichi".
Parlando di un’altra specificità del Marocco, il giornalista cita la democrazia, indicando che nel Regno "si lascia che gli eletti facciano il loro mandato e ci si fida del giudizio dei cittadini".
"La condizione delle donne, ma anche il progressivo sviluppo delle politiche sociali, ne sono un chiaro esempio. Qui, nessuna contorsione delle norme. In Marocco non si strappano le costituzioni. Sono soggetti a referendum. Li rispettiamo e li attuiamo", fa osservare l'autore dell'articolo, che ricorda anche l'istituzione da parte di Suo Maestà il Re Mohammed VI dell'istanza Equità e Riconciliazione.
Inoltre, Roy sottolinea la "formidabile espansione" del Marocco, delle sue istituzioni bancarie, finanziarie e borsistiche, delle sue società di assicurazione, di comunicazione, di trasporto, di fosfati, delle sue grandi scuole e università nel continente africano, aggiungendo che si tratta di "un'altra illustrazione della parola data, della parola tenuta".
"Certo, i legami del Marocco con l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America sono importanti, così come lo è la sua relazione, recentemente arricchita, con la Cina. Ma il Regno ha scelto il suo continente ed è diventato una potenza africana", fa notare questo esperto consulente per l'Africa, rilevando che questa politica pone il Marocco al primo posto tra gli attori di un continente il cui mercato conoscerà una formidabile espansione nel prossimo quarto di secolo, di un continente che ospiterà una delle due o tre più importanti comunità di internauti con l'India e la Cina.
L’ex direttore generale della Biblioteca e dell’Archivio nazionale del Quebec ritiene che l’iniziativa canadese annunciata per il prossimo futuro dovrebbe lasciare un posto significativo al Marocco per tutti i motivi sopra esposti.
A questo proposito, egli fa riferimento al sostegno alla proposta marocchina d'autonomia per il Sahara, all’accordo di libero scambio tra Marocco e Canada e, più strategicamente, a un’intesa di cooperazione per interventi congiunti sul più grande cantiere del secolo, il cantiere africano.
-Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-