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giovedì 28 marzo 2024
 
 
 
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Il Polisario, che ha installato le sue basi nel sud dell'Algeria, ricorre sistematicamente all'utilizzo dei minori di 18 anni come "bambini soldato che addestra, che riveste uniformi militari e che dota di armi letali" per incorporarli poi alla sua milizia armata o per utilizzarli in azioni di propaganda come il cosiddetto programma "vacanze in pace".


Questa è la conclusione principale emersa dai partecipanti al "Congresso internazionale di psicologia sociale", tenutosi dal 5 all’8 ottobre a Buenos Aires.

In occasione di una conferenza programmata nell'ambito del congresso dal tema "Il problema dei bambini soldato: una sfida per il diritto umanitario della guerra", l'esperto di relazioni internazionali Adalberto Agozino, ha sottolineato che da anni diverse organizzazioni umanitarie internazionali e giornalisti indipendenti denunciano, con foto e video a sostegno, la presenza di bambini soldato nelle file del Polisario, "di fronte a una totale indifferenza delle autorità dell'ONU ed europee".

Il reclutamento dei bambini da parte del Polisario cominciò all'età di dieci anni, con una "formazione militare". Per alcuni, sono poi separati dalle loro famiglie e inviati a Cuba o in altre città algerine per anni, al fine di ricevere una formazione militare e un indottrinamento politico, ha aggiunto il relatore.

Alcuni di questi bambini rimasero lontani dalle loro famiglie e dalla loro comunità per decenni, in particolare a Cuba, poi un giorno i dirigenti del Polisario decisero che dovevano rientrare nei campi di Tinduf.

Lo shock è talmente forte che questi giovani scoprono di non appartenere ad alcun paese, dopo aver dimenticato la loro lingua madre e la loro religione, prosegue Agozino.

Il relatore denuncia in questo contesto "l'impunità internazionale di cui godono i dirigenti del Polisario e il governo algerino" a tal punto che si sono autorizzati la presenza di un bambino soldato tra la delegazione che ha accompagnato, nel gennaio 2022, l'inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite, Steffan de Mistura, durante la sua prima visita nei campi di Tinduf.

Secondo il relatore argentino "l'uso di bambini soldato per tentare di risolvere i conflitti è il più estremo sfruttamento dei bambini", perché queste "vittime non solo perdono l'infanzia (e talvolta la vita), ma portano cicatrici fisiche e psicologiche lungo tutto l'arco della vita".

In una dichiarazione rilasciata all'emittente marocchina M24, Agozino ha salutato lo svolgimento di questo "Congresso internazionale di psicologia sociale" presso l'Università argentina "John F. Kennedy" che ha aperto la strada a un dibattito con esperti internazionali sul problema dei bambini soldato, e in particolare sul caso dei bambini soldato del Polisario.

Parlando del programma di propaganda "Vacanze in pace" organizzato in Spagna e delle sue conseguenze psicosociali sui bambini, l'esperto argentino ha sottolineato la politica sistematica del Polisario di separare alcuni bambini dalle loro famiglie e di mandarli a Cuba per una formazione militare e un indottrinamento politico".

Per lui, si tratta di uno "dei crimini umanitari più aberranti, perché colpisce bambini indifesi e famiglie impotenti, perché se rifiutano di partecipare alle attività di propaganda del Polisario subiscono rappresaglie di ogni tipo, compreso l'accesso a cibo adeguato e ad altri prodotti di prima necessità, medicine, ecc..."

Queste pratiche costituiscono una flagrante violazione dei diritti umani, ha spiegato Agozino che evoca in questo contesto un insieme di regole internazionali che vietano non solo il reclutamento di bambini soldato, ma anche altre forme di sfruttamento dei bambini nei conflitti armati.

Interrogato sulla possibilità di vedere un giorno il Polisario e il suo mentore l'Algeria portati davanti alla giustizia internazionale a causa di queste violazioni dei diritti dei bambini, l'esperto argentino è stato categorico: "Sì, certo, non solo è possibile, ma è dovere. La procedura dovrebbe essere applicata specificamente a coloro che hanno responsabilità militari in seno al Polisario, poiché sono loro a essere responsabili del reclutamento dei bambini soldato".

In precedenza, il Primo Ministro Agozino aveva fatto un cenno storico al conflitto del Sahara e alle condizioni disumane in cui vivono i bambini nei campi di Tinduf sotto un regime totalitario e senza alcun raggio di speranza di fuga.

Oltre alla problematica dei bambini soldato, il congresso di Buenos Aires ha affrontato altre tematiche relative in particolare all'impatto psicologico della pandemia di Covid 19, al "trauma libanese" e alle sfide di controllo nel contesto del lavoro, tra gli altri.





-Notizia alla questione del Sahara occidentale/Corcas-

 

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