Omar Zniber ha interpellato in tal senso l'UNHCR sulla piena responsabilità dell'Algeria nella persistenza delle sofferenze della popolazione dei campi, denunciando la devoluzione da parte delle autorità di questo paese dei loro poteri a Tinduf a vantaggio di un gruppo separatista armato.
Ha inoltre puntato la testardaggine dell’Algeria nel rifiutare la registrazione e il censimento della popolazione dei campi, in violazione delle regole e dei principi del diritto internazionale.
"La realtà delle popolazioni nei campi di Tinduf contraddice i principi stabiliti per proteggere questa categoria, poiché vi sono vittime di persecuzioni e di maltrattamenti", ha osservato l'ambasciatore, notando che la devoluzione delle prerogative di gestione di questi campi agli elementi militari separatisti, che controllano questi campi, "aggrava l'isolamento della popolazione, impedendole così di ritornare volontariamente nel suo paese d'origine".
Ha poi sottolineato che "la situazione nei campi di Tinduf è preoccupante, soprattutto per quanto riguarda l'isolamento della popolazione, la dipendenza dagli aiuti, l'arruolamento dei bambini nelle milizie armate e la mancanza di sorveglianza dei diritti dell'uomo sul terreno".
"Quanto al numero di abitanti dei campi, non è che un fondo di commercio per il regime algerino, che utilizza il loro calvario come un alibi per prolungare la controversia sul Sahara e come una carta per sollecitare l'aiuto internazionale", ha sottolineato.
Per quanto riguarda i dati falsi presentati dal regime algerino, essi mirano unicamente a gonfiare il numero delle popolazioni dei campi per continuare a deviare gli aiuti verso il mercato nero, come confermato dalla relazione dell'Ufficio antifrode dell'Unione europea e da altre relazioni internazionali pertinenti, ha aggiunto l'ambasciatore.
- Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-