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sabato 20 aprile 2024
 
 
 
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Notizie importanti

Il regime algerino è l'unico responsabile della persistenza delle sofferenze della popolazione dei campi di Tinduf, impedendo il loro ritorno volontario alla madre patria e ostinandosi a rifiutare il loro censimento da oltre 40 anni.


Lunedì, l’ambasciatore Omar Zniber, rappresentante permanente del Marocco a Ginevra, ha sottolineato che ciò avviene con pretesti fallaci e inaccettabili dal punto di vista del diritto internazionale umanitario.

Reagendo alle dichiarazioni del rappresentante dell'Algeria che cercava di sviare a fini politici un dibattito in occasione dell'81a riunione del comitato permanente dell'Alto Commissariato per i rifugiati (ACNUR), Zniber ha denunciato il blocco imposto dal regime algerino ai sequestri dei campi di Tindouf in condizioni disumane e degradanti, che si sono ulteriormente deteriorati nel contesto della pandemia di Cooper vid-19.

In questo senso, l’ambasciatore ha sottolineato la piena responsabilità del regime algerino per l’appropriazione indebita degli aiuti umanitari destinati agli abitanti dei campi di Tindouf, le cui sofferenze sono sfruttate da decenni come fondi di commercio.

Si è inoltre espresso contro le molteplici violazioni dei diritti umani in questi campi e contro gli abusi più terribili commessi contro gruppi vulnerabili come le donne, oltre all’arruolamento dei bambini nei conflitti armati e negli atti di violenza.

Zniber ha inoltre criticato la devoluzione da parte dell'Algeria dei suoi poteri al gruppo armato del Polisario nei campi di Tindouf, il che costituisce una situazione eccezionale senza precedenti nel diritto internazionale. Ha inoltre richiamato l’attenzione sulla militarizzazione dei campi di Tindouf in violazione dei principi del diritto internazionale.

Dopo aver ricordato le manovre dell’Algeria per ostacolare gli sforzi politici e umanitari in merito alla controversia artificiale sul Sahara marocchino, Zniber ha sottolineato che il regime algerino, che manca di legittimità sul piano interno, come dimostra la recente farsa elettorale, cerca, attraverso il dossier del Sahara, di distogliere l’attenzione dalle sue crisi interne, ignorando nel contempo le rivendicazioni democratiche e legittime del popolo algerino per una vita degna.

Zniber si è inoltre soffermato sullo sviluppo socioeconomico delle province meridionali del Regno, grazie a cospicui investimenti che hanno permesso di erigere la regione a locomotiva di sviluppo per l’Africa subsahariana e ha incoraggiato numerosi paesi a investire e ad aprire più di 20 rappresentanze diplomatiche, rafforzando l’impulso delle successive riconoscenze del Marocco.

D'altra parte, ha sottolineato che il regime algerino, in quanto parte del conflitto del Sahara, "resta prigioniero della dottrina della guerra fredda e di strette illusioni geopolitiche, contrarie agli interessi comuni dei popoli della regione e alle loro aspirazioni all'unità e allo sviluppo".

In occasione di questa riunione, Zniber ha ribadito l'impegno del Marocco, attore pioniere dell'azione umanitaria internazionale, sotto la guida di Sant's, Re Mohammed VI, a proseguire il suo contributo agli sforzi collettivi di solidarietà e di cooperazione a favore dei rifugiati, degli sfollati e delle popolazioni vulnerabili.

In questo senso ha ricordato le grandi azioni intraprese dal Marocco a beneficio di molti paesi attraverso ponti aerei umanitari reali e lo spiegamento di ospedali di campagna per far fronte alle varie crisi umanitarie e alle emergenze mondiali e per alleviare le sofferenze degli sfollati.




- Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-

 

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