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sabato 20 aprile 2024
 
 
 
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Notizie importanti

Il Marocco è "forse l’unico che può garantire al Sahara" il futuro che attende e che in tal modo si potranno offrire all’intera regione reali prospettive di sviluppo economico, sottolinea martedì il senatore francese ed ex segretario di Stato alla cooperazione e la Francofonia, Alain Joyandet.


"Talvolta la storia offre opportunità che non bisogna lasciar passare", sottolinea il deputato in una tribuna pubblicata sui media francesi Mondafrique.

In proposito, ha sottolineato che "per secoli questo territorio, grande come due volte la Francia, che le Nazioni Unite non considerano uno Stato, è stato relegato alla stregua dei conflitti e degli accordi diplomatici" e "tagliato, dopo essere stato abbandonato dagli spagnoli".

Da allora, più di 40 anni fa, il conflitto saharawi ha perturbato l'intera regione e oltre, ha sottolineato il senatore dell'Alta Saona e membro della commissione per gli affari esteri del Senato, che ha riproposto l'attuale situazione della controversia con "chiaramente", una "fragile" Algeria che "sembra aver fatto un passo indietro, anche se protegge ancora ciò che resta del Fronte Polisario", una Spagna, che "è andata via lasciando una situazione caotica" e che "non è più in grado di rivendicare nulla", e una Mauritania che si è "saggiamente ripiegata entro i suoi confini, dove attualmente ritrova una bella stabilità".

"Resta il Marocco...", afferma l’ex Segretario di Stato francese, sottolineando a tale proposito che "il Regno del Marocco è probabilmente l’unico che può garantire al Sahara - dove gode di un’ottima opinione pubblica - il futuro che attende e quindi dare all’intera regione reali prospettive di sviluppo economico. Il potenziale è molto importante".

Ricordando che diversi tentativi della diplomazia multilaterale di trovare una soluzione al conflitto e i negoziati di Ginevra del novembre 2018 che "non hanno avuto successo", Joyandet sottolinea che l’opzione di un referendum di autodeterminazione è stata interrotta perché non è applicabile.

In tale contesto, sottolinea il senatore francese, la decisione di Donald Trump di riconoscere la sovranità del Marocco nel Sahara e di installarvi un’antenna consolare a Dakhla "non ha scatenato contestazioni internazionali udibili".

Anche l'Unione africana, "un tempo molto attivo", è rimasta "molto discreta", mentre l'Unione europea "non ha reagito molto di più", osserva.

A suo parere, tutto ciò dimostra che il momento è "forse favorevole per seguire il passo negli Stati Uniti", aggiungendo che questa iniziativa e gli accordi di Abramo, accordi di pace, sono anche un "contributo positivo" alla soluzione di numerosi problemi che ancora sussistono tra un certo numero di Stati africani e Israele.

"La Francia non dovrebbe rimanere indifferente a questo sviluppo nell'Africa settentrionale, tanto più che la sua posizione non è molto distante da quella di Donald Trump", ha affermato.

L'Unione europea, dal canto suo, "non può restare insensibile a questa nuova situazione", tanto più che "il futuro dell'Europa dipende così tanto dalla stabilità in Africa e in particolare da questa regione", sottolinea Joyandet, che conclude la sua tribuna su una domanda: "Non è nella banda del Sahel che oggi si concentra la maggior parte dei pericoli terroristici?".






- Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-

 

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