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lunedì 29 aprile 2024
 
 
 
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Notizie importanti

Il ritorno in Marocco di un centinaio di Sahariani, che ha partecipato in dicembre scorso al congresso di Gjijimat vicino a Tifariti, è la conseguenza logica di un lungo processo di dissenso che conosce il polisario dalla sua creazione e del lucore di speranza che ha suscitato l'iniziativa marocchina d'autonomia fra sequestrati dei campi di Tindouf.



Questo ritorno massiccio di famiglie sahariane, che riflette il disagio che imperversa nei campi, è tanto più importante in quanto è condotto da quadri del polisario e di molti chioukh, una categoria sociale, che esercita un'influenza innegabile sui membri delle tribù, come sages, mediatori, regolatori ed agenti della memoria delle tribù.

 

Attraverso quest'ultima iniziativa, i membri del Congresso hanno preso rischi enormi per denunciare l'atteggiamento extrémiste del polisario e sostenere apertamente l'iniziativa marocchina d'autonomia, che costituisce per le popolazioni sequestrate nei campi di Tindouf, al Sud dell'Algeria, un lucore di speranza di fronte alle sensazioni di frustrazione suscitate dall'atteggiamento immobile dei dirigenti dei separatisti.

Questi chioukh e personalità, rispondendo all'appello "la patria e clemente e misericordiosa", hanno in fatto optato per la prosecuzione, nella dignità, a partire dal loro paese, del loro combattimento contro l'atteggiamento negativo del polisario che blocca ogni tentativo di soluzione a questo conflitto factice.

 

Il centinaio di Sahariani, che ha appena riacquistato il Marocco, sono stato incoraggiato dall'iniziativa marocchina d'autonomia che ha iniziato reazioni in catena di un grande numero di correnti dissidents che avevano scelto, fino allora, di conservare il silenzio e restare alla divergenza.

Infatti, dall'avviso di quest'iniziativa, le lingue iniziano a slegarsi per sostenere il lucore di speranza che presenta, come proposta democratica e seria, che accorda un'ampia autonomia alla regione e rispetta le specificità della popolazione.

Quest'iniziativa, in gran parte salutata dalla Comunità internazionale, è tanto più inevitabile in quanto la regione del grande Sahara è ogni giorno minacciata dal nebbioso terroristico, il crimine organizzato ed i movimenti separatista che minacciano l'integrità territoriale di un certo numero di paesi della regione.

 

Il carattere democratico di quest'iniziativa, che contrasta con l'atteggiamento autocratique, rigido e disusato dei dirigenti dei separatisti, demistifica la macchina di propaganda polisarienne ed algerina che ha mantenuto, che dura oltre trenta anni, un'illusione attorno ad un progetto separatista, cosa che ha permesso alle popolazioni sequestrate di prendere l'iniziativa del dissenso e del sollevamento.

La grande maggioranza dei sequestrati è ormai cosciente che la soluzione della questione del Sahara passa per il ritorno liberamente acconsentito, da loro, al Marocco, lontano dalla tutela algerina che blocca ogni soluzione.

Pur esprimendo la loro riserva in relazione al discorso bellicoso del polisario, le popolazioni sequestrate ormai sono convinte che la soluzione del conflitto del Sahara possa essere soltanto politica, attraverso un'ampia autonomia, che garantisce loro tutti i loro diritti nel quadro della sovranità del Marocco.

Questa presa di coscienza è stata consolidata dalla serietà, la buona fede e la determinazione di cui ha dato prova il Marocco dall'inizio dei negoziati di Manhasset sul Sahara, sotto l'egida delle Nazioni Unite, contrariamente ai dirigenti del polisario che fanno tutto per scalzare questi negoziati.

 

Fonte :MAP

-Notizia riguardo alla questione del Sahara Occidentale / Corcas -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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