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venerdì 29 marzo 2024
 
 
 
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Notizie importanti

"L'annuncio della rimessa al Re del progetto di autonomia allargata nel Sahara, alla fine della seconda sessione del CORCAS, martedì 5 dicembre, ha sorpreso più d’uno. Fino all'ultimo minuto, il dubbio si agitava anche sulla tenuta della sessione. 



Il Consiglio Consultivo Reale per gli Affari del Sahara (CORCAS) ha finito per portare a termine l'esame del progetto di autonomia nel Sahara, in conclusione alla seconda parte della sua sessione straordinaria. La prima parte dalla sessione straordinaria del CORCAS era stata tenuta il maggio scorso ed aveva permesso l'elezione dei presidenti delle commissioni, che non hanno avuto mai il tempo di lavorare. Il progetto è stato rimesso al Re la sera stessa della fine della sessione. La tenuta di questa sessione interviene in una congiuntura difficile segnata dalle divergenze di opinione tra Sahrawi, notabili tradizionali ed una nuova elite progressista nel Sahara. Del resto, è con una decina di membri che le cose serie sono state fatte, dopo che il progetto ha fatto un viavai tra i messaggeri del palazzo e lo zoccolo duro, prima di essere applaudito davanti alle telecamere, come l'ha voluto Khalihenna, nonostante lo scontro nei retroscena. 
 
Globalmente, il risultato è soddisfacente. Anche se Khalihenna Ould Errachid non ha divulgato niente in occasione della conferenza stampa organizzata mercoledì 6 dicembre, a Rabat, per rispondere, in linea di principio, alle domande dei giornalisti (cosa che Ould Errachid fa a meraviglia, anche se i giornalisti spagnoli hanno diritto ad una versione diversa dal politichese con il quale annaffia i giornalisti marocchini). 
 
Nei messaggi dati in risposta ad ogni organo di stampa, il presidente del CORCAS glissa: “la proposta del progetto di autonomia delle province del Sud del Regno è in conformità con le disposizioni della legalità internazionale, ivi compreso quelle dell'autodeterminazione. La proposta preserva chiaramente l'insieme degli aspetti della sovranità marocchina sul Sahara e garantisce tutti i diritti politici, sociali, economici e culturali dei figli del Sahara ". E poi: “abbiamo finito l'elaborazione della proposta del progetto di autonomia delle province del Sud che i membri del CORCAS hanno approvato all'unanimità, dopo sei mesi di dibattiti. La stesura finale della proposta è sottoposta al Sovrano che ne deciderà”. 
 
Le grandi linee del progetto di autonomia 
Secondo una fonte vicina al dossier, il progetto di autonomia elaborato mira alla creazione di un'entità autonoma con un governo, un parlamento ed un'autorità giudiziaria autonomi tra le mani dei sahrawi. 
 
Il progetto scarta ogni prospettiva di indipendenza. Ciò che Khali Henna Ould Errachid ha chiamato nella sua conferenza stampa una strada verso “l'autodeterminazione attraverso l'autonomia, ma non un'autodeterminazione che condurrebbe alla separazione ed all'indipendenza ". Un membro del CORCAS ha confidato al "Reporter": “la sola precauzione che prendevamo durante dei dibattiti, era come conciliare tra i principi della legalità internazionale e la preservazione dell'integrità territoriale, l'unità nazionale ed i simboli della sovranità ". Perché il progetto vuole essere un approccio ad una soluzione finale al conflitto, una via per l'autodeterminazione che, con l'accordo di tutte le parti, supererebbe i rischi di divisione che genererebbe un referendum. 
 
Grossomodo, l'autonomia proposta soddisfatta il 99% delle aspirazioni dei Sahrawi che hanno delle tendenze separatiste. Solo gli aspetti in relazione con l'integrità territoriale e la sovranità sono stati limitati. Tutte le prerogative sarebbero tra le mani dei Sahrawi: governo autonomo, parlamento locale, giustizia ed anche un'autorità incaricata dell'arbitrato tra il potere centrale ed i governi autonomi. Il progetto va oltre, conferendo ai partiti regionali la possibilità di partecipare alla vita politica. Il Polisario stesso in quanto partito politico potrebbe presentarsi alle elezioni nello spazio dell'autonomia. 
 
Per quanto riguarda l'aspetto costituzionale, non c'è contraddizione tra i progetti di autonomia e la costituzione attuale, a parte alcune lacune che possono essere colmate. Secondo una fonte molto informata, il lavoro su un'eventuale revisione della costituzione è stato già avviato ed un salto qualitativo dovrebbe essere registrato nella costituzione. Secondo la nostra fonte, l'attuale costituzione del regno è fortemente centralizzata ed anche se i testi del decentramento esistono, l'amministrazione territoriale tende sempre verso la centralizzazione... 
 
Punto di divergenza 
Tra i punti di divergenza che sono stati registrati nel corso dei dibattiti tra i membri del CORCAS, vi è quello concernente il diritto di essere elettore ed eleggibile nel territorio autonomo. Il diritto sarà accordato solamente ai Sahrawi? O andrà a tutti quelli che sono nati e vivono nel Sahara dal 1975? 
 
La maggioranza dei membri era favorevole ad estendere il diritto di essere elettore ed eleggibile a tutti per preoccupazione di non creare dei cittadini di secondo grado o dei senza nazionalità. Uno sceicco della tribù degli Oulad Bousbaa ha sorpreso tutti prendendo la parola e difendendo il diritto di tutti ad essere elettore ed eleggibile nel futuro territorio autonomo. Cosa che ha scatenato degli applausi che hanno annientato alcuni oppositori a questa opzione, tra cui una figura di punta del separatismo che si è ricongiunta al Marocco da alcuni anni. 
 
Secondo un membro del CORCAS, la realtà demografica è cambiata ed è normale prendere ciò in considerazione. Per Abdellatif Baira, della tribù degli Oulad Bousbaa, “se in Francia si dà il diritto di nazionalità e di voto agli stranieri, perché noi non dovremmo dare questo diritto ai nostri fratelli con cui abbiamo condiviso la nostra vita quotidiana? Sono i nostri fratelli ed i nostri compatrioti ". Finalmente la formula adottata è stata che tutti quelli che sono nati nel Sahara sono atti a rappresentare i Sahrawi. 
 
Zona di delimitazione del governo autonomo 
La problematica della delimitazione della zona di autonomia è stata dibattuta ben bene nel corso della sessione. È stata dibattuta anche in occasione della prima sessione del maggio scorso, anche se Khali Henna Ould Errachid ritiene che “questa questione non merita neanche di essere sollevata”. Secondo una fonte interna al CORCAS, questa questione è stata posta nel corso della sessione perché è importante. Era temuta in base a due approcci. Da una parte, l'approccio del diritto internazionale che definisce chiaramente la zona di conflitto sulla carta. Questa comincia dalla regione di Tah, vale a dire dalla zona che era sotto occupazione spagnola fino al 1975 ed ingloba Sakia Al Hamra ed Ouad Eddahab. 
 
Dall’altra parte, c'è l'approccio che vuole estendere la zona geografica per preservare l'identità culturale e storica della regione, affinché sia dato un valore aggiunto alla regione autonoma ed affinché non ci sia un'altra sacca di rivendicazione identitaria. Tanto più che questa regione, Guelmine ed Assa nello specifico, è diventata la principale zona dove attualmente si reclutano i simpatizzanti del Polisario, per non dire i separatisti. 
 
Su questo punto, è il Re che deciderà secondo i risultati delle trattative con i paesi del Consiglio di Sicurezza. Ma la maggioranza dei membri del CORCAS è incline a non allargare la zona dell'autonomia al di là della zona interessata dal conflitto del Sahara. 
 
Il modello delle isole Canarie? 
Sul piano del modello scelto per l'autonomia, le impronte del modello spagnolo sono visibili e soprattutto il modello delle isole Canarie. La lobby Sahrawi è molto legata alle isole Canarie ed ha esercitato delle forti pressioni per ispirarsi al modello canariano. Durante quest’anno, l'associazione Sahrawi per la Difesa dei Diritti dell'uomo (ASADEDH), diretta da Massoud Ramdan, membro del CORCAS e che raggruppa degli ex quadri del Polisario che si sono ricongiunti al Marocco, ha organizzato una serie di conferenze a Rabat sul modello spagnolo di autonomia. 
 
L'ASADEDH ha invitato il padre dell'autonomia praticata nelle isole Canarie, il vecchio Presidente del governo autonomo delle isole, Lorenzo Olarte Cullen che ha avuto una serie di incontri con i partiti politici per vendere il modello canariano. L'ASADEDH ha invitato anche altri tre ex-presidenti di governo autonomo spagnoli per dibattere del modello spagnolo. Per Abderrahman Tamek, coordinatore della commissione degli affari stranieri al CORCAS e membro dell'ASADEDH, “le isole Canarie hanno sempre avuto una relazione stretta col Sahara. 
 
L'autonomia sotto sovranità marocchina è la sola soluzione possibile per il problema del Sahara. Non si può parlare di indipendenza, né di integrazione totale allo stato centrale, vista la lacerazione tra le famiglie durante tutto il periodo del conflitto ". 
 
Lo Spagnolo, seconda lingua... 
Secondo una fonte vicina al Dossier, la seconda lingua della regione autonoma del Sahara sarà lo spagnolo. Una scelta che è stata adottata da tutti, visto i legami stretti che esistono tra l'arcipelago canariano ed il Sahara dal tempo dell'occupazione spagnola. Senza parlare dell'influenza della lobby canariana presso il Polisario ed in seno alla stessa elite sahrawi in Marocco. Questa scelta è stata dettata anche dal fatto che l'insegnamento nei campi di Lahmada si fa in spagnolo, che è la prima lingua straniera, cosa che spiega l'infatuazione delle ONG spagnole ed il loro sostegno al Polisario, il quale gioca la carta della prossimità culturale. 
 
Nessuna “vera proposta” dai partiti
Per ciò che ne è delle proposte dei partiti politici sottoposte al Re, dopo la famosa lettera di Mahomed Moatassim, consigliere del Sovrano, che invita i partiti a riflettere sul dossier dell'autonomia, secondo le nostre fonti, solo un partito che la sinistra non porta nel suo cuore ha fatto delle proposte concrete, lontano dal politichese. Il partito in questione - il PJD, tanto per non fare nomi - ha invitato anche degli esperti dalla Spagna, dal Belgio, dalla Germania e dal Canada per riflettere sull'argomento. Uno solo partito ha rifiutato l'invito: Annahj Addimocrati. Ma ha appena annunciato che resta disposto ad operare per trovare una soluzione pacifica... 
 
La questione dei diritti dell'uomo
Uno dei dossier spinosi nel Sahara, è quello delle violazioni in materia di diritti dell'uomo commesse dal 1975 fino a 1999. Numerosi dossier di vittime della regione sono tra le mani del CCDH, Consiglio Consultivo dei Diritti dell'Uomo, che ha creato una cellula con alcuni membri del CORCAS per studiare questa questione. 
 
Un progetto di creazione di un'antenna del CCDH nel Sahara è in corso di elaborazione. Inoltre, secondo le nostre fonti, il CCDH è stato incaricato dalla più alta autorità dello stato di lavorare su un progetto che consiste nel rivedere lo statuto interno del CORCAS ed ad instaurare un tipo di democrazia interna che permetterà ai membri di partecipare senza che abbiano da lamentarsi del fatto che il presidente monopolizzerebbe il potere decisionale, a sentire i membri del CORCAS. I membri non hanno, attualmente, praticamente nessun ruolo, a parte i nove vicepresidenti che sono quasi tutti del vecchio PNUS, Partito Nazionale Unionista Sahrawi, che presiedeva Khali Henna negli anni Settanta nel Sahara spagnolo. 
 
Per quanto riguarda le vittime delle violazioni, gli ufficiali vogliono considerarle come gli altri, nel Rif o nel Medio Atlante. Ma non è il parere dei militanti dei diritti dell'uomo nel Sahara. Per loro, il numero degli scomparsi supera di molto le cifre dell'IER. Ciò che spinge Bachir Ammane, ex detenuto di Kelaat Magouna, a dire che “il modo con il quale il gruppo dei detenuti sahrawi di Magouna è stato trattato dagli organismi ufficiali dei diritti dell'uomo è simile al modo con il quale erano stati trattati nella detenzione segreta ". 
 
Per questo ex detenuto, la maggioranza dei casi di scomparsa forzata è originaria del Sahara. Secondo fonti molto informate, il presidente e alcuni membri del Corcas dovrebbero tenere, nei giorni a venire, una seduta di lavoro col CCDH, Consiglio Consultivo dei Diritti dell'Uomo, per ciò che riguarda gli aspetti relativi ai diritti dell'uomo nel Sahara. 
 
Come è recepito il progetto di autonomia? 
Se il progetto di autonomia è accettato da tutti gli attori della vita politica in Marocco, che cosa ne è del Polisario? Secondo le fonti alle quali niente sfugge di ciò che accade presso il Polisario, quest’ultimo sta provando, dall'annuncio della fine della preparazione del montaggio finale, di minimizzare i danni collaterali che il progetto marocchino causerà in seno al suo stesso stato maggiore, dove due correnti si stanno affrontando. Senza parlare di una grande parte che si trova in Mauritania e che prende sempre di più le distanze dalla direzione dei separatisti di Tindouf a proposito della strategia di dialogo col Marocco. 
 
In Marocco, secondo una fonte vicina al dossier, la strategia consiste nel convincere in primo luogo i membri del Consiglio di Sicurezza ed i paesi vicini a Rabat: la Spagna, la Francia e gli Stati Uniti. Sapendo che il Polisario punta tutto sul sostegno dell'Algeria e dell'Africa meridionale. 
 
Annahj Addimocrati per i negoziati diretti 
Annahj Addimocrati ha mandato una lettera alle due parti, il Marocco ed il Polisario, tre giorni dopo la fine della sessione del CORCAS e l'annuncio della conclusione della proposta sull'autonomia. Annahj chiama le due parti ad aprire un dialogo diretto per trovare un'uscita dal conflitto e “cercare una soluzione negoziata nel quadro della legalità internazionale ". Per Annahj, il conflitto del Sahara contribuisce da 30 anni al deterioramento della condizione sociale del popolo marocchino ed è arrivato ad una stasi che minaccia la stabilità e la prosperità della regione. Da cui l'interesse ad aprire un dialogo diretto. 
 
Che ne è del modello spagnolo? 
Per la maggioranza dell'elite del Sahara, il modello spagnolo affascina. È facilmente adattabile al Sahara che era sotto colonizzazione spagnola e la cui popolazione è molto legata alla Spagna, per ragioni storiche e geografiche, vista la prossimità con l'arcipelago delle isole Canarie. I dirigenti del Polisario hanno tratto tutto il loro sostegno dai governi autonomi che sono i primi finanziatori del Polisario ed anche i primi fornitori di aiuti umanitari. Il sistema spagnolo non è uniforme. Presenta differenti livelli di autonomia, dall'autonomia molto allargata come quella della Catalogna e del Paese Basco, alle autonomie molto limitate come quelle delle due città occupate, Ceuta e Mellilia. 
 
Ferhat Mhanni, portavoce del movimento per l'autonomia in Cabilia 
Noi che rivendichiamo un'autonomia in Cabilia, possiamo sottoscrivere solamente ogni soluzione ragionevole che non implichi la violenza. Consideriamo che è un passo positivo nella risoluzione della questione del Sahara. Allo stesso tempo, credo che l'autonomia non debba riguardare unicamente il Sahara e la Cabilia, ma tutte le identità in tutto il Magreb. Ce ne sono numerose in Algeria, in Libia ed in Mauritania ". 
 
Uno contro l'altro 
È guerra fredda tra Houcine Beida, il presidente della Commissione dei Diritti dell'Uomo presso il CORCAS ed il presidente Khalli Henna Ould Errachid, da quando Houcine Baida ha mandato una lettera dove critica severamente la situazione dei diritti dell'uomo nelle città del Sahara. Houceine Baida che presiede una pseudo-ONG dei diritti dell'uomo con base in Spagna, ha rischiato di far ribaltare la commissione dei diritti dell'uomo presso il CORCAS. 
 
Parecchi membri si sono ritirati della detta commissione in occasione della sua elezione, accusando Baida di paracadutare delle persone nella commissione che non hanno niente da vedere con i diritti dell'uomo. La guerra tra i clan Ould Errachid e Baida si è ravvivata durante le elezioni del rinnovo dalla seconda Camera nel Sahara, ed in particolare nella città di Laâyoune. L'utilizzo del denaro in occasione delle elezioni dell’8 settembre scorso nel Sahara, nell'impunità più totale, ha spinto alcuni membri a chiedere che lo stato si assuma le proprie responsabilità nel Sahara, in modo da garantire la trasparenza delle elezioni. 

 

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