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venerdì 26 aprile 2024
 
 
 
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Notizie importanti

L'Algeria ha appena fatto una dichiarazione il 28 febbraio concernente l'affare del Sahara, in cui Afferma, tramite il portavoce del ministero algerino degli affari esteri, un certo numero di contraddizioni, d’amalgami e d’affermazioni menzognere.



Essa pretende che l'affare del Sahara è un caso di decolonizzazione; tale affermazione è contraria alla verità.  
 
L'affare del Sahara non è considerato dalle Nazioni unite come un affare di decolonizzazione. Non è mai stato individuato in quanto tale. 
 
La decolonizzazione del Sahara è stata realizzata nel 1975 quando la Spagna ed il Marocco hanno firmato un accordo a tale riguardo, conformemente alle relazioni storiche che sono sempre esistite tra i due paesi. 
 
Il processo di decolonizzazione dei territori marocchini, che erano sotto dominio spagnolo durante il periodo del protettorato, si è sempre svolto con il negoziato. 
 
Così, il Marocco ha ricuperato la zona nord nel 1956, Tangeri nel aprile 1956, Tarfaya e Tan Tan nel 1958, Sidi Ifni nel 1969 ed il Sahara nel 1975. Cosi risulta scritto nel corso della storia.  
 
L'accordo che ha confermato questa decolonizzazione è stato registrato alle Nazioni unite. 
 
Il conflitto attuale sul Sahara non ha niente da vedere con la decolonizzazione. È un conflitto nato della vecchia contesa di frontiera tra il Marocco e l'Algeria e gli incessanti conflitti d’allora inter - arabi ed africani che derivavano dal contesto della guerra fredda. 
 
Occorre affermarlo in modo chiaro.  
 
L’ONU non considera il conflitto del Sahara come un affare di decolonizzazione, ma piuttosto un conflitto d’ordine politico. 
 
Il fatto che ci sia un cessate il fuoco e la presenza di un organismo dell'ONU, quale la MINURSO che si occupa della sua supervisione, non fa del Sahara un caso di decolonizzazione. 
 
Le Nazioni unite sono molto presenti in casi similari, come in Cipro, al Congo Democratico, nella Liberia, al Sierra Leone, al Haiti ed in Costa d'Avorio.  
 
La presenza delle truppe dell’ONU non implica, dunque, un affare di decolonizzazione. 
 
Quanto alla dichiarazione dell'Algeria secondo la quale il Sahara sarebbe l'ultimo territorio coloniale africano, si tratta semplicemente di pura intossicazione e di un’anti-verità assoluta. 
 
L'Algeria rimpiange disperatamente ed in modo incessante il piano Baker, malgrado il fatto che questo piano sia stato totalmente e definitivamente abbandonato dal Consiglio di sicurezza dell'ONU e dalla totalità della comunità internazionale. 
 
Il Consiglio di Sicurezza ha chiesto a questo riguardo alle parti di trovare una soluzione politica, consensuale e reciprocamente accettabile. 
 
Questa soluzione politica, consensuale e reciprocamente accettabile può essere raggiunta solamente con l'autonomia nell’ambito della sovranità del Regno del Marocco. 
 
È su richiesta della comunità internazionale che il Marocco ha preparato questo progetto, conformemente alla legalità internazionale.  
 
L'Algeria afferma di voler essere fedele alle sue convinzioni, e dobbiamo dire che questo paese non smette di stupirci con le sue contraddizioni permanenti. 
 
Vogliamo ricordare all'Algeria che nel mese di settembre 2006, ha inviato alle Nazioni Unite un memorandum sul Sahara in cui afferma nel paragrafo 20, cito: “L’Algeria nega ogni partecipazione ai negoziati a proposito del Sahara occidentale, non avendo niente da rivendicare e niente da consentire, solo il popolo sahrawi ed il suo rappresentante legittimo, il fronte Polisario, hanno il diritto di decidere del futuro del Sahara occidentale, attraverso un referendum di autodeterminazione libera, giusta e senza costrizioni". Fine citazione del paragrafo 20 del memorandum algerino. 
 
Come mai l'Algeria resta legata al piano Baker, malgrado il fatto che sia stato abbandonato dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU? 
 
Come mai l'Algeria non presta attenzione alla comunità internazionale, che chiede una soluzione politica, consensuale e reciprocamente accettabile? 
 
Come mai l'Algeria, che pretende aderire ai principi della legalità internazionale, considera il Polisario come l'unico e legittimo rappresentante del popolo sahrawi? 
 
Come mai l'Algeria che pretende aderire al diritto all’autodeterminazione viola questo stesso diritto con la sua riconoscenza di una presunta entità chiamata "RASD", che accoglie e finanzia sul proprio territorio e si permette di decidere del risultato del referendum per anticipazione? 
 
Infine come mai l'Algeria, che dichiara chiaramente e per iscritto alle Nazioni unite che non ha niente da rivendicare e niente da concedere, si permette di opporsi alla soluzione giusta ed onorabile richiesta dalla Comunità internazionale, e in modo particolare dal Consiglio di sicurezza e dai suoi membri? 
 
L'Algeria, paese vicino e fratello, deve abbandonare le sue chimere ed affermazioni che non illudono più nessuno per avviarsi sinceramente nella via della concordia e del pragmatismo, senza più opporsi e ostacolare gli sforzi della comunità internazionale rappresentata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU che mira a trovare una soluzione politica, giusta ed onorabile alla questione del Sahara. 
 
Tutti i paesi hanno chiesto al Marocco di avviarsi nella via dell'autonomia per distogliere il conflitto dall’impasse in cui è confinato. 
 
Ci auguriamo che l'aiuto che l'Algeria dichiara volere portare sia veramente positivo, costruttivo e reale e che non sia semplicemente un doppio linguaggio.  
 
Nell'ultimo paragrafo della dichiarazione del portavoce del ministero degli Affari Esteri algerini si legge: L'Algeria continuerà a portare il suo aiuto alle Nazioni unite ed al suo Segretario Generale, il sig. Ban Ki-Moon, nei loro sforzi per giungere ad una soluzione definitiva alla questione del Sahara occidentale ".  
 
Se tale è il caso, saremo i primi a congratularsi ed a congratulare i popoli dell'unione del Magreb Arabo (UMA).  
 
Fonte: CORCAS

-Attualità concernente la questione del sahara Occidentale-
 

 

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