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domenica 5 maggio 2024
 
 
 
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L'inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite per Sahara, il sig. Peter Van Walsum, ha dichiarato, lunedì dinanzi al Consiglio di sicurezza, che "l'indipendenza del Sahara occidentale non è un'opzione realistica", che chiama il quindici a raccomandare la prosecuzione dei negoziati considerando la realtà politica e della legalità internazionale.



"Ho sentito la necessità di ribadire questa conclusione che l'indipendenza del Sahara occidentale non è un obiettivo realizzabile", poiché sembra, ha detto, che questa conclusione sarebbe stata eclissata durante i negoziati di Manhasset proprio quando questa constatazione, "oggi ancora pertinente, mi trovo all'origine del processo di negoziati in corso".

Fin dalla partenza, ha ricordato l'inviato personale, in un resoconto di cui la MAP ha ottenuto copia, "ho messo l'accento sulla necessità del rispetto della realtà politica parallelamente al rispetto della legalità internazionale", aggiungendo che ciò che importa è di raggiungere un compromesso tra i due concetti.

"Non accetto l'idea secondo la quale la presa in considerazione della realtà politica costituisce una concessione o una capitolazione", ha proseguito nel corso di queste consultazioni a porte chiuse.

Il segretario generale dell'ONU, il sig. Ban Ki-moon, aveva, si ricorda, invitato, nella sua ultima relazione, le parti da dare prova di realismo e di spirito di compromesso.

D'altra parte ed in un'allusione chiara all'implicazione diretta dell'Algeria nel conflitto del Sahara, il sig. Walsum attribuisce la persistenza del vicolo cieco al fatto che numerosi paesi trovano abbastanza comodo il statu quo poiché "salva loro l'obbligo di fare scelte penose, come prendere parte per l'Algeria o per il Marocco".

"La principale ragione per la quale trovo intollerabile lo statuto quo è che è troppo facilmente accettato, non soltanto da spettatori non impegnati dei paesi lontani, ma anche dai partigiani incondizionati del fronte polisario, che non hanno vissuto nei campi, ma che sono convinti che coloro che vi vivono préfèreraient restarvi indefinitamente anziché optare per una soluzione negoziata al di qua dell'indipendenza totale", ha detto.

Evocando il processo di negoziati, il sig. Walsum ha ricordato che gli ultimi quattro round di negoziati non hanno permesso di avviare veri negoziati e che "il processo si trova nel vicolo cieco nonostante un accordo su un quinto round", ritenendo che "ciò che occorrono, è un orientamento più chiaro da parte del Consiglio stesso".

"Se il Consiglio non può fare una scelta, le parti non lo possono neppure", hanno insistito.

Per sbloccare la situazione, il sig. Walsum suggerisce così al Consiglio di sicurezza di chiedere alle parti di ribadire il loro accordo di principio che "nulla sia deciso finché non ci è d'accordo su tutto".

Propone anche che a "titolo provvisorio (ad esempio per sei a nove mesi) di ritirare dall'ordine del giorno dei negoziati le due proposte", di negoziare, questa volta realmente, senza condizioni preliminari, ma "sulla base dell'ipotesi provvisoria che non ci sarà un referendum con l'indipendenza come opzione, e che quindi, l'uscita sarà inevitabilmente al di qua dell'indipendenza totale".

Inoltre, prosegue , "il Consiglio potrebbe annunciare la sua intenzione di valutare il processo alla fine di questo periodo di prova". "se, attualmente, (il Consiglio) percepisce i contorni di un'eventuale soluzione politica, può decidere di prolungare il periodo di prova, altrimenti, il statu quo e le posizioni incompatibili delle parti riprenderanno de facto", hanno detto.

Nella sua ultima relazione, resa pubblica mercoledì a New York, il sig. Ban Ki-moon ha chiamato le parti in negoziati sul Sahara al realismo ed al compromesso.

Ha così raccomandato al Consiglio di sicurezza, sulla base del quarto round dei negoziati e della valutazione del suo inviato personale, di ribadire l'appello alle parti "di impegnare una fase di negoziati più intensi e che riguarda maggiormente le questioni di fondo" e senza condizioni preliminari.

I quindici dovranno riunirsi di nuovo il 29 aprile corrente per adottare una risoluzione che proroga il mandato del MINURSO.

Al termine del quarto round dei negoziati sul Sahara, in marzo scorso, le parti si sono impegnate a proseguire i loro negoziati a Manhasset ad una data da determinare di comune accordo.

Delegazioni del Marocco, del Polisario, dell'Algeria e della Mauritania hanno preso parte ai quattro round dei negoziati, tenuti sotto l'egida delle Nazioni Unite, conformemente alle risoluzioni 1754 del 30 aprile e 1783 del 31 ottobre 2007 del Consiglio di sicurezza.

 

Fonte: MAP

-Notizia riguardo alla questione del Sahara Occidentale / Corcas -

 

 

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