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mercoledì 24 aprile 2024
 
 
 
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Dinanzi alla protesta suscitata attualmente dal continuo sviamento degli aiuti umanitari europei destinati alle popolazioni di Tinduf, da parte del Polisario e dell’Algeria, la rivista "Insideover" ritorna nei dettagli su questo argomento deplorando "questi milioni di euro italiani partiti in fumo".



In un lungo articolo pubblicato di recente in questa rivista specializzata in questioni internazionali che rientrano nel gruppo editoriale "Il Giornale", il giornalista Mauro Indelicato ritorna sulla storia della creazione del fronte Polisario "nato in Algeria e finanziato dal governo stesso di Algeri e che agisce a partire dai territori di Tinduf".

L’autore dell’articolo racconta come l’esercito algerino sia coinvolto in questo conflitto regionale e come abbia costretto le persone a spostarsi nei campi di Tinduf, ricordando che l’entità fantasma creata dall’Algeria non gode di alcun riconoscimento internazionale.

L’articolo fa riferimento anche alla chiara collusione del Polisario con il terrorismo islamico, ricordando che è a Tinduf che un certo Adnan Abu Walid Al-Sahrawi, uno dei membri fondatori del gruppo dello Stato Islamico del Grande Sahara, legato all’ISIS, è nato ed è cresciuto.

Il giornalista italiano ricorda in questo contesto gli sforzi della comunità internazionale per giungere a una soluzione politica a questo conflitto regionale che sancisce il primato della proposta marocchina di autonomia presentata alle Nazioni Unite nel 2007 e considerata dall’ONU "seria e credibile per una soluzione realistica e realizzabile".

Nel frattempo, aggiunge l'autore dell'articolo, la regione di Tinduf continua a ospitare campi in cui si trovano popolazioni che mancano di tutto "ed è proprio in questo contesto che potrebbe esserci un importante caso politico che riguarda il nostro paese (NDLR: Italia)".

Mauro Indelicato rileva che l'Italia è uno dei paesi che forniscono fondi alle popolazioni dei campi, ricordando che "il 5 febbraio scorso il nostro Paese ha generosamente dato un assegno di mezzo milione a favore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (PAM) nel quadro di alcuni progetti a favore dei campi istituiti nella provincia di Tinduf".

Egli ricorda inoltre che "l’Italia - secondo il sito del PAM - è un partner importante del PAM Algeria, che ha accordato un totale di circa 2,5 milioni di dollari negli ultimi cinque anni".

Per il giornalista italiano si tratta di "molti soldi", il cui destino è circondato da molti misteri, in quanto i fondi non sono gestiti e concessi in modo trasparente.

A tale scopo, il ministro Indelicato ha ricordato l’imposizione da parte del governo algerino di una tassa del 5 per cento sui fondi europei destinati ai campi di Tinduf.

"Sono quindi somme di denaro che atterrano direttamente nelle tasche del fisco algerino e non giungono ai loro destinatari nei campi".

Il giornalista si interroga in questo contesto: cosa è successo riguardo i 2,5 milioni di dollari concessi dall’Italia negli ultimi 5 anni a favore della popolazione dei campi?

Il numero reale ed effettivo dei beneficiari dell'aiuto umanitario europeo è un'altra fonte di preoccupazione a livello di Parlamento europeo, nota il giornalista, ricordando che diversi deputati hanno sottolineato la questione del censimento delle popolazioni che l'Algeria rifiuta di effettuare.

Mauro Indelicato, che ricorda le conclusioni della relazione dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), rileva che, se una parte di questo denaro è stata utilizzata per l’acquisto di armi, il mistero rimane sulla sorte delle ingenti somme concesse dall’Unione europea e dal suo paese nel quadro di tale aiuto umanitario.


-Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas








 

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