Basandosi su fatti giuridici, politici e storici innegabili, la cancelleria ha sottolineato, in un comunicato destinato ai media, i fondamentali, le ovvietà e le verità che illustrano la legittimità della causa dell’integrità territoriale del Regno.

Descrivendo puntualmente le affermazioni fantasiose contenute in un comunicato reso pubblico lunedì da DIRCO in risposta a un articolo pubblicato dall’Agenzia Marocchina di Stampa (MAP) sulla posizione sudafricana in merito alla questione del Sahara marocchino in occasione di un briefing del Segretariato delle Nazioni Unite su tale questione, l’ambasciata ha sottolineato sin dall’inizio il carattere scorretto e fuorviante dell’operazione L’argomentazione sudafricana che definisce il Sahara marocchino "ultima colonia in Africa".

Si tratta di un’affermazione che è del tutto in contraddizione con la realtà sul campo, così come è stata stabilita, nel corso degli anni, dall’ONU, che gestisce in modo esclusivo il dossier del conflitto regionale creando tutti i documenti intorno all’integrità territoriale del Marocco, come afferma l’ambasciata.

Sul piano giuridico, l’ambasciata ricorda che circa 70 risoluzioni del Consiglio di sicurezza e non meno di 120 relazioni dei vari Segretari generali dell’ONU sulla questione non contengono alcun riferimento al Sahara marocchino in quanto "territorio occupato" o al Marocco in quanto "forza di occupazione", ricorda l’ambasciata, sottolineando che le accuse di DIRCO su questo punto rappresentano chiaramente un’opinione politica e ideologica deficitaria di qualsiasi base giuridica.

E l’ambasciata sottolinea che le province meridionali sono sempre state parte integrante del territorio marocchino molto prima dell’epoca coloniale. Molti trattati firmati nel diciotto e diciannovesimo secolo sono stati ricordati per testimoniare di questa realtà che sembra sfuggire agli spiriti amnesici.

La Corte internazionale di giustizia (ICJ), citata nelle approssimazioni di DIRCO, aveva sottolineato in un parere consultivo emesso il 16 ottobre 1975 che la regione del Sahara marocchino non era al momento della colonizzazione spagnola nel 1884 una "terra nullius" e che esistevano legami di fedeltà tra il Re del Marocco e le tribù della regione.

L’ambasciata del Marocco a Pretoria sottolinea, d’altro canto, che l’evoluzione politica del dossier rafforza il Marocco nella legittimità della sua causa nazionale. La maggior parte dei paesi del mondo esprime il proprio sostegno agli sforzi compiuti dal Marocco per risolvere questa disputa regionale, in particolare attraverso l’iniziativa di autonomia sotto la sovranità marocchina.

Coloro che ignorano queste realtà storiche, giuridiche e politiche del Sahara marocchino cercano invano di riscrivere la storia attraverso una falsa narrativa senza indugi.

In qualità di membro eletto del Consiglio di sicurezza dell’ONU per l’Africa, il Sudafrica è chiamato a dare voce alle posizioni africane, continua l’ambasciata, sottolineando che l’allineamento cieco alle posizioni dell’Algeria e dei separatisti del polisario arreca un colpo fatale alla legittimità di tale atteggiamento.

La leadership continentale perde, in questo caso, la sua essenza, la sua imparzialità e la sua responsabilità, nota ancora una volta la cancelleria, ricordando che l’esclusività del processo dell’ONU è ben stabilita dall’Unione africana conformemente alla decisione 693 del Vertice dell’UA, svoltosi nel luglio 2018 a Nouakchott.

Riprendendo le inesattezze delle dichiarazioni di DIRCO sull’esercizio referendario come opzione per risolvere la questione del Sahara marocchino, l’ambasciata afferma che tale opzione è stata respinta dall’ONU dal 2001.

Nel 2000, l’ex Segretario generale dell’ONU Kofi Annan aveva concluso che tale opzione non era applicabile, invitando al contempo le parti ad adoperarsi per una soluzione politica, afferma l’ambasciata, aggiungendo che da allora il Consiglio di sicurezza ha invitato le parti a trovare una soluzione politica reciprocamente accettabile.

Di conseguenza, nessuna risoluzione del Consiglio ha menzionato l’opzione referendaria negli ultimi 21 anni, osserva l’ambasciata, sottolineando che l’Onu mantiene lo slancio di questo approccio invitando le parti, vale a dire il Marocco, l’Algeria, la Mauritania e i separatisti del polisario, a proseguire le discussioni nel quadro delle tavole rotonde di Ginevra al fine di pervenire a una soluzione politica realistica, pragmatica e sostenibile, basata sul compromesso.

In tutte le risoluzioni adottate in tal senso, l’ambasciata sottolinea la preminenza dell’iniziativa di autonomia presentata dal Marocco come un piano serio e credibile.

Per quanto riguarda il briefing del Consiglio di sicurezza sul Sahara marocchino, l’ambasciata ha rilevato che il Sudafrica ha proposto alla stampa un progetto di elementi che non rispecchiano il contenuto degli scambi in seno al Consiglio, cosa che è stata respinta da tutti gli altri membri dell’organo dell’ONU, compresi i due membri africani del Consiglio di sicurezza, una realtà che ha posto il Sudafrica in una situazione di isolamento, il che ha portato il Sudafrica a una situazione di isolamento. l'ha indotto a ritirare la sua proposta.

La cancelleria conclude che per il popolo marocchino, non dispiacendosi dei nemici dell’integrità territoriale del Regno, la questione del Sahara non è solo un punto all’ordine del giorno del Consiglio di sicurezza dell’ONU, ma rappresenta un’ingiustizia storica nei confronti del popolo marocchino durante il recupero della sua integrità territoriale. E’ una questione intrinsecamente legata alla dignità e alla sovranità del popolo marocchino.

- Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-