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mercoledì 8 maggio 2024
 
 
 
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Stampa scritta

Khalihenna: l'autonomia é veramente quello che serve alla popolazione sahraoui

Il Presidente del Consiglio Reale Consultivo per gli Affari del Sahara, il sig. Khalihenna Ould Errachid ha concesso un’intervista a “La Nouvelle Tribune”,  che i Sahrawi sperano, con sincerità ed in maniera diametralmente opposta ai discorsi scissionisti del Fronte Polisario.



Per Khalihenna Ould Errachid, Presidente del Consiglio Reale Consultivo per gli Affari del Sahara, il discorso del Re è rivelatore a più titoli, poiché va a mettere fine definitivamente alla questione del Sahara. In questa intervista esclusiva che ha gentilmente voluto concedere a La Nouvelle Tribune, il sig. Khalihenna Ould Errachid dice chiaramente quello che i Sahrawi sperano, con sincerità ed in maniera diametralmente opposta ai discorsi scissionisti del Fronte Polisario.

- La Nouvelle Tribune: quali sono le sur prime azioni in rapporto al memorandum che il Marocco presenterà al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite?
- Khalihenna Ould Errachid: Bisogna prima di tutto sottolineare che il Consiglio Reale Consultivo per gli Affari del Sahara non ha ancora tenuto la sua prima riunione e che una delle missioni affidate a questa istituzione è di dare la sua opinione sul progetto di autonomia che il Regno del Marocco proporrà alle Nazioni Unite. Non abbiamo ancora dibattuto su questo dossier ma sarà i nostro primo compito in futuro e questo nel quadro delle consultazioni reali.

- Domanda: qual è la novità o la particolarità di questo Consiglio paragonato al precedente Dipartimento incaricato degli affari del Sahara?
- Da tre anni mi sono incaricato del ministero dello sviluppo delle province sahrawi che ha portato a termine la sua missione. Ma adesso le cose sono differenti. C’è la preparazione di un progetto molto più ampio che risolverà una volta per tutte l’affare del Sahara e metterà definitivamente fine a questa questione. Perché Sua Maestà il Re ha acconsentito all’antica rivendicazione delle popolazioni del Sud, che si trovano molto lontano dalla capitale, di una decentralizzazione molto ampia o di una autonomia che permetterà loro una partecipazione politica, economica, sociale e culturale nella costruzione del Regno del Marocco moderno. È una missione appassionante e che tende a rendere totalmente coesi tutti i sahrawi, dovunque si trovino, che siano a Laayoune, Dakhla, Smara, nei campi di Tindouf, in Mauritania, o altrove. È in primo luogo un progetto che li interessa, ma che riguarda anche il presente, il futuro. E penso, con i miei veri sentimenti di Sahrawi, che è esattamente quello che conviene alle popolazioni del Sahara.

- In altre parole, il progetto di autonomia o di ampia regionalizzazione risponde perfettamente alle aspirazioni di Sahrawi?
- In maniera molto evidente. Prima di tutto, ci sono dei marocchini per diritto, dei marocchini per sangue, ci sono dei marocchini per la loro appartenenza a questo insieme di marocchini. Hanno sempre la volontà, per la loro situazione geografica, per le condizioni economiche ereditate dal colonialismo, di desiderare, rivendicare, di avere un posto assicurato e garantito da Sua Maestà il Re nell’insieme del popolo marocchino e di essere uno dei pilastri di questo Regno, con una partecipazione politica che non sia legata ai rischi politici. Che questa partecipazione sia garantita può permettere loro di espandersi economicamente, socialmente, culturalmente e di essere soddisfatti e fieri di appartenere a questo grande Regno che è il Marocco.

- Per sua esperienza, pensate che il Consiglio avrà i mezzi necessari per condurre a buon fine questa importante missione?
- Sua Maestà il Re è il garante di questi mezzi, perché il Consiglio Reale dipende direttamente da lui, come ha annunciato nel suo storico discorso. Poiché non si è mai avuto un discorso simile né concessioni simili, con una riconciliazione senza precedenti, dettata dalla voce stesa del Capo supremo, Capo dello Stato, il Re Mohamed VI. Dunque, il fatto che il Consiglio Reale sia collegato direttamente a Sua Maestà, che dipenda da lui, conferisce a questa istituzione tutta la sua legittimità. A questa egli insuffla un dinamismo, una forza che ci permetterà certamente di riuscire in questa missione.

- Pensa che i progetti sociali ed economici che vengono realizzati od intrapresi a Laayoune come nelle altre province del Sud rimedino alla situazione di precarietà che conosce questa parte del Marocco?
- Bisogna dire che il Marocco ha investito molto in questa regione dal 1975, dal momento che erano regioni completamente prive di ogni infrastruttura. Città, strade che non esistevano, come anche l’assenza di porti, senza parlare delle condutture di acqua potabile. Dunque, il Marocco ha fatto molto in trenta anni in questa regione, ma certamente le azioni di investimento, le azioni di sviluppo dovranno essere ridispegate per soddisfare ulteriormente i bisogni delle popolazioni. È una delle missioni essenziali di cui Sua Maestà ha investito il Consiglio Reale. E noi assolveremo questo compito prestissimo.

- Quale potrà essere il ruolo delle altre associazioni così come dei partiti politici in questa nuova mano?
- Ogni partito o associazione dovrà giocare il suo ruolo e tutti lavoreranno ad una sola causa, per far riuscire questa missione di Sua Maestà, per chiudere definitivamente questo problema del Sahara con l’adesione totale della popolazione sahrawi. Inoltre, l’importante è che questo progetto non sia un progetto imposto. Obbedisce ad una necessità, ad una rivendicazione legittima, ad una aspirazione. L’adesione reale, totale, onesta delle popolazioni garantisce la sua riuscita. Pertanto, ognuno dovrà mettere il suo mattone nell’edificio che Sua Maestà ci ha incaricato di costruire in questa regione.

 

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