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giovedì 2 maggio 2024
 
 
 
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Stampa scritta

Il giornale"Le Soir d'Algerie" :L’ex direttore del quotidiano algerino "La Mattina", Mohamed Benchicou che ha purgato due anni di carcere per, ufficialmente, un'infrazione al regolamento di cambio, ha sostenuto, giovedì che "se il governo di Zapatero difende con successo la tesi marocchina, sulla questione del Sahara, presso i suoi pari europei, è perché difende la stabilità di un Marocco familiare delle generazioni di oggi, cioè un paese più presente, più moderno, più promettente, più leggibile sul piano democratico per le opinioni occidentali."  
 



 In una cronaca settimanale pubblicata dal quotidiano algerino "La Sera di Algeria" che gli ha aperto il suo spazio dopo la scomparsa del suo giornale, Mohamed Benchicou redige un quadro senza concessione sui fallimenti dell'Algeria, particolarmente sul dossier del Sahara, considerando che il Marocco aveva saputo "tornare al suo vantaggio la situazione." 

  Benchicou afferma che il sogno dei dirigenti algerini, durante questi ultimi anni, era "portatore di amare delusioni, legate ad un mondo vecchio che crolla sotto i nostri occhi e di cui l'Algeria non ha saputo misurare l'ampiezza", evocando "la morte di un chimerico trattato di amicizia con la Francia, sogno irascibile portato da Chirac in sua pensione, la cocente sconfitta diplomatica sul dossier del Sahara Occidentale, l'incredibile aggravamento del malessere sociale e della disoccupazione che colpisce  i giovani." 

   Per l’ex. direttore del giornale "La Mattina", "l'Algeria non arriva a realizzare il suo sfasamento, particolarmente rispetto al discorso nuovo in voga soprattutto in Francia, nel contesto delle prossime elezioni, e con la partenza di Jacques Chirac." 

   "Questo discorso di una nuova generazione, continua la stessa fonte, il regime algerino, sfasato, non lo comprende, ma il Re Mohammed VI, egli, ha saputo abilmente captarlo per utilizzarlo a sua volta, per farsi ascoltare, migliorare l'immagine del Marocco e tornare al suo vantaggio la situazione diplomatica sul Sahara occidentale."
 
    Benchicou aggiunge che "il sostegno della Spagna alle tesi marocchine è a questo punto una sconfitta  consumata per Algeri."
 
    Mohamed Benchicou dichiara, peraltro, di non condividere l'analisi di Abdelaziz Rehabi, ex. diplomatico algerino espulso qualche anno fa dalle sue funzioni di Ministro della Comunicazione, convertito negli affari oggi, quando parla di "una strategia che mira ad isolare l'Algeria."
 
    L'autore dell'articolo pensa, a questo titolo, che "il regime algerino si sia autoisolato,  per suo autismo, il suo immobilismo, la sua obsolescenza, il suo autoritarismo". 

    "Non siamo più nella diplomazia di Boumedienne. Un mondo è crollato", Benchicou, sottolinea che "nel nuovo mondo, il Marocco di Mohammed VI, più aperto, più dinamico, più moderno, forse anche più democratico, segna dei punti."
 
   Egli nota inoltre che "in un Magreb dove la Mauritania offre un esempio edificante con un secondo giro di elezioni presidenziali, l'Algeria giura ancora con il arcaismo." 
 

 

 

 

 

 

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