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giovedì 25 aprile 2024
 
 
 
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Dal 1975, l'Algeria ha speso circa 600 milioni di dollari per la sua causa strategica al Sahara

Cosa avviene realmente al Magreb? Quale è il vero problema in questa regione dell'Africa? Si tratta soltanto degli effetti collaterali del terrorismo e dell'assenza di sicurezza nella regione del Sahel e dell'Africa del nord o è la conseguenza di interessi algerini ben definiti?



Certamente, l'affare del Sahara non ipoteca soltanto il futuro e la sicurezza nella regione, ma il conflitto tra il Marocco e l'Algeria, che risale all'epoca ''della guerra famosa delle sabbie'' nel 1963, aggiunge un po'di intransigenza alla posizione algerina.

Così l'Algeria tenta di torcere il braccio in Marocco ed isolarlo, giocando le sue carte vincenti ed aiutandosi dei petrodollari.

Dal 1975 e fino ad oggi, l'Algeria non ha speso meno di 600 milioni di dollari per la sua causa strategica al Sahara. Presi un elevato per trovare uno sbocco al petrolio algerino sull'oceano atlantico.

Occorre tenere conto da un lato della chiusura durante anni delle frontiere terrestri tra i due paesi e di altro che l'Algeria prova a scocciare il Marocco rifiutando sistematicamente di aprire queste frontiere, nonostante i danni che ciò porta agli interessi commerciali.

Il Marocco tenta di ridurre tramite una diplomazia attiva i danni, conseguenze del blocco e dell'isolamento imposto al regno del Marocco da parte dell'Algeria, in particolare dall'arrivo di Abdelaziz Bouteflika al potere.


I presidenti delle organizzazioni in una visita aala comune di Laayoune

Nessun analista ignora soltanto l'immagine del conflitto del Sahara Occidentale è prioritario per l'Algeria, che predomina il suo burattino chiamato fronte del Polisario e che tenta di fuorviare l'opinione pubblica internazionale sostenendo che la calma e la stabilità regnano nei campi di Tindouf, cosa che non è completamente conforme all'assenza di sicurezza nella regione.

In questo clima di tensione e per ricambiare l'immagine sparsa sull'assenza di sicurezza nella regione, interviene la visita di Kerry Kennedy a Laayoune ed a Tindouf. Una visita che è stata duramente criticata dalle organizzazioni favorevoli al Marocco, per averla ignorato palesemente.

Secondo il giornale elettronico ''Algeria Times'', il soggiorno del presidente del centro Robert Kennedy, Kerry Kennedy, in Algeria ha causato spese incredibili, che hanno raggiunto 140 milioni di dollari, per le 24 ore soltanto, che ha dedicato alla visita dei campi dei profughi sahrawi a Tindouf.

Il giornale segnala che i negoziati tra il regime di Algeri e Kerry Kennedy hanno dato luogo ad una condizione, la preparazione di una relazione ostile al Marocco. Kerry Kennedy era accompagnata, durante la sua visita da un gruppo di predicatori anglicani che appartengono ad una chiesa che si chiama ''la roccia della chiesa di Gesù'', e che sono state presentate ai media come attivisti dei diritti dell'uomo. E Kerry Kennedy ha insistito affinché possano accedere ai campi ''come condizione indispensabile''.

Questi missionari anglicani sono stati ricevuti dal Presidente pretese della repubblica sahrawi, Mohamed Abdelaziz. Un accordo è intervenuto per autorizzare più di 500 bambini campi a passare le vacanze agli Stati Uniti, sotto la cornice e la responsabilità della suddetta chiesa.

Kerry Kennedy ed i suoi accompagnatori sono stati interrogati sulla questione intesa ad accertare se come responsabili dell'insegnamento dell'inglese nei campi, utilizzeranno manuali scolastici e pedagogici pubblicati dalla chiesa americana conosciuta per la sua attività missionaria e la sua propaganda a favore della dottrina anglicana.

In questo contesto, è importante mettere sotto le luci della ribalta, la visita effettuata dall'ONG americana ''Teach the Children international'', di cui la presidente la signora Nancy Huff, ha dichiarato che il mantenimento dei campi profughi a Tindouf è una perdita di tempo e che è tempo di permettere ai Sahrawi di ritornare al loro paese.

Le militanti dei diritti dell'uomo, Nancy Huff e Katherine Porter Cameron hanno anche segnalato che il ritorno dei Sahrawi alla loro madre-patria, il Marocco, è una necessità di porre fine alle loro sofferenze, in occasione di una riunione con i capi ed i Chioukh delle tribù, come pure degli attivisti sahrawi, a Laayoune dal 12 al 14 settembre, durante la visita effettuata dall'ONG per prendere conoscenza delle realizzazioni economiche e sociali come pure della situazione dei diritti dell'uomo in questa città, che si trova al sud del Marocco.

Si è insistito sull'importanza dell'autonomia ed un'esperienza che riesce in numerosi paesi, segnalando che quest'iniziativa permetterà di raccogliere le famiglie sahrawi e di vivere con dignità nel loro paese il Marocco.

La Sig.ra Huff che ha lavorato nel quadro di missioni umanitarie per molto tempo nei campi di Tindouf, ha dichiarato in occasione di una riunione con il Presidente ed i membri del Consiglio comunale di Laayoune, che ha scoperto durante la sua visita ai campi, numerosi e gravi danni ai diritti dell'uomo, tra cui deviazioni dell'aiuto umanitario internazionale destinato ai Sahrawi dei campi.

Ha aggiunto che la delegazione americana preparerà una relazione che sarà consegnata al congresso americano, alla Casa Bianca, al ministero degli esteri ed ai membri del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Ma come lo abbiamo detto, l'Algeria è il più grande imputato di ciò che avviene nella regione maghrebina. Con l'arrivo di Bouteflika al potere come il Presidente della repubblica algerina, la politica estera degli Stati Uniti ha effettuato un giro di 180 grado (occorre ricordare che durante la guerra fredda l'Algeria era combinata con l'Unione sovietica ed il Patto di Varsavia).

Pertanto la politica di Bouteflika riguardo agli Stati Uniti ha due aspetti: la prima è la politica ufficiale, la seconda è la politica dell'organizzazione non governativa, nella quale la diplomazia americana svolge un ruolo determinante.

Non occorre dimenticare che la presenza americana in Africa ha una cattiva reputazione, ed in questo senso dobbiamo constatare che nel 2013, il quarto del petrolio e delle materie prime consumate negli Stati Uniti proverrà dall'Africa, in particolare dall'Algeria.

Di là, ''un centro di ricerca'' israeliano e l'istituto degli studi strategici e politici ha chiamato alla predisposizione di un ordine militare americano per l'Africa, Africom, che la propaganda algerina ci dice che ''si trova'' a Tan-Tan (Marocco). Ma in realtà si trova a Tamanrasset (Algeria).

Più precisamente, il giornalista della televisione americana, Emy Goodman ha indicato durante il programma ''la democrazia ora'', a proposito dell'Africom, che è stato inaugurato dall'amministrazione repubblicana del Presidente Bush verso la fine della sua legislatura, sotto l'ordine dell'ex coordinatore securitario tra Israele e l'autorità palestinese.

L'avviso di quest'ordine ha suscitato un'opposizione forte in Africa, e nessun governo ha accettato di accogliere l'ordine generale, che è restato alla fine sulle basi militari americane comuni in Italia ed in Germania.

- Notizia riguardo alla questione del Sahara Occidentale/Corcas -

 

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