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giovedì 25 aprile 2024
 
 
 
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Dossier

Il Sig. Khalihenna: Polisario deve accettare l'autonomia o restare a Tindouf

Il terzo round dei negoziati sul Sahara ha avuto luogo dal 7 al 9 gennaio 2008, a Manhasset prati di New York.Il presidente del Consiglio reale consultivo per gli affari sahariani (CORCAS), il sig. Khalihenna Ould Errachid ha evitato, mercoledì a Manhasset, ad ogni idea referendum d'autodeterminazione al Sahara, precisando che Polisario si trova ora dinanzi a due scelte: accettare l'autonomia proposta dal Marocco, o restare nei campi di Tindouf, in Algeria.

 



L'Algeria deve cooperare in attesa di garantire il successo dei negoziati di Manhasset

 

La maggior parte dei partecipanti ha ritenuto che Alger giochi e debba assumere un ruolo per l'apertura di prospettiva e lo sblocco della situazione dei negoziati politici.

"L'Algeria deve cooperare in attesa di garantire il successo di questi negoziati, esercitando pressioni sul Polisario perché rinunci a richiedere soluzioni impossibles"a ritenuto, lunedì, il presidente del Consiglio reale consultivo per gli affari sahariani (CORCAS), il sig. Khalihenna Ould Errachid.

" La stessa posizione ed analisi è stata fatta dal ministro degli esteri e della cooperazione, il sig. Taieb Fassi Fihri, quando egli dichiarato, nel corso del primo giorno di discussione, martedì, che il Marocco e l'Algeria hanno non soltanto la possibilità di trovare insieme una soluzione al problema del Sahara, che soltanto è troppo durato, ma di costruire la regione sahélo sahariana, esposta a tutte le minacce ed a tutti i traffici.

Altri tanto osservatori che membri della società civili che seguono da vicino questa cartella del Sahara, fanno la stessa constatazione.

Così, un'ONG americana ha ritenuto che l'Algeria dovrebbe essere invitata ai negoziati di Manhasset sul Sahara come destinatario al conflitto e non come un semplice "osservatore", che esprimono la sua apprensione di vedere il terzo round di questi negoziati fallire a causa della intransigeance e delle minacce di violenza e di terrorismo del Polisario e dell'ingerenza ed ostruzione dell'Algeria.

"l'Algeria dovrebbe essere invitata alla tavola dei negoziati come un destinatario al conflitto e non come un semplice" osservatore "poiché ha intrapreso uno sforzo serio, deliberato e sostenuto per mantenere e perpetuare questo conflitto da quando ha scoppiato oltre 30 anni fa, che utilizzano tutti i mezzi di Stato di cui essa dispone'', ha sottolineato" .

The American Council for Moroccan POWs ", in una lettera, indirizzato, lunedì, al segretario generale dell'ONU bando Ki-moon.

Il Consiglio, che ha detto di temere "seriamente" un eventuale fallimento del 3$o round dei negoziati di Manhasset, ha informato che il intransigeance e le minacce di violenza e di terrorismo del Polisario e l'ingerenza e l'ostruzione continue dell'Algeria rischiano di portare un colpo inevitabile alla migliore opportunità di risolvere la questione, offerta dal progetto d'autonomia proposto dal Marocco, ed alla grande speranza che questo progetto ha suscitato attraverso il mondo.

Il Consiglio americano per i prigionieri di guerra marocchini ha esortato il segretariato generale dell'ONU ed il Consiglio di sicurezza a significare chiaramente all'Algeria ed al Polisario che il conflitto del Sahara deve essere risolto in modo pacifico e che le minacce e gli atti di violenza e di terrorismo contro il Marocco e di altri paesi della regione, come pure le violazioni della tregua sono inaccettabili e contrarie alla volontà ed al desiderio della Comunità internazionale così espressi in numerose risoluzioni delle Nazioni Unite.

Per l'esperto internazionale Khattar Abou Diab, esperto in relazioni internazionali all'istituto internazionale di studi geostrategici a Parigi, la risoluzione della questione del Sahara resta tributario "" di un dialogo profondo "" tra il Marocco e l'Algeria in vista di elaborare una visione comune del Magreb e di tutta la regione.

Per il sig. Khattar Abou Diab che, martedì, era invitato sul piatto della catena d'informazione Al Jazeera, la sola soluzione è di optare per "" la pace dei "", braves poiché, ha dice, finché non ci sono intese tra Rabat ed Alger, si continuerà a girare in tondo. In un'intervista accordata, lunedì sera, alla MAP, in margine della tuta del terzo round dei negoziati sul Sahara a Manhasset, il sig. Mohamed Maouelainin, ambasciatore del Marocco in Giordania, che si è consegnato ad un'analisi storica ed esauriente del conflitto, è stato ancora più esplicito.

Il diplomatico ha ritenuto, che "così oggi quelli che si chiamano qui i negoziatori del Polisario dichiarano aderire alla proposta marocchina (d'autonomia) e che l'Algeria si oppone, non saranno più considerati come rappresentanti del Polisario e sostituiti da altri, e se questi negoziatori esprimono la loro opposizione alla proposta marocchina e che l'Algeria gli riserva un'accoglienza favorevole, saranno disapprovati".

Per quest'indigeno del Sahara la cartella del Sahara aveva inizialmente opposto il Marocco e la Spagna, prima di diventare un problema ed un oggetto di conflitto maroco-algerino.

Ed è per il superamento di questa situazione, che l'iniziativa d'autonomia proposta dal Marocco ed oggi basa del negoziato politico che inquadra l'ONU, costituisce anche un'opzione, per l'offerta di una "prospettiva d'integrazione maghrébine per combattere insieme il terrorismo e sfruttare le nostre complementarità" ha ritenuto il ministro degli esteri il sig. Fassi Fihri.

"Abbiamo posto al Polisario la domanda oggettiva seguente:" Poteste una soluzione o restare a Tindouf e Polisario è stato incapace di rispondere ", ha sottolineato il presidente del CORCAS, in una dichiarazione alla stampa al termine del terzo round dei negoziati sul Sahara che si sono svolti a Manhasset, sobborgo new-yorkaise dal 7 al 9 gennaio.

" Dopo avere qualificato come "franchi" le discussioni e gli scambi tra le parti, il sig. Ould Errachid ha insistito sul carattere obsoleto del referendum raccomandato dai separatisti che, secondo lui, non dispongono sempre della latitudine di discutere in modo più profondo e perciò prendere le decisioni che si impongono.

Il presidente del CORCAS, a tale riguardo, ha spiegato che l'autonomia raccomandata dal Marocco si rivolge anche ai dirigenti del Polisario nel senso che potranno prendersi responsabilità nel quadro di quest'autonomia, sotto la sovranità marocchina, che potranno anche implicarsi nella gestione, purché riescano a stabilire i meccanismi necessari, in attesa di applicare quest'autonomia conformemente alla legalità internazionale.

È ciò il diritto all'autodeterminazione, secondo la visione del Marocco, che è conforme all'ultima risoluzione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite, ha fa osservare.

Ha chiamato, in questo senso, l'Algeria a svolgere un ruolo più positivo e ad accordare una certa libertà d'azione al Polisario, che deve potere negoziare liberamente l'autonomia poiché "Polisario si trova sul suolo algerino e l'Algeria lo finanzia e come tale, ha sempre l'ultima parola", ha sottolineato.

Il presidente del CORCAS ha emesso la speranza che Polisario sia capace di fare evolvere la situazione verso una soluzione e che l'Algeria adotta una posizione più coerente, che tenga conto di ciò che è deciso sul piano internazionale ed di ciò che fa sul terreno.

Il Sig. Khalihenna ould Errachid ha d'altra parte evocato la minaccia brandita dal Polisario di riprendere le armi, che deplorano quest'atteggiamento irresponsabile che va contro l'appello della Comunità internazionale, attraverso il Consiglio di sicurezza. "Siamo stati chiari sulla questione."

Abbiamo prevenuto Polisario che il Marocco non accetterebbe, a qualche condizione che sia, la minaccia contro la sua sicurezza e la sua integrità territoriale.

Polisario sa ora che il Marocco non accetterà ciò, e penso che secondo le dichiarazioni che ha fatto, sembra che si sia ritirato fino ad un certo punto, e sembra anche che abbia capito il messaggio ", ha aggiunto.

" Per quanto riguarda il prossimo tondo del sig. Peter Van Walsum nella regione, in previsione del quarto round previsto dall'11 al 13 marzo prossimo, il presidente del CORCAS ha segnalato che questo tondo gli permetterà di prendere conoscenza delle posizioni delle altre parti, in particolare quelle dell'Algeria e del Polisario, di cui si spera che cambino il loro atteggiamento e si impegnino in negoziati seri in attesa di regolare questo conflitto.

Il Sig. Benmoussa: Il Marocco rifiuta categoricamente "ogni tentativo che mira ad imporre la politica del fatto compiuto"

Il ministro dell'interno, il sig. Chakib Benmoussa ha affermato, martedì a Manhasset (New York) che il Marocco rifiuta categoricamente "ogni tentativo che mira ad imporre la politica del fatto compiuto, o a mettere in pericolo l'integrità territoriale del regno, o alla sua sovranità che non possono soffrire per alcun marchandage o concessione".

"il Marocco ha già fatto fronte, attraverso la sua storia, a tutti i tentativi che mirano a minacciare la sua integrità territoriale e non accetterà - né oggi, né domani - un qualunque fa compiuto che riguarda la questione", ha sottolineato il sig. Benmoussa, in un'allocuzione pronunciata in nome della delegazione marocchina, all'apertura del terzo round dei negoziati sul Sahara, che si tengono sotto l'egida delle Nazioni Unite.

Il regno, ha insistito, "rimane mobilitato per preservare la sua sovranità e la sua unità nazionale, e fissare tutta la regione dei rischi di balkanizzazione".

Ecco il testo integrale di quest'allocuzione:.

"Elogio a dio, preghiera e ciao sul profeta, la sua famiglia ed i suoi lavoratori.Sua eccellenza,

signore l'inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite.

Signore, signori.

Il regno del Marocco partecipa a questo terzo round, animato di fiducia, di speranza, in buona fede e di volontà ferma di impegnarsi in negoziati seri, sul modello dei due round precedenti tenuti a Manhasset.

Inoltre, il Marocco ribadisce il suo impegno di principio e la sua disposizione sincera e costruttiva in relazione alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza.

È in questo spirito che il Marocco risponde all'invito piacevole del segretario generale delle Nazioni Unite, sua eccellenza signor Ban Ki Moon, ed ai buoni uffici intrapresi dal suo inviato personale, signor Peter Van Walsum.

Interessati di rispondere al nuovo approccio raccomandato dall'ONU, il Marocco ha intrapreso, con saggezza e coraggio, un'iniziativa fondamentale, audaca e decisiva che consiste nel mettere a punto una proposta innovativa, creativa e ricca di promesse, in attesa di avviare negoziati sull'autonomia nella regione del Sahara marocchino, nel rispetto della sovranità del regno, della sua unità nazionale e della sua integrità territoriale inalienabile.

Dopo avere lanciato quest'iniziativa d'autonomia, il regno del Marocco aspetta dai nostri fratelli qui presenti, come pure dai paesi vicini realmente interessati e sfidati dal Consiglio di sicurezza, la loro cooperazione ed il loro contributo alla creazione delle condizioni favorevoli al successo dei negoziati.

Il Marocco - o la Comunità internazionale - spera che le altre parti reagiscano, a loro volta, implicandosi nel rafforzamento della dinamica attiva impegnata dal regno.

Sono dunque sfidate per svolgere il ruolo di forza di proposta costruttiva, sulla via di un negoziato serio che mira a trovare, per la questione del Sahara, una soluzione politica, realistica, definitiva ed accettabile.

La via da prendere in prestito collettivamente a tale scopo, è quella dell'autonomia, che rappresenta la formula adatta più efficiente perché tutte le tribù e gli abitanti del Sahara, dove che si trovano, possano, nuovamente, esercitare la loro autodeterminazione.

Il Consiglio di sicurezza e la Comunità internazionale, infatti, hanno allontanato le soluzioni astratte ed inapplicabili proposte anteriormente, che occultavano le specificità della regione ed ignoravano la natura della vertenza.

giusto che il Consiglio di sicurezza, nelle sue diverse componenti, aveva salutato, nella sua risoluzione 1754, gli sviluppi verificati per l'attuazione di una soluzione politica giusta e duratura, pur qualificando esclusivamente gli sforzi fatti dal Marocco di serietà e credibili.

Siamo dunque chiamati, nel corso dei nostri negoziati, qualunque ne sia l'uscita, di operare, ciascuno da parte sua - e non soltanto il Marocco - per fare di quest'iniziativa il punto di partenza e la conclusione di questo processo di negoziati, iniziato dalla Comunità internazionale e condotto sotto i suoi auspici.

Inoltre, se il processo di negoziati è stato impegnato, e se siamo riuniti oggi in questo terzo round, il merito ne ritorna al regno del Marocco.

Il Consiglio di sicurezza ha consolidato, nella sua risoluzione 1783, quest'orientamento chiamando le parti a tenere conto, nei loro negoziati, sforzi fatti dal 2006, in un riferimento chiaro alle varie tappe d'elaborazione e di presentazione dell'iniziativa marocchina.

Inoltre l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha intrapreso un'importante evoluzione chiarendo il suo referenziale quanto al principio dell'autodeterminazione in questa vertenza, e ciò, allineandosi sul nuovo approccio adottato dal Consiglio di sicurezza.

D'altra parte, il Marocco ha proseguito la sua marcia democratica e di sviluppo, come ne testimoniano le realizzazioni compiute dal regno nel settore del rafforzamento del processo democratico, con l'organizzazione delle elezioni legislative, il cui insieme degli osservatori internazionali ha all'unanimità sottolineato la credibilità e la regolarità.

Inoltre meccanismi per garantire il rispetto dei diritti dell'uomo ed allargare l'esercizio delle libertà, nel quadro del primato della legge, sono stati realizzati a livelli locali e regionali.

Parallelamente, il Marocco ha intensificato di sforzo per lo sviluppo delle sue province di Sakiet Hamra e di Oued Eddahab, che trasforma così tutto suo Sahara in un vasto cantiere di costruzione e di sviluppo globale, in un passo rigoroso ed integrato, che mira a garantire una vita degna a tutti gli abitanti dell'Sahara.

Il Marocco non si lascerà fuorviare con le mistificazioni, le provocazioni e gli intrighi che sono contrari agli imperativi di un ambiente propizio ai negoziati.

Al contrario, moltiplicherà gli sforzi di solidarietà nazionale, che ha iniziato là ha un terzo di secolo, per garantire il migliore sviluppo a profitto delle province sahariane.

Signore le Rappresentante del Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Signori.

Il Marocco partecipa a questo round dei negoziati animato in buona fede.

Tende sempre la mano e proclama la sua volontà di fare prevalere la logica del dialogo e dell'intesa, per realizzare la riconciliazione tra fratelli e mettere un termine alle sofferenze che sopportano le nostre famiglie nei campi di Tindouf, al Sud dell'Algeria.

Intende giungervi con un dialogo serio ed uno spirito costruttivo. Di fronte a questa disposizione, nota, al suo grande rammarico, che l'altra parte continua ad accamparsi sulla sua posizione radicale ed immobile, e si fissa a tesi tanto inefficaci quanto sterili.

Sebbene la Comunità internazionale ne abbia già riconosciuto l'inapplicabilità, l'altra parte intestazione invano ressusciter, alla sola fine di ostacolare la ricerca di un regolamento politico realistico. Peggiore ancora, continua a brandire l'opzione della guerra, ed agitare la minaccia inaccettabile del ricorso al confronto armato.

In ogni caso, il Marocco che si trova nel suo territorio, e che è sicuro del suo buono diritto, rispettoso della legalità internazionale ed attaccato in un regolamento politico sulla base dell'autonomia, rifiuta queste posizioni immobili e queste provocazioni, e le considera come un tipo di fuga davanti.

In questa occasione, ribadiamo il nostro appello alla Comunità internazionale, per mettere un termine a quest'atteggiamento che è in contraddizione con il principio anche del negoziato, ed andiamo contro la volontà onusienne di creare le condizioni favorevoli ad ogni negoziato serio.

Ci spetta - come spetta, del resto, alla Comunità internazionale - interrogarsi sull'esistenza di una volontà reale di negoziato, a parti che minacciano di riprendere le armi.

Questo tipo di rapporti d'affari costituisce, d'altra parte, un incoraggiamento ai progetti sovversivi che mirano a fare della nostra regione, una base di terrorismo e d'emigrazione illegale, di traffico degli esseri umani e delle armi.

Tali rischi avrebbero conseguenze temibili e non salverebbero alcuno dei nostri cinque paesi magrebini, che hanno, tuttavia, il più grande bisogno di dedicarsi al loro sviluppo, di coordinare i loro sforzi per garantire la loro sicurezza e la loro stabilità, e costruire la democrazia.

È in questo quadro che potremo fissare contro il terrorismo, non soltanto i nostri popoli, ma anche la regione del Sahel e del Sahara, come pure il Nord dell'Africa ed il lato occidentale dell'Europa.

A quelli che controllano di fatto il destino dei nostri fratelli nei campi di Tindouf da decenni, noi cicirelli un appello perché facciano prevalere la ragione e che si preoccupano di non mancare quest'appuntamento con la storia.

Il loro desiderio iniziale di contribuire alla libera gestione dei loro affari, nel quadro di una democrazia allargata, ampiamente è compito del progetto d'autonomia, in un Marocco nuovo, democratico, unito, molto e prospera.

Li chiamiamo anche a trarre gli insegnamenti che si impongono nei confronti dell'accoglienza positiva che riservano sempre più i nostri fratelli marocchini sahariani espatriati, dove che si trovano, su iniziativa d'autonomia che garantisce loro tutte le condizioni di una cittadinanza piena ed intera, e permette loro di vivere nella dignità e di riunire nuovamente le loro famiglie.

Cogliamo quest'occasione per rallegrarsi di questa reazione positiva e volontaria che consolida l'unanimità nazionale, e consolidiamo l'ampio appoggio internazionale di cui beneficia l'iniziativa marocchina.

Nello stesso spirito, e con la stessa sincerità, ci rivolgiamo all'Algeria sorella, che è nel cuore di questo conflitto, della sua genesi e dei suoi scantinati, per chiederle di implicarsi positivamente in questo processo di negoziati politici.

Il contesto storico attuale ci impone di issarci al livello delle aspirazioni dei nostri popoli fratelli per la costruzione di un'Unione maghrebina portatrice di progresso e di prosperità. Abbiamo anche il dovere di essere all'altezza delle attese della Comunità internazionale che auspica che si arrivi rapidamente ad una soluzione consensuale e democratica.

Teniamo anche ad esprimere, con tutta la franchigia fraterna, il nostro rifiuto categorico di ogni tentativo che mira ad imporre la politica del fatto compiuto, o mettere in pericolo l'integrità territoriale del regno, o alla sua sovranità che non possono soffrire per alcun marchandage o concessione.

Il Marocco ha già fatto fronte, attraverso la sua storia, a tutti i tentativi che mirano a minacciare la sua integrità territoriale e non accetterà - né oggi, né domani - un qualunque fa compiuto che riguarda la questione.

Inoltre, rimane mobilitato per preservare la sua sovranità e la sua unità nazionale, e fissare tutta la regione dei rischi di balkanisation.

Questi pericoli, in definitiva, non salverebbero nessuno ed influirebbero, in primo luogo, su quelli stessi che li avranno suscitati.

Ci rivolgiamo anche alla Mauritania sorella, per renderle omaggio per la sua presenza a questi round di negoziati e per il ruolo che svolge per raggiungere una soluzione politica consensuale, che garantisce la pace e la sicurezza nella regione, e che permette alla sua direzione di dedicare le energie del suo popolo fratello alla creazione di un clima propizio allo sviluppo duraturo.

La Mauritania è portatrice di una saggezza che conferisce alla sua presenza qui un valore aggiunto.

Consolida lo spirito di solidarietà e di classe maghrébine e contribuisce a guadagnare la scommessa che offre quest'opportunità storica.

Signore l'inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite. Signori.

La regione e la Comunità internazionale seguono con interesse questo terzo round e sperano che costituirà, con la grazia di dio e la nostra volontà comune, una svolta permettendo di impegnarsi in negoziati approfonditi che riguardano i vari aspetti della soluzione politica consensuale e definitiva, secondo un calendario preciso ed un orizzonte chiaro.

Il Marocco è pronto ad esporre la sua iniziativa, ed a discutere gli aspetti tematici, per dimostrare che l'autonomia, fondata su organi rappresentativi e democratici, nel quadro della sovranità del regno e della sua integrità territoriale, costituisce la via adatta per giungere nel regolamento auspicato.

Inoltre il Marocco ritiene che il successo dei negoziati sulla base dell'iniziativa per l'autonomia, costituisce una vittoria per tutti i popoli magrebini fratelli che aspirano ardemment all'unità, la complementarità e l'integrazione.

In realtà, vogliamo che sia una vittoria per i valori umani e gli ideali di pace, di sicurezza, di stabilità, di democrazia, di dignità, dei diritti dell'uomo, di sviluppo, di progresso e di prosperità, come pure del regolamento pacifico dei conflitti.

Presa in questo senso, questa vittoria sarà quella dei valori universali dell'ONU, sotto l'egida della quale ci riuniamo oggi.

È infine, una vittoria che va nel senso della storia e del nostro destino comune.

Il Marocco intende continuare sulla via che ha scelto, quella della pace, dell'unità e dello sviluppo. Andrà così di di grazie alla mobilizzazione del suo popolo ed di tutte le sue forze vive, nell'interesse ben compreso delle tribù e degli abitanti di nostro Sahara, ed a vantaggio del nostro popolo ed di tutti i popoli fratelli ed amici.

Vorrei, per concludere, esprimere i ringraziamenti del regno del Marocco al segretario Generale delle Nazioni Unite, il sig. Ban Ki Moon, al segretario generale aggiunto per gli affari politici, il sig. Lynn Pascoe e l'inviato personale al Sahara, il sig. Peter Van Walsum, come pure ai loro parenti collaboratori, ed agli organi che dipendono dalle Nazioni Unite e per tutti i paesi fratelli ed amici, che non hanno cessato di portare il loro sostegno al processo di negoziato e di riconciliazione che mira a fare fare uscire la questione del Sahara del suo vicolo cieco.

L'iniziativa marocchina per il negoziato di uno statuto d'autonomia della regione del Sahara è una soluzione realistica ed equa che risponde alle aspirazioni delle nostre generazioni presenti e future.

Il suo obiettivo è di fungere da catalizzatore per federare le energie a livelli nazionali, regionali ed internazionali, a favore della costruzione della democrazia, la consolidazione dei diritti dell'uomo, la realizzazione dello sviluppo e dell'integrazione ed il rafforzamento della sicurezza e la stabilità.

Questa soluzione definitiva costituisce un impegno di pace e di coesistenza tra i popoli della regione collegati da legami fraterni, conformemente al nostro passato comune.

La storia non dimentica e non perdona. Tale è l'orientamento che prosegue risolutamente il regno del Marocco.

Chiamiamo i nostri fratelli ad aggiungersi a noi per dargli corpo e consistenza, facendo prevalere il diritto, armandosi di pazienza e di coraggio ed operando per il trionfo della classe e della serenità. Li esortiamo ad allontanare tutto ciò che è tale da semer la discordia ed il odio, ad attizzare le tensioni e le inimicizie.

I nostri fratelli sono perfettamente capaci di essere in buone disposizioni, di conseguenza che sono animati di buone intenzioni e di volontà sincera.

Wassalamou alaykoum wa rahmatoulah wa "."


Fonte: MAP

- Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas -


 

 

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