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Le sessioni

Khalihenna :Il congresso Kjiggimat é un separatismo nella base del Polisario

 In occasione della tenuta della seconda sessione ordinaria per l'anno 2007, a Smara i 17 e 18 dicembre 2007:  Isig. Khalihenna Ould Errachid, Presidente del Corcas ha tenuto un'importante conferenza .




In allegato il testo integrale  della conferenza/

Presentazione del signor Presidente:

La città di Smara è stata eletta per riparare questa seconda sessione straordinaria. Pertanto, non trascureremo di cogliere l'occasione per gettare la luce su questioni relative al Sahara, o anche chiarire alcuni aspetti relativi alla situazione attuale nei campi di Tindouf, in particolare per quanto riguarda i movimenti scissionnistes nell'ambito del Polisario.

 Infatti, il congresso di Gjijmat (sobborgo di Tifariti) era il teatro di molti movimenti, che proclama, per la prima volta e dal 1975, il dissenso non soltanto di responsabili del fronte, bensì nei round del fronte ed anche delle tribù che si trovano ormai nella zona tappo al nord della Mauritania, e che esprimono il loro sostegno al progetto d'autonomia via la stampa. Parleremo dunque oggi del congresso di Tifariti e dell' atmosfera nella quale si è svolto, come pure della prossima tappa in questo conflitto. Passiamo ora alle questioni.

 Questione: Vogliamo più dettagli ed una spiegazione che riguarda il congresso di Gjijmat e le scissioni; vogliamo anche sapere se avete elaborato un piano per proteggere i dissidenti?

Khalihenna Ould Errachid: La questione è completamente giudiziosa. Gjijmat è una zona situata a 20 chilometri al Sud-Est di Tifariti e vicino alle frontiere mauritaniane. Il congresso che ha avuto luogo il 14 dicembre 2007 è stato segnato dall'installazione di molte tende stessi alle frontiere della Mauritania, cosa che ha spinto le autorità mauritaniane (il governatore di Oum Grine che si trova a 200 chilometro) a proibire tenuti di questo congresso, o almeno ad ordinare lo smantellamento di queste tende, la ragione invocata da dice governatore ed il timore di fare scoppiare il conflitto nella regione.

L'intervento della polizia non ha fatto che disperdere le tribù in questa zona. Gli organi di stampa hanno spedito giornalisti sui luoghi. Così, la catena qatarie Al Jazeera ha effettuato il primo servizio su questa regione, mentre la catena Al Arabiya e la catena Al Hurra, dalla loro parte, si sono candidate come volontarie per percorrere una distanza di 500 km di Zouerate fino a questa regione in condizioni molto difficili.

Le tribù sono ancora nella regione e dalla nostra parte facciamo attualmente sforzi colossali per rientrare in contatta con i nostri fratelli.

Hanno pubblicato questo comunicato battezzato per l'occasione “comunicato di Gjijimate„ per esprimere la loro adesione al progetto d' autonomia proposto dal regno del Marocco, che attribuisce con questo fatto stesso alla direzione del Polisario tutte le sofferenze e le pratiche inumane alle quali sono stati sottoposti.

 Elaboriamo attualmente un piano che garantirà la protezione di queste persone tanto in qu' individui e come gruppi, come il loro rimpatrio, cosa che richiede certamente disposizioni materiali, umane e logistici. Abbiamo messo ormai in contatto con queste persone che saranno in sicurezza visto che conoscono perfettamente questa regione; queste persone che hanno organizzato il congresso appartengono alle tribù seguenti: tribu Rguibat Souaâd, tribu Rguibat Ouled moussa, tribu Rguibat Ouled Cheikh, tribu Rguibat Ouled Daoud, tribu Ouled Dlime, et tribu Ouled Ben Sbaâ.

 Ogni persona non che dispone di lasciare passare è stata vietata d'entrata nella regione. Poiché sapete, nei campi di Tindouf c'è un punto di controllo sulle frontiere del Marocco, della Mauritania e dell'Algeria. È in un certo qual modo un passaggio costretto per ogni persona che vuole raggiungere la regione.

 Le persone così proibite hanno proceduto alla distribuzione di tractes durante gli ultimi tre giorni. L'ultimo tracte le cui copie saranno rimesse alle agenzie di stampa, data d'ieri e del quale si è ricevuta una copia direttamente dei campi (lettura di tracte).

 D'altra parte, Polisario ha preso due decisioni principali: La prima consiste nel impedire sequestrati di lasciare i campi della vergogna, e la seconda riguardata lo stabilimento di un blocco militare draconiano, a cinque livelli, sul congresso di Tifariti per evitare ogni intrusione o sabotaggio.

 Le immagini trasmesse dalle televisioni su questo congresso ne riflettono il carattere militare predominante viste queste misure di sicurezza. Così, la situazione attuale in questa regione si riassume con lo scoppio generalizzato dei membri delle tribù, dato che le tribù restano diffuse in varie regioni.

Stiamo organizzando mezzi logistici per il loro ritorno, avendo precisato che alcuni di loro vivono con alcuni membri delle loro famiglie mentre le altre, con loro mogli e figli, sono ancora ai campi, di fronte ad un dilemma:Torneranno individualmente, o con membri delle loro famiglie, o resteranno là-bas fino a che possono fare fare uscire le loro famiglie dei campi? Assistiamo oggi ad un'anarchia totale nella regione, come pure dentro anche nei campi che a Tifariti. Spiegheremo tutto ciò che è possibile per fare pervenire le misure alimentari e gli aiuti a questa gente.

Questione: Lanciate oggi un appello alle altre parti perché colgano quest'occasione storica. Quest'appello è indirizzato al Polisario o ai sahariani sequestrati che sollecitate qu' non sono liberi di decidere la loro sorte?
 

Khalihenna Ould Errachid:  ho affermato che i dirigenti del Polisario non hanno il loro libero arbitro alla stregua di sequestrati che non possono prendere parte nella presa di decisione. Quale era la vostra questione?

Questione: Si tratta egli di una riunione del Consiglio consultivo ......

Khalihenna Ould Errachid: CONSIGLIO REALE CONSULTIVO, tengo ad insistere sul termine reale, poiché è il termine più importante.

 Questione: Questa riunione ha dunque per finalità di lanciare un appello al Polisario perché osservi questo evento storico, cioè il progetto marocchino d'autonomia, e ciò, prima della tuta del terzo round di negoziati?

Khalihenna Ould Errachid: Sì ma inizialmente, lanceremo l'appello di Smara. In realtà, il fronte del Polisario si sta indebolendo a causa della defezione dei suoi quadri, da cui la diminuzione della sua capacità di avviare negoziati e prendere decisioni riguardanti l' futuro delle persone che sono a Tindouf. Sequestrati i sahariani desiderano vivamente che si impegna in negoziati positivi quanto a l' applicazione del progetto d'autonomia. Ma, i dirigenti hanno un altro calendario ed è dove risiede il problema ed è il motivo per cui il congresso di Gjijmat ha avuto luogo poiché la gente a Tindouf afferma tutti che l'attuale dirigente del Polisario non è competente per approvare l'autodeterminazione.

Questione: Per non rendere marginali alcuni dati, abbiamo osservato negli ultimi anni l'aiuto finanziario e militare che porta l'Algeria al Front Polisario, oltre al suo ricorso alla doppia lingua ed alle minacce militare nei confronti del Marocco che, da parte sua adotta una politica diversa. Si può credere che il Marocco messa interamente sui negoziati e sulla soluzione politica e pacifica?

 Khalihenna Ould Errachid: A prima vista, tengo a confermare che tali minacce di ricorso alla forza militare sono soltanto chimere e pretese incerte. Posso garantirli che Polisario non dispone affatto dei mezzi finanziari, umani e psicologici necessari per condurre una guerra contro il Marocco. È soltanto una manovra diplomatica per mettere la pressione sulla Comunità internazionale, ed in particolare sulle Nazioni Unite. La decisione di condurre una guerra non può essere presa dal fronte Polisario da solo. Personalmente, non credo a questa storia di guerra: fa parte di una propaganda psicologica.

 Inoltre, le unità militari del fronte del Polisario sono soltanto unità irrisorie formate di persone che rispondono a nessun criterio per condurre la guerra in termini di manovre, munizioni, preparazione militare o di condizioni psicologiche. Come potrà fare la guerra mentre si trova in condizioni deplorevoli in assenza della solidarietà e dell'unità interni, preda della scissione e della carestia? Il movimento separatista si dirige rapidamente verso il crollo politico e diplomatico.

Questa dunque è soltanto compagna pura ed una semplice propagandista, e conjure i mass media non di attaccarsi troppo. La prova è la dichiarazione del sig. Mohamed Abdelaziz che ha confermato ieri che la guerra non costituisce affatto un'alternativa ma soltanto una probabilità. Polisario non prevede alcuna possibilità di condurre una guerra contro il Marocco, né ora, né in futuro.

Questione: Quale sarà la reazione del Marocco nel caso in cui Polisario resti attaccato alla sua tesi separatista, continui a resistere o opti per altre vie, in particolare che si tratta della sorte migliaia di prigionieri che vogliono raggiungere la madre patria?

Khalihenna Ould Errachid: Tentare di rispondere a questa domanda sarebbe prematuro poiché si tratta di una fase transitoria che mette in dubbio l'esistenza anche del Polisario. Ma, quest'ultimo conosce attualmente una divisione al centro anche della sua direzione, una divergenza che non è affatto legata ad un individuo in rabbia contro i dirigenti, per non avere preso parte al potere o per ragioni qualunque, ma è legata piuttosto all'ampio pubblico.

Si tratta di una fase dove la pressione interna al fronte è forte per cambiare la sua posizione ai negoziati se la direzione vuole arrivare ad una soluzione. Ma se l'obiettivo di questa fosse di ricorrere a manovre insidiose che vanno contro l' interesse dei sahariani, questa divergenza cresceranno e si allargheranno tra il pubblico a Tindouf, che costituisce la base, e la direzione, che inizia senza dubbio una guerra civile all'interno dei campi.

Questione: Signor Presidente, avete affermato in occasione della vostra introduzione che discuterete del progetto marocchino, e che nutrite la speranza che il prossimo round di Manhasset sarà un'opportunità per mettere in evidenza la buona fede degli antagonisti all'integrità territoriale. Avete la certezza che tali speranze saranno concretizzate?
 
Khalihenna Ould Errachid: L'esperienza prova che c'è sempre una speranza, poiché una buona parte dei dirigenti del Polisario afferma che il primo ed il secondo round di Manhasset non ha risultato in alcun compromesso. La direzione conosce una transizione benché le istanze decisionali attuali al fronte del Polisario non lo riconoscano. Ma, se questi dirigenti detengono le cose a disposizione domani, vale a dire i 18, ci sarà flessibilità delle posizioni.

Tuttavia, se sono esclusi, la vecchia tesi resterà mantenuta. Questi dirigenti infatti sono distribuiti in due campi: mentre gli uni sono grazie ad servizio di informazioni e di quelli che li aiutano, gli altri hanno preferito piegarsi alla volontà dei sahraouis ed ad impegnarsi in veri negoziati per porre fine alla questione.

 Ed è dove risiede il problema poiché nessuno del moderato è in grado di prendere decisioni in questo senso. Domani sera mi rallegrerò se le persone con le quali ho avere un colloquio e che hanno favorevolmente accolto il progetto marocchino d'autonomia, ma non tengono le cose a disposizione, hanno acceduto al potere o almeno ad una parte, e vedremo così che operano in questo senso.

A contrario, e qualora i radicali rimangano all'ordine, la decisione anti-autonomiste prevarrà senza dubbio, e quindi, essa causerà loro numerosi disordini e problemi. Hanno imposto un comitato preparatorio del loro congresso, un comitato ottenendo la maggioranza dei loro dirigenti, poiché hanno elaborato un programma che hanno esposto a le zone, cerchi e tutte le istituzioni del fronte. Le discussioni che si sono svolte a porte chiuse tra il Comitato e tutti gli organi di questo fronte erano un vero dissenso nell'ambito del fronte del Polisario.

Questo detto, una folla di questioni si pone con acutezza nell'ambito di questo dibattito, cioè: Quale è l'obiettivo da raggiungere alla fine? Corrotto sarà escluso? Resterete senza reagire? Per quanto tempo ancora resteremo a Tindouf? Questioni che rimangono senza risposte. I dirigenti del Polisario hanno promesso ai sahariani sequestrati che discuteranno della loro situazione in occasione del congresso e che ci sarà del nuovo, ma ne dubito molto. La delusione sarà grande e l' crollo sarà rapido, non soltanto del fronte Polisario - poiché Polisario è soltanto un gruppo minuscolo ma anche di l' istituzione che è stata costruita da oltre 30 anni.

Questione: va dunque a profitto del Marocco?

Khalihenna Ould Errachid: Ovviamente. Il Marocco, e durante 32 anni, non ha staccato una vittoria così grande come la ha fatta oggi, che sia a livello nazionale nella regione in cui viviamo ormai, dove al livello delle tribù del fronte Polisario, o anche a livello diplomatico. La Comunità internazionale perora a favore dell'iniziativa marocchina, fa rimproveri al fronte del Polisario e a l' Algeria, che ripara questo movimento e s' non impegna in negoziati seri.

Questione: Buongiorno signor Presidente. Ho tre domande da porrvi, la prima è come segue: ogni volta che tenevate una conferenza signor Presidente, parlate soltanto della vostra visione delle cose riguardo al conflitto. Ma cosa è diventato problemi ciò che sopporta la regione?

Khalihenna Ould Errachid: La storia è al cuore anche del problema. Solo la storia può decidere nella marocanité del Sahara. È vero che l' idea d'sécession era sempre radicata nel pensiero dei sahraouis? Aveva ereditato degli antenati, o è il risultato di una problematica d'origine oggettiva, storica e sociale? Eravamo un tempo una nazione indipendente dal Marocco o no? Ve lo dico e lo ripeto: nessuno può pretendere alla base della scissione sulla base della storia vicina o lontana. Può darsi che sia il risultato di problemi, come voi detti, ma questo non può affatto giustificarla. I problemi possono giustificare le manifestazioni, i SIT e le proteste, ma non vanno oltre.

A tale riguardo, io afferrata quest'occasione per lanciare un appello al sig. Mohamed Abdelaziz il cui padre è membro del CORCAS, come pure ai dirigenti del fronte del Polisario di cui i padri facevano parte dell'Esercito di liberazione, che hanno partecipato alla battaglia di Rghioua, situato vicino a Tifariti, ed a Dcheira, e che comprendono perfettamente ciò che voglio dire. Per quanto riguarda i problemi socioeconomici e politici, come pure i problemi relativi ai diritti dell'Uomo e la partecipazione politica, noi non abbiamo nessun'obiezione ad abbordarli tutti, ma ogni cosa a suo tempo il suo tempo; il secessione non è un semplice affare, merita di essere discussa in gran parte.

Questione: Avete parlato dell'autonomia come la migliore soluzione in grado di risolvere la vertenza del Sahara. Ma non credete, signor Presidente, ciò che senza riconciliazione globale con i sahariani, non ci può essere un'autonomia? Cosa insinua Polisario minacciando di ricorrere, in questa congiuntura particolare, alla lotta armata?

 Khalihenna Ould Errachid: Come lo ho affermato a molte occasioni, l' autonomia costituisce in essa stessa una riconciliazione. Polisario o una parte dei sahraouis, ha richiesto, e per ragioni che nullo non ignora, una scissione totale. Del resto, provengono giovani da Guelmim ed in particolare quelli di Tan Tan che, hanno iniziato questo problema. Mi ricordo quando ero studente in Spagna, io presiedevano la parte d'Unione nazionale Sahariana (PNOUS), destinato a fondare lo stato che gli spagnoli volevano creare al Sahara. Ho soggiorni dedicato per essere il capo di questo stato, ma ho declinato categoricamente.

Non volevo secessione, volevo ricongiungere il Marocco. Coloro che erano all'università Mohammed V, compreso il segretario generale e d'altri, hanno rifiutato di fare la stessa cosa. All'epoca, gli studenti erano influenzati dal marxismo ed il leninismo, e la monarchia era considerata come un regime reaczionre, li capisco. Ma era pensieri accademici e dovrebbero restarlo.

La maggioranza dei giovani passa per queste tappe: la rivoluzione, la maturità intellettuale quindi il pragmatismo. A questa gente, dico che l'autonomia è una riconciliazione poiché il Marocco ha fatto una concessione importante accordando un'eccezione politica, economica, culturale e sociale ad una parte del suo territorio. Questo consistitue in sé una riconciliazione storica, un'espiazione per i difetti commessi dal 1956 dallo stato, che sia deliberatamente o involontariamente.

 Un'espiazione per questi lunghi anni di marginalizzazione economica e d' interclusione. L' autonomia rappresenta una compensazione politica ed umana, un riconoscimento per lo Stato degli errori commessi in passato, non da una persona in particolare ma l'amministrazione presa in modo globale. È la riparazione tramite una cosa più nobile. Sono strettamente convinto che sia una riconciliazione. Per quanto riguarda la guerra, vi garantisco che è un'alternativa da dimenticare; è giusto una propaganda, una demagogia priva di qualsiasi valore poiché non riposa su alcuna base che permette ai suoi autori di metterla ad esecuzione.

Questione: Buongiorno, Polisario tiene suo Congresso a Tifariti, il conto alla rovescia è cominciato per i negoziati, ed il Marocco vede nel suo progetto una soluzione definitiva alla vertenza del Sahara. Quali sono le vostre attese alla luce di questa situazione?

 Khalihenna Ould Errachid: A prima vista, e come lo sapete già, Polisario ha dovuto rinviare il suo congresso a molte occasioni (quasi un anno e mezzo) a causa dei dissensi nell'ambito del fronte. È molto probabile che il congresso che si terrà a Tifariti non risulta in alcun'uscita poiché non vuole avviare negoziati per la pace e l'autonomia come soluzione definitiva del conflitto.

Questa discordia è diventata sempre più profonda in particolare dopo l'avviso di un gruppo dissidenti di considerevoli delle tribù sahariane l'organizzazione del congresso di Gjijmat.

Questione: È possibile risolvere questo conflitto senza passare per l' Algeria?

Khalihenna Ould Errachid: Credo che ci si possa dispensare dall'intervento dell'Algeria. Questa pretende non di avere alcuna relazione con il conflitto del Sahara, cosa soltanto il regno auspica vivamente. È per questo che il Marocco ha accettato di negoziare con Polisario secondo le dichiarazioni dell'Algeria che considera questa vertenza come una causa internazionale, ma parce qu' avviene sul suo territorio essa si rende solidale con i profughi e la loro situazione deplorevole su base del principio di l' autodeterminazione.

Per quanto riguarda la posizione dell'Algeria riguardo ai negoziati, non abbiamo osservato,fino qui, nessun'influenza potendo avere un impatto positivo sul Polisario, che lo inducono così ad avviare questi negoziati, in modo indiretto, sottile ed in grado di mettere Polisario dinanzi alle sue contraddizioni proprio.

È vero che il fronte conta enormemente sull'Algeria in questo conflitto poiché si trova sul suo territorio; questa ripara campi, un'organizzazione armata e di numerose persone che sostiene finanziariamente e diplomaticamente. È dunque molto prudenta quanto all'adozione di una posizione qualunque che può causarle pregiudizio.

 Penso che l'Algeria, finora, non è risolto a dichiarare la sua vera posizione.
Continua a sostenere posizioni ovvie, ma non ha ancora superato la tappa primordiale in quest'affare. Li lascia tourmenter nelle loro contraddizioni. Sono convinto che l'Algeria potrebbe cambiare posizione se riusciamo ad iniziare un movimento popolare all'interno dei campi. Non ho cambiato pareri, per il fatto che tutto ciò è relativo a considerazioni che riguardano la costruzione del Magreb arabo e le relazioni bilaterali tra i due paesi. Auspico infinitamente che l' Algeria ritornerà un giorno sulla sua posizione e lascerà Polisario decidere la sua sorte.

Questione: Signor Presidente, quali sono le misure che sono esperibili dal CORCAS per costruire questo progetto d'autonomia su basi solide? L'ultima relazione del segretario generale delle Nazioni Unite ha evocato la necessità di affrontare questioni fondamentali nel prossimo round, pur informando le due parti in controversia non di prendere parte a negoziati inutili. Come il Marocco procederà in occasione di questi negoziati?

Khalihenna Ould Errachid: Per quanto riguarda la prima questione, nessuno può alterare la posizione del Marocco quanto all'autonomia del Sahara, né con l'ausilio di falso-scappante né con ritardi che riguardano con questo fatto la sepoltura del progetto marocchino.

Il Marocco si basa su una politica che si può descrivere al modo del proverbio dialectal: “Il mentitore finisce sempre da denunciarsi„. Abbiamo iniziato un processo di negoziati che si può qualificare come difficili e come difficili, ma ne ci abbiamo fatto uscire la testa alta, fieri di avere un progetto serio e razionale tra le mani.

Per l'altra parte, è incline alle contraddizioni. In ogni caso, il Marocco prenderà la sua decisione al momento stabilito e quando lo giudicherà opportuno, quando il menteur si denuncerà. Tale è il significato. La seconda questione riguardava il round ........?
 
Il giornalista: il prossimo round e l'accesso delle questioni fondamentali

Khalihenna Ould Errachid: I negoziati sono fondati sul fatto che il progetto marocchino (la sola ed unica base di negoziato) è credibile e sincero.

 Questo è stato messo in evidenza dalla risoluzione 1783 che sollecita che questi negoziati sono emersi dopo i nuovi sviluppi verificati nel 2006, cioè l'autonomia. Polisario richiede di ritornare al vecchio piano conosciuto sotto non “di piano 91„ o il processo d'identificazione. Questo piano ha preso fine ai sensi della risoluzione 1754 che ha creato una nuova procedura secondo la quale il futuro del Sahara dipenderà dalle decisioni che saranno prese a l' uscita dei negoziati diretti, poiché dipenderà dalla buona fede.

 Qualsiasi decisione all'unanimità prese dalle parti interessate sarà adottata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite; non è affatto questione delle risoluzioni precedenti né del piano Baker. Polisario deve essere cosciente che qualsiasi possibilità di referendum o d' identificazione è esclusa, e che occorre scegliere tra l'autonomia o riconoscere dinanzi alle Nazioni Unite, la Comunità internazionale ed il popolo del Sahara che rifiutano di raggiungere una soluzione.

Gjijmat è costituito da tribù locali di base la cui popolazione si compone di vieillards, di giovani, di donne e di bambini. È la sola cosa che minaccia Polisario di cui l' esistenza è tributaria della sussistenza dei campi, cosa che può condurre, quindi, al suo crollo nel caso in cui perda questa base popolare.
 Polisario vive un processo di franamento popolare a causa della sua decisione paradossali: a volte opta per la guerra ed a volte per i negoziati pur sostenendo che non esiste più una soluzione. Vive ormai lo stesso scenario che ha fatto sopportare in Marocco.

Il fronte è confrontato a grandi sfide di cui Manhasset 3. I sahariani in attesa d' un cambiamento nella direzione del Polisario sarà deluso, poiché coloro che detengono il potere resteranno gli stessi: Abdelaziz, Albohali, Akik, Abdelkader, Mohamed Salek, Mohamed Khaddad, come pure i dirigenti militari e diplomatici.
 
Inoltre e qualora Polisario si contrasti a negoziare in modo diverso da seria ed accettare il progetto d'autonomia a Manhasset, allora ogni sforzo diplomatico fatto a questo scopo sicrollerebbe. Come vi è giunto, gli Stati Uniti d' America, la Francia, la Spagna e la Comunità internazionale si è messa d'accordo sul fatto che Polisario è diventato un ostacolo, un anicroche, che impedisce così alle Nazioni Unite di raggiungere una soluzione definitiva ed equa.

Questione: Signor Presidente, di ritorno all'affare di Gjijmat, avete detto che un buono numero di tribù desidera ricongiungere la madre patria in condizioni che garantiscono la loro dignità

Khalihenna Ould Errachid: Ciò fa soltanto crédibiliser maggiormente il progetto marocchino d'autonomia.

Questione: Per quanto riguarda il ritorno alla madre patria in condizioni di dignità come la avete accennata sopra, avete dichiarato che ci deve essere un insieme di procedure logistiche, finanziarie e psicologiche a seguire come pure delle disposizioni da applicare. Chi se ne occuperà?

Khalihenna Ould Errachid: Chi se ne occuperà? Lo Stato marocchino ovviamente.
Questione: E il CORCAS?

Khalihenna Ould Errachid: il CORCAS è un consiglio reale consultivo, dunque è lo Stato che adotterà tutte le misure necessarie in concertazione con il Consiglio.

Questione: Signor Presidente, a quanto ritenete il numero di persone presenti attualmente nel congresso di Gjijmat?

Khalihenna Ould Errachid: Mille persone.

Questione: Considerando la situazione nella quale vivono i sahraouis a Gjijmat, avete stabilito lo contatta con alcune organizzazioni della società civile e delle organizzazioni internazionali per conferire una dimensione diplomatica a quest'evento politico?

Khalihenna Ould Errachid: Ovviamente. La prova è le procedure intraprese dal ministro degli esteri a questo proposito, come pure quelle attuate dallo Stato che, su ordine della sua maestà il re, ha adottato le misure necessarie per elaborare un programma globale in materia d'alloggio, d'alloggio, di rimpatrio dei bambini e delle famiglie, di trasferimento e di ritorno alla madre patria nella dignità.

 Saranno dunque l'esempio di un approccio marocchino abile che aspira alla risoluzione della questione su tutti i livelli. In questa stessa ottica, procedure diplomatiche sono state iniziate, in particolare in collaborazione con la Mauritania e l' Algeria, come pure con l'Organizzazione delle Nazioni Unite e la MINURSO.

A questo proposito, tengo a ringraziare tutte le reti televisive che hanno intervistato i nostri fratelli detenuti a Gjijmat e i giornalisti ed i tecnici che hanno sfidato ai pericoli.


 

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