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mercoledì 23 ottobre 2024
 
 
 
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Attività internazionali

Le Prove che colpiscono sul sequestro nell'assenza del controllo della Comunità internazionale

Saadani Maouelainin membro del Consiglio reale consultivo degli affari sahariani, ha partecipato, martedì, alla sede del Consiglio dei diritti dell'uomo a Ginevra, dove partecipa il Corcas nell'ambito della delegazione marocchina, ai lavori della 25iesima sessione del CDU dal 03 al 28 marzo 2014, ad una conferenza “sulle donne nelle zone di conflitto''.


Saadani Maouelainin ha messo in evidenza le sofferenze delle donne sahrawi, che sopportano il sequestro nei campi di Tindouf in Algeria, paese che rifiuta fino ad oggi di rispettare i suoi impegni verso gli abitanti dei campi conformemente alla convenzione del 1951 sui profughi ed il protocollo addizionale che si riferisce (1967), nel momento in cui migliaia di donne, bambini e famiglie, subiscono il sequestro con l'assenza del controllo della Comunità internazionale della loro situazione degradata e dell'inosservanza dei loro diritti.

La situazione inumana che esiste nei campi di Tindouf ad estate messa in luce durante questa conferenza, alla quale hanno partecipato attivisti internazionali dei diritti dell'uomo, fra quali, c'era Princesse Micheline Makou Djouma, rappresentante di molte ONG presso le Nazioni Unite e presidente dell'organizzazione “OCAPROCE internazionale'', la cui rappresentante in Marocco è Saadani Maouelainin.

La delegazione del Corcas, rappresentata anche da Moulay Ahmed Mghizlat, prosegue le sue attività a Ginevra, attraverso la cooperazione ed il coordinamento con molte istanze e delegazioni straniere rappresentate a Ginevra, per difendere la causa del Sahara Marocchino.

È il caso in particolare con l'ONG cilena ''Cedepu Cile'', che coopera con la delegazione marocchina.

Quest'organizzazione cilena richiede al CDU, ed alla luce delle sue constatazioni proprie come pure le sue visite di terreno, la rimozione della sede a quale sono sottoposte le popolazioni nei campi di Tindouf e permettere loro di tornare alla loro madre patria, il Marocco.

L'ONG cilena condanna d'altra parte le attività del fronte Polisario che sequestra gli abitanti dei campi con il sostegno dell'Algeria in condizioni antidemocratiche, pur ostacolando l'arrivo di una soluzione politica giusta al conflitto del Sahara.

La prova dell'ex prigioniero a Tindouf, Ahmed Kheir, in nome dell'organizzazione   dell'azione internazionale per la pace e lo sviluppo nella regione dei grandi laghi, porta una luce aumentata sulle condizioni della reclusione nei carceri del Polisario e la necessità dell'intervento della Comunità internazionale per porre fine alla tragedia dei Sahrawi nei campi di Tindouf.

In ciò che segue il testo di questa prova:

“Sono Ahmed Kheir, ex prigioniero politico nei campi di Tindouf durante 14 anni. Sono passato 10 anni nell'isolamento, che subiscono tutte le forme di tortura psicologica e d fisico e la parte dei torturatori del Polisario con il controllo diretto di elementi del servizio di informazioni algerine.

I compagni tolti contemporaneamente a me e che sono fino ad oggi dispersi, sono numerosi. Alcuni sono stati effettuati di diversi hanno subito torture atroci fino alla morte e si sono mutilate le loro spoglie

Uno dei miei amici, si chiama Hassan El Boukrfaoui, è stato effettuato da palle, dinanzi a tutti i prigionieri del sinistro prigione di Arrachid. Quando è caduto il direttore della prigione, un Algerino ci ha chiesto di bruciare il suo corpo e gettarlo in un pozzo. Sono stato anche, testimone dell'esecuzione di una madre di famiglia, dopo che gli hanno tolto i propri due bambini. La sua tomba si trova vicino alla fossa comune vittime di Arrachid il Presidente, discorso dei crimini del Polisario e dei suoi torturatori senza evocare l'Algeria e l'elemento del servizio di spionaggio algerino ed un errore che tende a fuorviare l'opinione pubblica internazionale, per evitare alla direzione algerina la sua responsabilità sull'argomento.

Ed è ciò che lo spinge a ricordare ciò chi segue:

I campi di Tindouf si trovano sul territorio algerino. Le prigioni del Polisario si trovano anche sul territorio algerino e più di 50.% dei torturatori del Polisario sono elementi del servizio di informazioni algerine

Infine, il Presidente, lancio una chiamata insistente ed urgente alla vostra assemblea onorata ed all'insieme della componente della Comunità internazionale ed organizzazioni non governative per intervenire e rendere giustizia ai nostri che sequetrati e per punire i responsabili che hanno fatto durato le loro sofferenze. E sono su che l'Algeria non sarà lontano da queste sanzioni''.

- Notizia riguardo alla questione del Sahara Occidentale/Corcas -

 

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