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Attività internazionali

Il Marocco, molto dell'adesione totale delle popolazioni del Sahara, ribadisce il suo attaccamento al processo di negoziati, il suo sostegno agli sforzi del segretario generale dell'ONU e del suo inviato Personnel, sig.Christopher Ross, come pure la sua determinazione a proseguire il suo impegno molto per raggiungere una soluzione politica negoziata su base dell'Iniziativa marocchina d'autonomia, ha affermato il sig. Khaddad El Moussaoui, il vicepresidente del Consiglio reale consultivo degli affari sahariani (CORCAS).



Intervenendo dinanzi alla commissione del 24 delle Nazioni Unite al seminario regionale del secondo decennio internazionale dell'eliminazione del colonialismo tenuta a Nouméa in Nuova Caledonia del 18 al 20 maggio, sig.El Moussaoui, ha sottolineato che il Marocco spera con il rafforzamento direttive politiche del Consiglio di sicurezza e le chiarificazioni portate dalla risoluzione 1920, vedere il processo politico continuare nella serenità e che le altre parti si impegneranno in negoziati intensi e sostanziali, su base delle direttive ribadite del Consiglio di sicurezza, e che si separano della loro logica di rigidità e di blocco, a favore di una buona vicinanza pacifica ed interdipendente che riguarda la costruzione di un Magreb prosperoso e democratico, attore attivo nello sforzo africano di sviluppo ed interlocutore credibile dei vari partner della regione.

 Il Marocco è entrato, dal discorso reale del 3 gennaio 2010, che installa la Commissione consultiva sulla regionalizzazione, in un nuovo processo di raffermissement della sua architettura istituzionale, che tende a realizzare un modello nazionale di regionalizzazione avanzata, girato verso la buona gestione territoriale e democratica, ha aggiunto sig.El Moussaoui, sottolineando che questa regionalizzazione si baserà sulle basi seguenti:

 l'attaccamento alla sacralità dell'Unità della nazione, la consacrazione del principio della solidarietà, la ricerca dell'armonizzazione e dell'equilibrio, e l'adozione di un ampio decentramento.

 Questo modello di regionalizzazione, prosegue sig.El Moussaoui, includerà tutte le regioni del Marocco, ed in sommo grado le sue province del sud del regno, e tirerà i suoi vantaggi delle specificità della nazione marocchina, cioè: la monarchia costituzionale democratica e sociale, un patrimonio storico secolare, e le sue acquisizioni in materia di democrazia locale.

M.El Moussaoui ha segnalato che la responsabilità dell'Algeria nella creazione ed il mantenimento di questa vertenza artificiale non è più da dimostrare a chiunque.

 L'Algeria si prende una responsabilità storica ed imprescriptible nella tragedia umanitaria che deriva da questo conflitto che ha crea appena alla fine della presenza coloniale spagnola al Sahara, e che continua di attizzare.

 Infatti, aggiunge il vicepresidente del CORCAS, l'Algeria che ha costituito e continua di riparare sul suo suolo un gruppo armato da essa, il polisario, in attesa di servire i suoi scopi nella regione, ha scelto per sacrificare lo sviluppo delle sue relazioni bilaterali con il suo vicino il regno del Marocco, e sacrificare la costruzione del grande insieme regionale.

L'Unione del Magreb arabo, per condurre una strategia egemonica e seminare l'instabilità nella regione.

Il tetto da alcuni tempi, è che, l'Algeria che vede la sua strategia economica punta a nuda, è passata ad una nuova tappa ed ha superato un nuovo cuscinetto instrumentalisant la questione nobile dei diritti dell'uomo a fini tendenciose, e provando di falsare il registro del Marocco in materia di promozione e di difesa dei diritti umani nella regione, ha sottolineato sig.El Moussaoui.

Si tratta qui di una duplicità nella lingua, per la quale, il Marocco chiama la Comunità internazionale a chiedere un libero accesso alle organizzazioni internazionali e non del governo, ai campi di Tindouf, che si trovano sul territorio algerino, per procedere a verifiche sulle reali violazioni dei diritti dell'uomo che vi sono perpetrati, ha spiegato il sig. El Moussaoui.

Il Marocco chiama anche l'alto commissariato ai profughi (HCR) a compiere il suo mandato, cioè, il censimento di questa popolazione e la valutazione e la quantificazione autentiche dell'assistenza elementare destinata alle popolazioni di questi campi.

L'aiuto umanitario generoso destinato ai sequestrati nei campi di Tindouf in questi ultimi anni sempre, nella sua grande maggioranza, è stato purtroppo deviato al profitto personale dei dirigenti del polisario, con la benedizione del governo algerino che non può negare queste deviazioni commesse sul suo suolo a visto ed al saputo di tutti, come ne hanno testimoniato, autori e ONG indipendenti, ha deplorato sig.El Moussaoui.

E di precisare a questo proposito, soltanto la situazione collettiva, singolare e drammatico che prevale nei campi di Tindouf ha incitato il segretario generale dell'ONU da lanciare, per la prima volta, nella sua ultima relazione, un appello alla Comunità internazionale per riflettere seriamente all'idea di procedere ad un censimento di queste popolazioni e mettere in Âœuvre un programma di interviste individuali.

Il Marocco adotta una posizione chiara e coerente per quanto riguarda le questioni umanitarie, fondata sulla distinzione assoluta tra gli aspetti politici e quelli umanitari della vertenza regionale sul Sahara, posizione fondata anche sul rispetto dei mandati e sui quadri rispettivi del loro trattamento e sul rifiuto di qualsiasi instrumentalizzazione della situazione umanitaria in grado di compromettere il processo di negoziati, impegnato a Manhasset nel 2007, ha aggiunto il sig. El Moussaoui.

Infatti, ha ricordato, le popolazioni del Sahara respingono l'instrumentalizzazione con l'Algeria ed il polisario della causa nobile dei diritti dell'uomo, a fini incerti, che tende ad inquinare l'atmosfera dei negoziati, e gli sforzi seri e credibili del Marocco manifestati attraverso la sua iniziativa d'autonomia per regolare questa vertenza.

Ed il sig. El Moussaoui d' aggiungere che l'autonomia è un'iniziativa democratica nella sua elaborazione, aperta nella sua sostanza e strategica nella sua visione.

È il risultato di un ampio processo di consultazioni interne, completato da consultazioni a livelli regionali ed internazionali per raccogliere i punti di vista dei paesi interessati ed interessati da questa vertenza regionale.

Grazie a quest'iniziativa, il Marocco garantisce alle popolazioni della regione del Sahara marocchino, il loro posto e loro ruolo, senza discriminazione o esclusione nessuno, in organi ed istituzioni esclusivi proprie, che garantiscono una gestione democratica degli affari interni del Sahara, tramite poteri legislativi ed esecutivi autonomi, ed il controllo delle risorse finanziarie necessarie per sviluppare la regione in tutti i settori, e d'altra parte, il Marocco garantisce loro di partecipare in modo attivo, nei settori economici, sociali e culturali del regno, ha precisato il sig. El Moussaoui che ha sottolineato che quest'iniziativa è conforme alla legalità internazionale, alla carta delle Nazioni Unite ed alle risoluzioni dell'Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza, così che al diritto all'autodeterminazione.

L'adozione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza 1754 (2007), 1783 (2007), 1813 (2008), 1871 (2009) ed il 1920 (2010), segna una rottura netta con tutti gli approcci precedenti per il regolamento della questione del Sahara, ha richiamato il sig. El Moussaoui.

 La risoluzione 1920, in particolare, che viene di essere adottato all'unanimità da parte del Consiglio di sicurezza il 30 aprile scorso, ha bene segnato e sigillato la disposizione delle direttive e dei parametri fondamentali previsti dalle ultime risoluzioni del Consiglio di sicurezza, che dovrebbero presiedere alla prosecuzione del processo politico, e guidare l'azione dell'Inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite.

Questa risoluzione consolida la determinazione della Comunità internazionale a preservare e rafforzare la dinamica positiva, impegnata dall'Iniziativa marocchina d'autonomia.

Ribadisce ancora una volta e con forza la valutazione positiva degli sforzi seri e credibili del Marocco per uscire dal vicolo cieco, ricorrente a negoziati intensi e sostanziali, sulla base del realismo e di l' spirito di compromesso, considerando gli sforzi fatti dal 2006.

Qui di seguito il testo integrale dell'allocuzione del sig. Khaddad El Moussaoui, vicepresidente del Consiglio reale consultivo per gli affari sahariani (CORCAS): Seminario regionale del Pacifico del secondo decennio internazionale dell'eliminazione del colonialismo Nouméa Nuova Caledonia, 18 20 maggio 2010

 Dichiarazione del sig. Khaddad EL MOUSSAOUI che rappresenta il CORCAS, Regno del Marocco

 Signor Presidente,

Vorrei, di primo acchito, esprimerle le mie congratulazioni in seguito alla sua elezione alla presidenza del Comitato del 24, e salutare gli sforzi del suo predecessore, l'ambasciatore indonesiano Natalegawa, che ha saputo condurre i lavori di questo Comitato con saggezza. Le mie congratulazioni si estendono, anche, agli altri membri dell'Ufficio.

Le mie valutazioni si estendono anche alle autorità della città di Nouméa, per la loro ospitalità ed i loro sforzi per garantire la migliore organizzazione di questa riunione.

Signor Presidente,
 
La tenuta di questo seminario regionale a Nouméa li chiama a segnare una pausa e condurre una riflessione sul lavoro compiuto da questo Comitato durante gli ultimi due decenni e le difficoltà incontrate a questo scopo.

A tale riguardo, occorre ricordare, qui, che il segretario generale delle Nazioni Unite, nel corso della riunione d'apertura della sessione 2010 del Comitato, in febbraio scorso, ha ritenuto che il Comitato dovrebbe ora diventare più creativo, tramite approcci pragmatici e realistici.

Precisamente, per andare nel senso di questa creatività chiesta, permette di fare un breve richiamo, a vantaggio dei partecipanti, sugli ultimi sviluppi che riguardano la ricerca di una soluzione politica e negoziata alla vertenza regionale sul Sahara occidentale marocchino.

E darvi una descrizione sulla proposta creativa fatta a questo riguardo dal regno del Marocco. Ma prima di farlo, vorrei innanzitutto portare alla vostra alta conoscenza che, sono originario, e vengo direttamente da questo Sahara occidentale oggetto della vostra attenzione, per esprimere dinanzi a voi la voce delle sue popolazioni autentiche, rappresentate dal Consiglio reale consultivo degli affari sahariani (CORCAS) di cui sono il vicepresidente.

Questo consiglio è composto da parlamentari, di consiglieri comunali e comunali, di membri delle camere di commercio, e d'industria tutti democraticamente eletti, e di rappresentanti di molte ONG e forze politiche e sociali come pure dei chioukh e notabili riconosciuti, che militano tutti per la costruzione della loro regione costosa: Sahara occidentale unificato con la sua madre patria il Marocco.

     Questo Consiglio, il CORCAS, ha partecipato interamente dell'interno, ed alle diverse tribune internazionali, e continua a farlo con forza, nella ricerca di una soluzione pacifica, appena negoziata e definitiva al conflitto che circonda Sahara occidentale.

È dunque la voce delle popolazioni Sahraouis che vivono all'interno del territorio incline al conflitto, come pure degli originarii di questo Sahara che si trovano sequestrati e parcheggiati in campi chiamati “campi profughi„ sul suolo dell'Algeria, in condizioni inumane, che vengo ad esprimere dinanzi a voi oggi.

Molto di questa rappresentatività, permette dunque, di tenersi informato degli ultimi sviluppi che ha conosciuto il processo di ricerca di una soluzione negoziata appena e definitiva di questo conflitto come chiesta da questo comitato onorato dalla sua ultima riunione, dall'assemblea generale delle Nazioni Unite e dal Consiglio di sicurezza.

Signore e signori,

Il segretario generale delle Nazioni Unite ed il suo inviato personale hanno continuato a proseguire i loro buoni uffici in attesa di aiutare le parti alla vertenza regionale sul Sahara occidentale marocchino, realizzare progressi verso una soluzione politica e negoziata, nel quadro del processo di negoziati, impegnato sotto gli auspici del Consiglio di sicurezza. Una proiezione notevole è stata iniziata nel 2007, per uscire dal vicolo cieco e dal blocco.

Grazie alla presentazione di ''iniziativa marocchina per il negoziato di uno statuto d'autonomia della regione del Sahara'', iniziativa, che ha costituito una risposta agli appelli ricorrenti lanciati dal Consiglio alle parti che chiedono loro dal 2004 di essere creative nella loro ricerca di una soluzione negoziata.

 Quest'iniziativa, democratica nella sua elaborazione, aperta nella sua sostanza e strategica nella sua visione, è il risultato di un ampio processo di consultazioni interne, completato da consultazioni a livelli regionali ed internazionali per raccogliere i punti di vista dei paesi interessati ed interessati da questa vertenza regionale.

     Grazie a quest'iniziativa, il regno del Marocco garantisce alle popolazioni della mia regione, Sahara occidentale marocchino, il loro posto ed il loro ruolo, senza discriminazione o esclusione nessuno, in organi ed istituzioni esclusivi proprie, che garantiscono una gestione democratica degli affari interni del Sahara occidentale, tramite poteri legislativo ed esecutivi autonomi, ed il controllo delle risorse finanziarie necessarie per sviluppare la regione in tutti i settori, e d'altra parte, il Marocco garantisce loro di partecipare in modo attivo, nei settori economici, sociali e culturali del regno del Marocco sovrano.

SottolinO qui, che quest'iniziativa è conforme alla legalità internazionale, alla carta delle Nazioni Unite ed alle risoluzioni dell'assemblea generale e del Consiglio di sicurezza, come pure al diritto all'autodeterminazione.

Signor Presidente,

L'adozione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza 1754 (2007), 1783 (2007), 1813 (2008), 1871 (2009) ed il 1920 (2010), segna una rottura netta con tutti gli approcci precedenti per il regolamento della questione del Sahara.

Infatti, il Consiglio di sicurezza e con lui l'assemblea generale che ha firmato le sue risoluzioni, testimonia senza appello che tutti gli approcci precedenti, hanno condotto al vicolo cieco e perciò è caduca poiché inapplicabile.

Quest'ultime risoluzioni dedicano da un lato il referenziale multiplo, e le forme diverse, del principio dell'autodeterminazione, e dall'altro rafforzano la centralità del negoziato per raggiungere una soluzione reciprocamente accettabile a questa vertenza regionale.

La risoluzione 1920, in particolare, che è stata appena adottata all'unanimità dal Consiglio di sicurezza il 30 aprile scorso, ha bene segnato e sigillato la disposizione delle direttive e dei parametri fondamentali previsti dalle ultime risoluzioni del Consiglio di sicurezza, che dovrebbero presiedere alla prosecuzione del processo politico, e guidare l'azione dell'inviato personale del segretario generale per raggiungere una soluzione politica.

Questa risoluzione consolida la determinazione della Comunità internazionale a preservare e rafforzare la dinamica positiva, impegnata dall'offerta dell'iniziativa marocchina d'autonomia.

Ribadisce ancora una volta e con forza la valutazione positiva degli sforzi seri e credibili del Marocco per uscire dal vicolo cieco, ricorrente a negoziati intensi e sostanziali, su base del realismo e dello spirito di compromesso, considerando gli sforzi fatti dal 2006.

 Questa risoluzione considera, giusta, che il consolidamento del statu quo non è accettabile a lungo termine e sottolinea la necessità di fare progressi.    

 

Chiama le parti e gli stati della regione a cooperare maggiormente ed interamente con le Nazioni Unite e gli uni con gli altri per uscire dal vicolo cieco e progredire verso una soluzione politica. Chiama le parti a dimostrare maggiormente di volontà politica di progredire nel negoziato, e ciò nel contesto della preminenza riconosciuta dell'iniziativa marocchina d'autonomia, dal suo contenuto ricco e sostanziale, la sua visione strategica, la sua conformità con la legalità internazionale, il suo carattere democratico ed aperto, e la sua filosofia che raggiunge la logica del compromesso e che apre il cammino per il negoziato ''di una terza via'' che permetterà di uscire dal vicolo cieco.

Un'altra volta, di ricordare che la riunione generale delle Nazioni Unite l'aveva da parte sua, adottato per consenso, il 10 dicembre 2009, la risoluzione 64/101 sulla questione del Sahara, che sostiene il processo di negoziato in corso e sottolinea la responsabilità delle parti e gli stati della regione di cooperare interamente con il segretario generale ed il suo inviato personale, e gli uni con gli altri, per contribuire al progresso verso una soluzione di compromesso politico alla questione.

Così un grande numero di risoluzioni successive, mostra bene il valore del ricorso al negoziato come mezzo unico di raggiungere una soluzione politica e reciprocamente accettabile, ed esclude il riferimento al referendum come unico e solo attrezzo per garantire il diritto all'autodeterminazione e per il regolamento della questione del Sahara.

Signor Presidente,

 È importante aggiungere a ciò che precede le conclusioni fatte dal vecchio inviato personale del segretario generale l'ONU, il sig. Peter Van Walsum, dinanzi al Consiglio di sicurezza nell'aprile 2008, affermando che ''l'indipendenza dell'Sahara è un'opzione non realistica ed irrealizzabile''.

Seguito alla fine della missione del Sig. Van Walsum, il segretario generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite ha designato il suo nuovo inviato personale, il sig. Christopher Ross, la cui missione si iscrive nella continuità degli sforzi fatti dal suo predecessore, che cerca di lavorare con le parti e gli stati vicine sulla base della risoluzione 1813, e sulle risoluzioni sopra citate, considerando i progressi compiuti finora in attesa di raggiungere una soluzione appena, duraturo e reciprocamente accettabile alla vertenza del Sahara.

Nell'assolvimento del suo compito, il sig. Ross ha effettuato tre visite nella regione (febbraio 2009, giugno 2009 e marzo 2010), ed ha convocato due riunioni informali (a Durnstein, 9 agosto 2009, ed a Armonk 10 febbraio 2010).
 
Nel corso di queste riunioni informali, come in occasione dei quattro round ufficiali tenuti finora, il Marocco ha fatto orologio della sua buona volontà e di uno spirito costruttivo, presentando alle altre parti, il contenuto e la portata del progetto d'autonomia e chiedendo loro di arricchire il suo contenuto, nel quadro di negoziati intensi e sostanziali.

 Occorre segnalare che la partecipazione attiva ed effettiva dei rappresentanti delle popolazioni sahraoui, venuti dall'interno del Sahara, nelle discussioni nel corso di queste riunioni è stata di un'importanza primordiale, visto che consolida la via democratica scelta dal regno del Marocco, che associa interamente queste popolazioni ai negoziati che sono di un interesse determinante per il loro futuro. *

Le altre parti (Algeria e polisario) hanno assunto, dal canto loro, un atteggiamento radicale ed un discorso ne contrasta con la posizione aperta e conciliatrice del Marocco, e senza considerazione nessuno agli appelli del consiglio di sicurezza e dell'assemblea generale alla creatività, al negoziato, allo spirito di compromesso ed alla ricerca d'uscita del vicolo cieco.

Il loro atteggiamento ostruzionista è stato caratterizzato dall'attaccamento a posizioni rigide e passéistes centrate su un'interpretazione restrittiva del principio dell'autodeterminazione e la loro persistenza da volere porre sulla tavola negoziati delle proposte la cui inapplicabilità o il caducité è stata chiaramente stabilita.

 Signor Presidente,

 La responsabilità dell'Algeria nella creazione ed il mantenimento di questa vertenza artificiale non è più da dimostrare a chiunque.

L'Algeria si prende una responsabilità storica ed imprescrittibile nella tragedia umanitaria che risulta da questo conflitto che ha crea appena alla fine della presenza coloniale spagnola al Sahara, e che continua ad attizzare.

 Infatti, l'Algeria che ha costituito e continua a riparare sul suo suolo un gruppo armato da essa, il polisario, in attesa di servire i suoi scopi nella regione, ha scelto di sacrificare lo sviluppo delle sue relazioni bilaterali con il suo vicino il regno del Marocco, e sacrificare la costruzione del grande insieme regionale, l'Unione del Magreb arabo, condurre una strategia egemonica e seminare l'instabilità nella regione.

      Il tetto da alcuni tempi, è che, l'Algeria che vedono la sua strategia economica punta a nuda, è passata ad una nuova tappa ed ha superato un nuovo cuscinetto instrumentalizzando la questione nobile dei diritti dell'uomo a fini tendenciose, e provando a falsare il registro del Marocco in materia di promozione e di difesa dei diritti umani nella regione.

Si tratta di una duplicità nella lingua, per il quale, chiamo la Comunità internazionale a chiedere un libero accesso alle organizzazioni internazionali e non governomentali, ai campi di Tindouf, che si trovano sul territorio algerino, per procedere a verifiche sulle reali violazioni dei diritti dell'uomo che vi sono perpetrate.

Chiamo anche l'alto commissariato ai profughi (HCR) a compiere il suo mandato, cioè, il censimento di questa popolazione e la valutazione e la quantificazione autentiche dell'assistenza elementare da destinare alle popolazioni dei questi campi.

Preciso che l'aiuto umanitario generoso che è stato destinato ai sequestrati ai campi di Tindouf in questi ultimi anni, sempre, nella sua grande maggioranza, è stato purtroppo deviato al profitto personale dei dirigenti del polisario, con la benedizione del governo algerino che non può negare queste deviazioni esercitate sul suo suolo a visto ed al saputo di tutti, poiché ne hanno testimoniato molte ONG indipendenti.

A tale riguardo, la situazione collettiva, singolare e drammatica che prevale nei campi di Tindouf ha indotto il segretario generale dell'ONU a lanciare, per la prima volta, nella sua ultima relazione S/2010/75 datato 6 aprile 2010, un appello alla Comunità internazionale ''per riflettere seriamente all'idea di procedere ad un censimento dei profughi del polisario ed attuare un programma di interviste individuali''.

Il regno del Marocco da parte sua adotta una posizione chiara e coerente che riguarda le questioni umanitarie, fondata sulla distinzione assoluta tra gli aspetti politici e quelli umanitari della vertenza regionale sul Sahara, posizione fondata anche sul rispetto dei mandati e sui quadri rispettivi del loro trattamento e sul rifiuto di qualsiasi instrumentalisation della situazione umanitaria in grado di compromettere il processo di negoziati, impegnato a Manhasset nel 2007.

Infatti, le popolazioni del Sahara che rappresento dinanzi a voi, respingono la instrumentalizzazione da parte dell'Algeria ed il polisario della causa nobile dei diritti dell'uomo, a fini incerti, che tendono ad inquinare l'atmosfera dei negoziati, e gli sforzi seri e credibili del Marocco, manifestati nella sua iniziativa d'autonomia, per regolare questa vertenza.

Signor Presidente,

 Il regno del Marocco è entrato, dal discorso reale del 3 gennaio 2010, che installa la Commissione consultiva sulla regionalizzazione, in un nuovo processo di raffermissement della sua architettura istituzionale, che tende a realizzare un modello nazionale di regionalizzazione avanzata, girato verso la buona gestione territoriale e democratica.

Questa regionalizzazione si baserà sulle basi seguenti: l'attaccamento alla sacralité dell'unità della nazione, la consacrazione del principio della solidarietà, la ricerca dell'armonizzazione e dell'equilibrio, e l'adozione di un ampio decentramento.

Questo modello di regionalizzazione includerà tutte le regioni del Marocco, ed in sommo grado le sue province del Sahara occidentale del sud, e tirerà i suoi vantaggi delle specificità della nazione marocchina, cioè: la monarchia costituzionale democratica e sociale, un patrimonio storico secolare, e le sue acquisizioni in materia di democrazia locale, come la ha sottolineata la sua maestà Re Mohammed VI nel suo discorso del 3 gennaio 2010:

''Intendiamo, tra l'altro oggettivi principali, mettere le nostre province del Sud recuperate fra i primi beneficiari della regionalizzazione avanzata. Il Marocco, infatti, non può limitarsi nell'immobilismo, mentre gli avversari della nostra integrità territoriale continuano ad ostacolare il processo onusiano che mira a trovare una soluzione politica realistica e reciprocamente accettabile al conflitto artificiale suscitato attorno a queste province, soluzione fondata sulla nostra iniziativa d' autonomia, riservata al Sahara marocchino''.

Signor Presidente,

Il regno del Marocco, molto in ciò dell'adesione totale delle popolazioni del Sahara occidentale di cui gli ribadisco la voce qui, ribadisce il suo attaccamento al processo di negoziati, il suo sostegno agli sforzi del segretario generale e del suo inviato personale, e la sua determinazione a proseguire il suo impegno molto per raggiungere una soluzione politica negoziata sulla base dell'iniziativa marocchina d'autonomia.

Il regno del Marocco spera con il rafforzamento direttive politiche del Consiglio di sicurezza e le chiarificazioni portate dalla risoluzione 1920, o il processo politico continuare nella serenità, e gli chiede il suo appoggio e la sua solidarietà.

 Forma anche il desiderio, che le altre parti si impegneranno in negoziati intensi e sostanziali, su base delle direttive ribadite del Consiglio di sicurezza, e che si separano della loro logica di rigidità e di blocco, a favore di una buona vicinanza pacifica ed interdipendente che considera la costruzione di un Magreb prosperoso e democratico, attore attivo nello sforzo africano di sviluppo, e, interlocutore credibile dei vari partner della regione.
Grazie signor Presidente

 NOUMEA IL 19 MAGGIO 2010

KHADDAD EL MOUSSAOUI VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REALE CONSULTIVO PER GLI AFFARI SAHARIANI

Fonte: CORCAS con MAP

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