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giovedì 28 marzo 2024
 
 
 
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Discorsi reali

La gloriosa epica del 20 agosto è il racconto di una lotta per la liberazione della Patria e il recupero della sua indipendenza   e la sua integrità
Suo Maestà il Re Mohammed VI, che Dio L'assista, ha rivolto martedì un discorso alla Nazione in occasione del 66° anniversario della Rivoluzione del Re e del Popolo.


Vogliamo che questa celebrazione suggelli la continuità e il rinnovamento di una rivoluzione la cui fiaccola si trasmette da una generazione all’altra.

Verità furono le parole del nostro venerato nonno, Suo Maestà il Re Mohammed V, che Dio l'abbia nella Sua santa misericordia, quando decretò solennemente al suo ritorno dall'esilio: "Usciti dal piccolo jihad (la prova dell’esilio e della ripresa dell’indipendenza), eccoci di nuovo a consegnare il grande jihad (la vera grande battaglia del progresso e dello sviluppo)".

Il suo compagno di lotta, il nostro Augusto Padre, Suo Maestà il Re Hassan II, fece onore a questa parola, dedicando la sua vita alla costruzione di uno Stato marocchino moderno, dotato di vere e proprie istituzioni democratiche e guidato da scelte chiare in materia economica, sociale e di promozione dei diritti umani.

Fedele a questa via, proseguiamo l’opera avviata, vegliando a soddisfare la nostra missione: servire il nostro popolo con onore e orgoglio.

Caro popolo,

Abbiamo sempre avuto a cuore di porre il cittadino marocchino al centro del processo di sviluppo di cui costituisce la principale finalità.

Pertanto, abbiamo sempre ritenuto che i grandi affari del paese dovessero essere trattati nell’ambito di un approccio partecipativo e inclusivo per garantire il coinvolgimento di tutte le forze vive della nazione.

E’ in questo stesso spirito che lavoriamo istituendo la Commissione speciale sul modello di sviluppo, alla quale affideremo prossimamente l’esame di questo tema vitale.

Il nostro auspicio è che questa commissione assolva una triplice missione di riadeguamento, di anticipazione, di prospettiva per permettere al nostro paese di affrontare il futuro con serenità e con sicurezza.

Desideriamo sottolineare la portata nazionale del lavoro della Commissione e delle sue future raccomandazioni; il modello di sviluppo al quale aspiriamo si affermerà come autentico marocchino.

Oltre a meccanismi di attuazione e di controllo adeguati, ci sembra infatti indispensabile proporre un modello che i marocchini abbiano la volontà di appropriarsi e di fare riuscire.

La nostra ambizione è che, nella sua nuova versione, questo modello di sviluppo costituisca una solida base per far emergere un nuovo contratto sociale con un’adesione unanime, nella fattispecie quella dello Stato e delle sue istituzioni, quella delle forze vive della nazione, che comprendono il settore privato, le formazioni politiche e i sindacati, le associazioni, nonché quella dell’insieme dei cittadini.

Vogliamo anche che questo modello sia la base della nuova tappa di cui abbiamo delineato i contorni nell’ultimo Discorso del Trono, tappa alla quale abbiamo assegnato come parole d’ordine "Responsabilità ed Essor".

Caro popolo,

Il rinnovamento del modello di sviluppo, così come i progetti e i programmi lanciati sotto il nostro impulso, mirano a far progredire il Marocco sulla via del progresso, a migliorare le condizioni di vita dei suoi cittadini, a ridurre le disuguaglianze sociali e spaziali.

In realtà, è soprattutto nelle zone rurali e nelle periferie urbane che si concentrano i segmenti della popolazione più in difficoltà.

La loro situazione richiede un sostegno più deciso, una maggiore attenzione, un lavoro senza sosta per far fronte alle loro pressanti esigenze.

Per questo motivo abbiamo costantemente chiesto la promozione del mondo rurale, garantendo la creazione di attività che generino reddito e occupazione, agevolando l’accesso rapido ai servizi sociali di base, fornendo il sostegno necessario alla scolarità, lottando contro la povertà e la precarietà.

In questo contesto si inserisce l’ambizioso programma nazionale di riduzione delle disparità nell’ambiente rurale, al quale sono stati destinati circa cinquanta miliardi di dirham per il periodo 2016-2022.

Da parte loro, le popolazioni interessate devono dare prova di iniziativa per migliorare le loro condizioni di vita e cambiare la loro situazione sociale.

A tal fine, devono avvalersi dei vari mezzi a loro disposizione, in particolare la generalizzazione dell’insegnamento, le opportunità offerte dalla formazione professionale e i programmi sociali nazionali.

Parallelamente, tutte le potenzialità del mondo rurale devono essere sfruttate, in primo luogo i terreni agricoli sollevati, di cui abbiamo raccomandato la mobilitazione per la realizzazione di progetti di investimenti agricoli.

Occorre sottolineare che gli sforzi dello Stato non sono sufficienti per garantire il successo di questa impresa di grandi dimensioni.

L’azione pubblica deve essere rafforzata da iniziative e progetti privati in grado di imprimere un nuovo dinamismo agli investimenti agricoli, alle filiere professionali e ai servizi connessi, in particolare nell’ambiente rurale.

In tale contesto, sottolineiamo la necessità di un pieno coordinamento tra i settori interessati.

Nello stesso ordine di idee, chiediamo che si valorizzino le opportunità e le potenzialità di altri settori non agricoli, come il turismo rurale, il commercio, le industrie del territorio.

L’intero dispositivo deve mirare alla promozione dell’iniziativa privata e dell’autoimpiego e, in ultima analisi, all’impulso della dinamica di sviluppo.

A questo proposito, vorrei sottolineare ancora una volta l’importanza della formazione professionale per la qualificazione dei giovani, soprattutto nelle zone rurali e periurbane. Grazie a un'occupazione riuscita, questi giovani diventeranno produttivi e contribuiranno allo sviluppo del paese.

Il conseguimento del diploma di maturità e l’accesso all’università non costituiscono di per sé un traguardo. Sono tappe nel percorso accademico. Ciò che conta davvero è acquisire una formazione che offra prospettive di inserimento professionale e di stabilità sociale.

Non mi stancherò mai di sottolineare il ruolo della formazione professionale, del lavoro manuale nell’inserimento dei giovani. Ciò riguarda:

· In primo luogo, le professioni artigianali, che assicurano ai professionisti un reddito decente e una vita dignitosa;

· In secondo luogo, le industrie agroalimentari e le professioni agricole, che dovrebbero essere insediate nelle zone di produzione, in funzione delle risorse di ciascuna regione;

· Infine, la formazione di competenze nazionali nei settori del turismo, dei servizi e nelle nuove professioni del Marocco, come l'industria automobilistica, l'aeronautica, le nuove tecnologie.

Di fatto, la promozione della formazione professionale è ormai una necessità imprescindibile, non solo per creare nuovi posti di lavoro, ma anche per mettere il Marocco in grado di rispondere alle sfide della competitività economica, di essere in linea con i nuovi sviluppi mondiali verificatisi in diversi settori.

Caro popolo,

Come un edificio, la società forma un insieme coerente, il cui fondamento è la classe media, mentre il resto della struttura è composto dagli altri strati sociali.

Grazie a Dio, negli ultimi anni il Marocco ha iniziato a dotarsi di una classe media, che costituisce ormai una vera leva di produzione e un vettore di coesione e di stabilità.

Considerata la centralità della classe media nel corpo sociale, occorre preservarne i fondamenti e le risorse, creando le condizioni favorevoli al suo consolidamento e al suo allargamento, aprendo prospettive di promozione da e verso di essa.

Queste sfide saranno affrontate soltanto elevando il tasso di crescita a soglie più elevate, generando più ricchezza e garantendo un’equa ridistribuzione dei frutti dello sviluppo.

Negli ultimi vent’anni il Marocco ha registrato un tasso di crescita economica che induce all’ottimismo, benché classificato secondo gli indicatori e i criteri applicati ai paesi del petrolio e del gas.

Indipendentemente dal dibattito sulle cifre e sui tassi di crescita, è importante superare gli ostacoli alla realizzazione di una crescita economica elevata e sostenibile, e quindi generatrice di prosperità sociale.

Riteniamo inoltre che una corretta e perfetta attuazione della regionalizzazione avanzata e della Carta di deconcentrazione amministrativa sia una delle leve più efficaci per aumentare il livello degli investimenti territoriali produttivi e promuovere la giustizia spaziale.

Nonostante tutti gli sforzi compiuti e i testi di legge adottati, si impone una constatazione: a Rabat si stanno ancora trattando numerosi dossier a livello delle amministrazioni centrali, al punto che i progetti programmati vengono rallentati o ritardati e talvolta addirittura abbandonati.

Per affrontare le sfide della nuova fase, esorto il governo a dare priorità a questo tema, correggendo le disfunzioni dell’amministrazione e mobilitando le competenze qualificate a livello regionale e locale.

La responsabilità è condivisa. A questo punto, qualsiasi reticenza o errore è inammissibile. I problemi che ostacolano lo sviluppo del nostro Paese sono più che mai necessari.

A questo proposito, non dobbiamo vergognarci né di riconoscere le nostre debolezze, né di ammettere gli errori che hanno caratterizzato il nostro percorso. Dobbiamo invece trarne gli insegnamenti che ci permetteranno di correggere le carenze, di ridefinire la rotta da seguire.

Caro popolo,

La gloriosa epica del 20 agosto è il racconto di una lotta per la liberazione della Patria e il recupero della sua indipendenza.

Le sue conquiste sono state consolidate dalla grande jihad, questa grande lotta in cui siamo impegnati per garantire al cittadino marocchino progresso e prosperità.

Il nostro impegno a portare la fiaccola di questa Rivoluzione è la migliore garanzia di fedeltà alla memoria dei valorosi martiri della Patria. Questo è anche il modo migliore per assicurare onore e dignità al nostro popolo fedele e ai suoi figli, rispondendo alle loro legittime aspettative.

Il Profeta, pace e salvezza su di lui, nostro antenato, dice: "Nessun uomo guadagna niente di meglio di ciò che ottiene dal lavoro fatto con le proprie mani".


-Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-

 

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