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venerdì 26 aprile 2024
 
 
 
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Discorsi reali

Le virtù elettive di questa epopea, il patriottismo sincero, lo spirito di sacrificio, la solidarietà e la lealtà, miravano a far emergere un Marocco libero e indipendente
Suo Maestà il Re Mohammed VI, ha rivolto giovedì sera un discorso alla Nazione in occasione del 67° anniversario della Rivoluzione del Re e del Popolo.


Ecco il testo integrale del Discorso Reale:

"Lode a Dio, Preghiera e salvezza sul Profeta, la Sua famiglia e i Suoi compagni.

Caro popolo,

In questo stesso giorno del 1953, la volontà di Nostro Nonno, Suo Maestà il Re Mohammed V, e del Suo compagno di lotta, Nostro Padre, Suo Maestà il Re Hassan II, che Dio avesse le loro anime, convergesse con quella del popolo marocchino, perché nascesse una rivoluzione storica la cui parola d'ordine fu il rifiuto solenne dei piani coloniali.

Patriottismo sincero, spirito di sacrificio, solidarietà e lealtà, queste furono le virtù elettive di questa gloriosa epica volta a far emergere un Marocco libero e indipendente.

La storia del Marocco è così riccamente intrisa di eventi che testimoniano la simbiosi perfetta tra il Trono e il popolo, sempre uniti di fronte alle vicissitudini del tempo.
E’ stato lo stato d’animo che, nelle prime fasi della pandemia del Covid-19, ha animato i marocchini che allora hanno dato prova di impegno e si sono collettivamente impegnati.

Durante questo periodo di crisi, siamo riusciti, attraverso i nostri sforzi congiunti, ad attenuare l’impatto sanitario e le sue conseguenze economiche e sociali.

A questo titolo ampie fasce della popolazione hanno beneficiato del sostegno dello Stato. Abbiamo avviato un piano ambizioso e senza precedenti per la ripresa economica e abbiamo dato vita a un grande progetto per la generalizzazione della copertura sociale, a vantaggio di tutti i marocchini.

A questo proposito, insistiamo sulla necessità di una corretta attuazione di questi progetti entro i termini stabiliti.

Caro popolo,

Tuttavia, nonostante gli sforzi compiuti, la pandemia infuria ancora e la lotta, ancora incompiuta, si inserisce sempre in un contesto difficile e senza precedenti.

Certo, siamo stati citati come esempio per il rispetto delle misure preventive e per i risultati probanti che abbiamo registrato durante il periodo di contenimento.

Questo bilancio è stato per noi motivo di particolare orgoglio, soprattutto alla luce dei bassi livelli di decessi e della percentuale di persone colpite rispetto a molti altri paesi.

Purtroppo, abbiamo constatato che, a causa della combinazione di diversi fattori, la revoca del contenimento è stata accompagnata da un aumento eccezionale di casi di infezione.

In effetti, alcuni hanno confuso la revoca del contenimento con la fine della malattia, mentre altri hanno mostrato un lassismo e un rilassamento inammissibili. Alcuni negano addirittura l’esistenza della pandemia.

Va sottolineato che la malattia è reale; sostenere il contrario danneggia non solo chi lo sostiene, ma anche la sua famiglia e i suoi compatrioti.

Occorre inoltre ricordare che i sintomi si manifestano in alcuni pazienti solo 10 giorni dopo l’infezione o più. Inoltre, l'elevato numero di casi asintomatici aumenta il rischio di diffusione della pandemia e richiede pertanto la massima vigilanza.

Di fatto, questa malattia non opera alcuna distinzione tra popolazione rurale e popolazione urbana, né tra bambini, giovani e anziani. La realtà è che una parte consistente della popolazione non rispetta le misure sanitarie preventive adottate dalle autorità pubbliche, come l’uso della maschera, l’osservanza delle regole di distanziazione sociale, l’utilizzo dei prodotti igienici e di disinfezione.

Tali comportamenti potrebbero essere compresi se gli strumenti di prevenzione fossero indisponibili sul mercato o costosi. Lo Stato si è tuttavia scrupolosamente impegnato a fornire questi prodotti in abbondanza e a prezzi molto ragionevoli.

Lo Stato ha infatti sovvenzionato il prezzo delle maschere e ha incoraggiato la loro produzione industriale locale affinché siano alla portata di tutti.

Tali atteggiamenti irrazionali sono, da un lato, privi di civismo, poiché agire da buon cittadino significa innanzitutto preoccuparsi della salute e della sicurezza altrui; d’altro canto, esse denotano una mancanza di solidarietà, perché essere solidali non significa solo aiutare materialmente gli altri, ma soprattutto, in questa situazione, evitare di essere potenzialmente un vettore di contaminazione per gli altri.

Inoltre, queste posizioni annullano gli sforzi dello Stato che, grazie a Dio, è riuscito a sostenere molte famiglie rimaste senza mezzi di sussistenza.

Tuttavia, tale sostegno non può continuare all'infinito, poiché gli aiuti concessi dallo Stato superano le sue risorse.

Caro popolo,

Parallelamente alla riduzione del contenimento, è stato adottato un insieme di misure preventive per salvaguardare la sicurezza dei cittadini e arrestare la proliferazione della pandemia. Tuttavia, assistiamo con disappunto a una recrudescenza dei casi di infezione.

In effetti, constatiamo con rammarico che il deterioramento della situazione sanitaria non porta affatto all’ottimismo per quella data. E chiunque, caro popolo, ti dica il contrario, è un affabulatore.

Di fatto, all'indomani dello sconfinamento, il numero dei casi confermati, quello dei casi gravi e quello dei decessi sono aumentati, in breve tempo, più di tre volte rispetto al periodo di contenimento.

Analogamente, il numero di infezioni tra il personale sanitario è aumentato, passando quotidianamente da un caso durante il periodo di contenimento a 10 casi recentemente.

Se questa tendenza al rialzo dovesse persistere, la commissione scientifica incaricata di seguire l’evoluzione del Covid-19 potrebbe raccomandare un ritorno al contenimento o un inasprimento delle misure sanitarie.

Se, Dio non voglia, si dovesse prendere questa difficile decisione, le sue ripercussioni sociali ed economiche sarebbero gravi per tutti i cittadini.

Inoltre, in mancanza di un rispetto rigoroso e responsabile delle prescrizioni sanitarie, il numero di contaminazioni e di decessi aumenterà. E allora, nonostante i grandi sforzi dei poteri pubblici e del settore sanitario, gli ospedali non sarebbero più in grado di affrontare la pandemia.

Oltre alle misure avviate dalle autorità pubbliche per arginare la pandemia, esorto le forze vive della nazione a dar prova di mobilitazione e di vigilanza e, in particolare, ad aderire unanimemente agli sforzi compiuti a livello nazionale per sensibilizzare la società, risvegliare la sua coscienza e inquadrarla.

A questo proposito, sottolineo che per uscire dalla situazione attuale e raccogliere la sfida della lotta contro la pandemia, ognuno dovrà osservare una condotta civica, esemplare e responsabile.

Caro popolo,

Nel discorso che ti porto oggi, non è mia intenzione rivolgerti rimproveri. Voglio, piuttosto, comunicarti espressamente le mie perplessità circa un eventuale aumento esponenziale dei casi di contaminazione e di decesso. Tale situazione implicherebbe, a Dio non voglia, un ritorno al completo confinamento e rischierebbe di provocare notevoli ripercussioni psichiche, sociali ed economiche.

Per superare questa difficile congiuntura, e mentre commemoriamo l’anniversario della Rivoluzione del Re e del popolo, dobbiamo più che mai ricordare gli emblematici valori di abnegazione, solidarietà e lealtà che hanno caratterizzato questa gloriosa epica.

Sono fermamente convinto che, seguendo le orme di questi illustri predecessori, i marocchini sapranno servire al meglio gli interessi del nostro popolo e del nostro paese, saranno in grado di raccogliere questa sfida, rivelando così il loro civismo e adempiendo i doveri di una cittadinanza attiva".






- Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-

 

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