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venerdì 26 aprile 2024
 
 
 
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Discorsi reali

Se alcuni hanno tentato di fare del 2016 'un anno decisivo', il Marocco, è da parte sua riuscito a fare 'l'anno di fermezza' che riguarda la preservazione della sua integrità territoriale

La decisione del Marocco di reintegrare la sua famiglia istituzionale africana non significa in alcun modo la rinuncia del regno ai suoi diritti legittimi sul suo Sahara


Tetuan suo maestà il Re Mohammed VI ha segnalato, sabato, che il Marocco è riuscito a fare del 2016 "l'anno di fermezza" che riguarda la preservazione della sua integrità territoriale affrontando le dichiarazioni fallaci ed ai rapporti d'affari irresponsabili che hanno falsato la gestione della cartella del Sahara marocchina ed adottando le misure che si imponevano per fermare questi slittamenti pericolosi.

“Se alcuni hanno tentato di fare del 2016 "un anno decisivo", il Marocco, è da parte sua riuscito a fare 'l'anno di fermezza' che riguarda la preservazione della sua integrità territoriale„, ha affermato suo maestà il re, nel discorso indirizzato alla nazione in occasione del 17esimo anniversario della festa del trono.

"Forti della nostra fede nella precisione della nostra causa, abbiamo fatto fronte, con la più grande fermezza, alle dichiarazioni fallaci ed ai rapporti d'affari irresponsabili che hanno falsato la gestione della cartella del Sahara marocchina. Abbiamo anche adottato le misure che si imponevano per fermare questi slittamenti pericolosi", ha indicato il sovrano.

Garantendo continuare a difendere i diritti e ad adottare le misure necessarie per ricambiare ogni slittamento futuro, suo maestà il re ha affermato che "non cederemo ad alcuna pressione o tentativo d'estorsione in un affare che è incoronato per tutti i Marocchini".

Tuttavia, ha proseguito suo maestà il re, il Marocco resterà aperto e costantemente pronto al dialogo costruttivo a raggiungere un regolamento politico definitivo di questo conflitto artificiale.

Suo maestà il re, a questo proposito, ha chiamato nuovamente tutti i cittadini a restare vigilante e mobilitati per contrastare le manovre degli avversari del Marocco, resi "andati in bestia e matti furiosi" dallo sviluppo e l'aumento che conosce il Sahara Marocchino.

"Tutte le cospirazioni, mascherate e rivelate, non riusciranno ad iniziare la nostra determinazione a perseguire la messa in atto del modello di sviluppo seguito nelle nostre province dal sud", hanno fatto sapere il sovrano.
 
Infatti, i progetti di sviluppo lanciati nella regione, e le opportunità offerte dalla regionalizzazione avanzata per favorire un'implicazione effettiva delle popolazioni nella gestione dei loro affari, faranno regione del Sahara un polo economico integrato, hanno tenuto a sottolineare suo maestà il re prima di precisare che potrà così svolgere il ruolo storico che è suo come lineetta e di targa-girevole per gli scambi tra il Marocco e la sua profondità africana, ed anche con i paesi del Nord.
 
Il sovrano, inoltre, ha segnalato che la politica estera del Marocco si sostiene sulla diplomazia della parola e dell'atto, tanto per quanto riguarda la difesa della marocanità del Sahara che per quanto riguarda la diversificazione dei partenariati o dell'implicazione nelle questioni e le problematiche internazionali d'attualità.

D'altra parte, la decisione del Marocco di reintegrare la sua famiglia istituzionale africana non significa in alcun modo la rinuncia del regno ai suoi diritti legittimi sul suo Sahara o il riconoscimento di un'entità fittizia privata degli attributi più elementari della sovranità, e che si è fatto entrare nell'ambito della Organizzazione dell'unità africana, in violazione ovvia della propria carta", ha precisato suo maestà il re.

Il sovrano ha tenuto a sottolineare che il ritorno del Marocco "al suo posto naturale traduce la nostra volontà di difendere i nostri interessi e quelli dell'Unione africana, e rafforzare i domini di cooperazione con i nostri partner, tanto a livello bilaterale che regionale".

Questo ritorno permetterà, inoltre, al Marocco di aprirsi su nuovi spazi, soprattutto in Africa orientale ed equatoriale, e consolidare la sua posizione come elemento di sicurezza e di stabilità, e come attore che opera a favore dello sviluppo umano e della solidarietà africana, ha detto suo maestà il re.

Il sovrano ha colto quest'occasione per indirizzare i suoi più vivi ringraziamenti a tutti gli stati fratelli che si sono tenuti ai lati del Marocco nella difesa della sua integrità territoriale, e che hanno favorevolmente accolto la sua decisione di riacquistare la sua famiglia istituzionale.
 
“Si tratta in particolare dei capi di stato dei 28 paesi che hanno firmati il moto, e degli altri paesi amici che hanno portato il loro contributo a quest'iniziativa", ha precisato suo maestà il re, che ha tenuto ad esprimere la sua considerazione ed il suo riconoscimento alla repubblica del Ruanda che ha accolto 27esimo il vertice africano, ed al suo Presidente, sua eccellenza Monsieur Paul Kagamé, per il sostegno e la cooperazione che hanno portato al Marocco.

Ecco il testo integrale del discorso reale:

“Elogio a Dio.
Pace e Preghiere sul profeta, la sua famiglia ed i suoi compagni.
Caro popolo.

Gli anni si seguono e si succedono da quando, con l'aiuto e la benedizione di dio, abbiamo assunto il carico di presiedere a destini tuoi. È una missione che esalta in base all'onore che noi cade di servirgli. È considerevole nei confronti delle responsabilità che implica per noi dovendo dio e dovendo la storia, colossale in base agli impegni che induce in relazione a tutti i Marocchini.

Celebriamo oggi diciassettesimo l'anniversario della festa gloriosa del trono, ancora più fieri dei legami indefettibili del Beia e della simbiosi perfetta che li collegano, più determinati a proseguire il lavoro impegnato per concretizzare tuo aspirazioni legittime.

Ciò che desidero per tutti i Marocchini, dove che siano, nei villaggi e nelle città, o nelle regioni incastrate ed allontanate, è di fare in modo che possano condurre una vita degna al presente, prevedere il futuro con serenità e fiducia, vivere nella sicurezza e la stabilità costanti, conservando allo spirito che il godimento dei diritti procede parallelamente al compimento dei doveri.

Caro popolo.

Siamo riusciti, nel corso degli ultimi diciassette anni, a realizzare riforme politiche profonde, cantieri economici principali e progetti di sviluppo umano che hanno cambiato l'aspetto del Marocco.

Tuttavia, molto rimane da fare, soprattutto in questo periodo dove siamo alla soglia di una nuova tappa che si innescherà con le prossime elezioni legislative.
Avendo l'incarico di vigilare sul rispetto della costituzione, al funzionamento regolare delle istituzioni ed alla protezione della scelta democratica, non partecipo ad alcun'elezione e non aderisco a nessun partito. Poiché io, sono il re di tutti i Marocchini, candidati, elettori ed anche quelli che non votano.
Sono anche il re di tutte le formazioni politiche, senza discriminazione o esclusione. Comme Je lo ha affermato in un discorso precedente, il solo partito al quale sono fiero di appartenere, è il Marocco.

Perciò, la persona del re usufruisce di uno statuto particolare nel nostro sistema politico. Tutti gli attori, candidati e partiti confusi, devono, dunque, conservarsi di strumentalizzarlo in qualche lotta elettorale o favorevole che sia.

Siamo di fronte ad una svolta decisiva per rimettere le cose al loro posto: Passando da una tappa dove i partiti si servivano da elezioni come meccanismo d'accesso all'esercizio del potere, ad un'altra tappa dove l'ultima parola costo al cittadino che deve prendersi le sue responsabilità per quanto riguarda scegliere gli eletti e di chiedere loro conti.

È il cittadino - e non i partiti ed i candidati che è l'elemento più importante dell'operazione elettorale. È la fonte del potere che delega loro. Ha anche il potere di chiedere loro conti o sostituirli in funzione della loro prestazione durante la durata del loro mandato.

Inoltre, lancio una chiamata a tutti gli elettori perché ascoltino la loro coscienza e conservino allo spirito l'interesse della nazione e dei cittadini al momento del voto, lontano da qualsiasi altra considerazione, da qualche natura che sia.

Invito anche i partiti politici a presentare candidati che soddisfanno le condizioni di competenza e d'integrità, ed animati dal senso delle responsabilità e la preoccupazione di servire il cittadino.

Infatti, i partiti della maggioranza sono obbligati a difendere il bilancio della loro azione per il periodo del loro esercizio del potere. In compenso, i partiti dell'opposizione devono formulare una critica costruttiva e proporre alternative ragionevoli, nel quadro di una concorrenza responsabile di trovare soluzioni concrete alle preoccupazioni ed ai problemi reali dei cittadini.

Da parte sua l'amministrazione, che sorveglia le elezioni, sotto l'autorità del capo del governo, e la responsabilità del ministro dell'interno e del ministro della giustizia e delle libertà, è destinato a riempire il dovere che gli spetta garantire l'integrità e la trasparenza del processo elettorale.
Se alcune irregolarità dovessero prodursi, come è il caso in tutte le elezioni, dovrebbero essere trattate, conformemente alla legge, dalle autorità giudiziarie competenti.

Ma e questo è stupefacente, è di vedere alcuni consegnarsi, nella loro ricerca delle voci e della compassione degli elettori, a pratiche che sono contrarie ai principi ed all'etica dell'azione politica, emettere dichiarazioni ed utilizzare termini pregiudizievoli alla reputazione del paese ed attentatoires all'inviolabilità ed alla credibilità delle istituzioni.

Colgo quest'occasione per richiamare l'attenzione su rapporti d'affari e superamenti gravi commessi in periodo elettorale. Occorre combatterli, e sancire gli autori.
Infatti, appena la data delle elezioni si avvicina, si assiste ad una frenesia quasi-résurrectionnelle dove regna lo ciascuno per sé, e dove nessuno non conosce più nessuno.

Tutti, governo e partiti, elettori e candidati, perdono la testa ed affondano in un caos ed in lotte che non hanno nulla da vedere con la libertà di scelta incarnata dal voto.

Là, dico a tutti, maggioranza ed opposizione: Abbastanza un rilancio patriottico in regolamenti di conto personali o la ricerca di interessi favorevoli stretti!
Caro popolo.

La rappresentazione dei cittadini nell'ambito delle varie istituzioni e delle diverse istanze è una responsabilità pesante. Richiede la sincerità, il senso delle responsabilità e la volontà di servire il cittadino, mettendo questo dovere sopra qualsiasi altra considerazione.

Come lo abbiamo sottolineato a varie riprese, prendersi una responsabilità esige da ciascuno di rispettare il nuovo concetto d'autorità che abbiamo lanciato fin dal nostro accesso al trono.

Il nostro concezione di autorità è dottrina potere che, contrariamente a ciò che pensano alcuni, non si limitano soltanto ai walis, ai governatori ed all'amministrazione territoriale. Riguarda anche chiunque detiene un potere, che sia un eletto o che esercita una responsabilità pubblica, qualunque sia.
Il nuovo concetto d'autorità significa l'interpellanza e l'esigenza di resa dei conti, che si operano attraverso i meccanismi di regolazione e di controllo e l'applicazione della legge. Per gli eletti, ciò passa per le elezioni e la ricerca della fiducia dei cittadini.
Il nostro concetto d'autorità si fonda anche sulla lotta contro tutte le forme di corruzione: nelle elezioni, l'amministrazione, la giustizia, ecc. l'inadempimento al dovere è anche una forma di corruzione.

D'altra parte, la corruzione non è un destino, non più che non ha fatto parte un giorno del carattere dei Marocchini. Ma la nozione di corruzione è stata così tanto compromessa e quasi standardizzata nella società.

In realtà, nessuno ne non è libero, eccetto i profeti, i messaggeri e gli angeli.

Occorre sottolineare qui che la lotta contro la corruzione non deve essere oggetto di rilanci.

Nessuno può arrivarvi molto solo, che si tratti di un individuo, di un partito, o di un'ONG. Meglio ancora, nessuno non deve avvertirsi di cercare con i suoi mezzi da eliminare la corruzione o rettificare attraverso, fuori del quadro della legge.

La lotta contro la corruzione è l'affare dello Stato e della società: lo Stato con le sue istituzioni, attraverso il opérationnalisation dei dispositivi giuridici di lotta contro questo fenomeno pericoloso, la criminalizzazione di tutte le sue manifestazioni e la repressione rigorosa degli prévaricateurs; la società in tutte le sue componenti, rifiutando questa pratica, denunciando i suoi autori ed inculcando il dovere di togliersene il marchio, pur conservando allo spirito i principi della nostra religione santa ed i valori marocchini autentici che sono la virtù, la probità e la dignità.

Caro popolo.

Abbiamo la convinzione che il progresso politico, così avanzato cioè, resterà insufficientemente produttivo se non si accompagna dalla dinamizzazione dello sviluppo.
Per noi, lo sviluppo si fonda sulla complementarità e l'equilibrio tra le dimensioni economiche, sociali ed ambientali.
Inoltre la volontà di raccogliere le sfide multiple e interconnesse in materia di sviluppo, richiede da parte di tutti i Marocchini, individualmente e collettivamente, di aderire al combattimento economico decisivo che è in corso nel mondo.

Infatti, il progresso al quale aspiriamo per il nostro paese non si riassume soltanto ad indicatori che, spesso, trascurano la via e le specificità proprie di ogni paese. Vogliamo piuttosto di quanto quest'aumento si traduca con una vera trasformazione economica e sociale, di cui i frutti vanno a vantaggio di tutti i cittadini.
Se siamo legittimati di essere fieri delle acquisizioni ammucchiate in materia di sviluppo, tutti gli attori dei settori pubblici e privati devono, tuttavia, intensificare di sforzi per issare il Marocco ad una nuova soglia di progresso fra i paesi emergenti di cui abbiamo definito prima le caratteristiche.

Questo richiede un lavoro serio di rilevare la competitività dell'economia nazionale, e garantire la valutazione oggettiva delle politiche pubbliche e l'aggiornamento continuo delle strategie settoriali e sociali.

Nonostante le costrizioni legate a volte alla congiuntura internazionale, a volte all'economia nazionale, il Marocco, dio in sia affittato, avanza continuamente, senza petrolio né gas, bensì grazie alla resistenza ed alla fatica dei suoi bambini.

La migliore prova è il numero crescente delle società internazionali come Peugeot, delle ditte cinesi che realizzano il progetto strategico della zona industriale a Tanger su una superficie che varia da 1000 a 2000 ettari, e delle società russe e bene di altre ancora, che hanno deciso di investire in Marocco e spendere milioni per finanziare i loro progetti.

Queste società non possono rischiare il loro denaro senza avere la certezza di fare buone sistemazioni. Meglio ancora, conoscono ed apprezzano al loro valore giusto la sicurezza e la stabilità di cui usufruisce il Marocco, e le prospettive che offre ai loro investimenti.

Inoltre, molte ditte mondiali hanno espresso l'interesse di investire nel progetto "Noor-Ouarzazate", considerato come la più grande stazione d'energia solare al mondo.

Ci sono così sempre più stranieri che scelgono il Marocco di risiedervi ed installarsi, in particolare francesi e spagnoli, di cui alcuni creano società private.

Questi stranieri vivono senza rischi ed in qualsiasi quiete, sotto la protezione del comandante di che crede e la responsabilità dello Stato marocchino. I Marocchini li accolgono e li trattano con cordialita e molta stima.

Con la stessa volontà e la stessa determinazione, operiamo a garantire la sicurezza e la sicurezza dei Marocchini, preservare la stabilità del paese e mantenere l'ordine pubblico.

Caro popolo.

Il mantenimento della sicurezza è una grande responsabilità che si estende oltre al tempo e dello spazio. È un carico supremo che ci spetta a tutti.
A tale riguardo, tengo ad esprimere al vario servizio di sicurezza la nostra considerazione per gli sforzi instancabili ed i sacrifici enormi che esplicano nel compimento del loro dovere nazionale.

Saluto anche l'efficacia che caratterizza l'azione che conducono ad anticipare e mettere in fallimento le orme terroristiche che tentano disperatamente di spaventare i cittadini e mettere in pericolo la sicurezza e l'ordine pubblico.

Siamo consapevole delle condizioni difficili nelle quali lavorano le donne e gli uomini della sicurezza, a causa dell'insufficienza dei mezzi a loro disposizione. Infatti, sono sul luogo d'impiego di giorno come notti, vivono sotto pressione e si espongono al pericolo nell'esercizio delle loro funzioni.

Inoltre, invitiamo il governo a garantire all'amministrazione securitaria se li rigeneri umane e finanziarie che gli sono necessari per riempire le sue missioni come deve.

Occorre anche proseguire la moralizzazione dell'amministrazione securitaria e di di risanarla di tutto ciò che è tale da da scheggiare la sua reputazione ed appannare gli sforzi considerevoli che i suoi elementi spiegano al servizio cittadini.

La credibilità delle operazioni securitarie richiede del rigore e della fermezza verso i criminali ed i apologisti dell'estremismo e del terrorismo, e ciò, nel quadro del rispetto della legge, dei diritti e delle libertà, e sotto il controllo della giustizia.

Di fronte alla moltiplicazione delle sfide securitarie e dei lotti deformati contro il nostro paese, chiamo alla mobilizzazione ed alla vigilanza costanti.

D'altra parte, insisto sulla necessità di garantire il coordinamento tra i servizi di sicurezza, interni ed esterni, con le forze eserciti reali in tutte le loro componenti e con i cittadini. Poiché ciascuno è responsabile quando si tratta delle cause della nazione.

Infatti, la sicurezza del Marocco è un dovere nazionale che non soffre alcun'eccezione, non più che deve essere la sfida di lotte bizantine o l'oggetto di negligenza o di lassismo nel compimento del dovere che implica. Esige piuttosto dall'emulazione costruttiva nella preservazione dell'unità, dalla sicurezza e dalla stabilità della patria.

Non c'è, infatti, nessun male affinché lo Stato sia forte dei suoi uomini e della sua sicurezza, e che i Marocchini siano mobilitati per difendere le cause del loro paese.

Sul piano esterno, la cooperazione ed il coordinamento dei servizi securitari del nostro paese con i loro omologhi in un certo numero di stati fratelli ed amici, hanno contribuito a sventare molti attentati terroristici e salvare grandi drammi umani a questi paesi.

Caro popolo.

Il nostro interesse per le questioni che preoccupano i cittadini all'interno del Marocco, ha uguale soltanto un'attenzione che riserviamo agli affari dei membri della Comunità che risiedono all'estero.
Infatti, apprezziamo al suo valore giusto il loro contributo allo sviluppo del loro paese ed alla difesa dei suoi interessi superiori.

Siamo fidarsi anche del loro attaccamento alla loro patria e del numero crescente di quelli che, ogni anno, si fanno un dovere di rientrare trovare i loro, nonostante la stanchezza e dei fastidi del viaggio e delle difficoltà che incontrano.

Loro rinnoviamo e ribadiamo, ogni volta ed in qualsiasi occasione, i nostri ringraziamenti e sottoliniamo la necessità di occuparsi come deve delle questioni che le toccano, che sia all'interno della patria o nei paesi di residenza. In ciò, non c'è esagerazione da parte nostra poiché, in realtà, lo meritano ampiamente e molto più.

Li è stati già dati di insistere sulla necessità di migliorare le prestazioni che sono fornite loro e di informarle di alcuni modelli di servizi adottati a tale scopo.

Ma, nonostante le riforme e delle disposizioni che sono state già adottate, queste rimangono insufficienti. Di qui la necessità di dare prova di una più grande serietà e di un impegno più forte da parte dei consoli e dei funzionari per essere al servizio della Comunità e dei suoi affari.

Caro popolo.

La politica estera del nostro paese si sostiene sulla diplomazia della parola e dell'atto, tanto per quanto riguarda la difesa della marocanità del Sahara che per quanto riguarda la diversificazione dei partenariati o dell'implicazione nelle questioni e le problematiche internazionali d'attualità.

Se alcuni hanno tentato di fare del 2016 "un anno decisivo", il Marocco, è da parte sua è riuscito a fare "l'anno di fermezza" che riguarda la preservazione della sua integrità territoriale. Infatti, forti della nostra fede nella precisione della nostra causa, abbiamo fatto fronte, con la più grande fermezza, alle dichiarazioni fallaci ed ai rapporti d'affari irresponsabili che hanno falsato la gestione della cartella del Sahara marocchina. Abbiamo anche adottato le misure che si imponevano per fermare questi slittamenti pericolosi.

Continueremo a difendere i nostri diritti ed adotteremo le misure necessarie per ricambiare ogni slittamento futuro. Non cederemo ad alcuna pressione o tentativo d'estorsione in un affare che è incoronato per tutti i Marocchini.

Tuttavia, il Marocco resterà aperto e costantemente pronto al dialogo costruttivo a raggiungere un regolamento politico definitivo di questo conflitto artificiale.

A tale riguardo, tengo ad invitare nuovamente tutti i cittadini a restare vigilanti e mobilitati per contrastare le manovre degli avversari del Marocco, resi andati in bestia e matti furiosi dallo sviluppo e l'aumento che conosce il Sahara Marocchino.

Tutte le cospirazioni, mascherate e rivelate, non riusciranno ad iniziare la nostra determinazione a perseguire la messa in atto del modello di sviluppo seguito nelle nostre province dal sud.

Infatti, i progetti di sviluppo che abbiamo lanciato nella regione, e le opportunità offerte dalla regionalizzazione avanzata per favorire un'implicazione effettiva delle popolazioni nella gestione dei loro affari, faranno regione del Sahara un polo economico integrato. Potrà così svolgere il ruolo storico che è suo come lineetta e di targa-girevole per gli scambi tra il Marocco e la sua profondità africana, ed anche con i paesi del Nord.

Caro popolo.

La diplomazia dell'atto unito alla parola che prosegue il nostro paese, da sola, non avrebbe dato i risultati scontati, senza la credibilità di cui usufruisce il Marocco nelle sue relazioni internazionali.

Ecco perché il paese ha intrapreso di differenziare i suoi partner. Non si tratta di una posizione congiunturale o di una reazione calda dettata da calcoli ed interessi momentanei. È piuttosto una scelta strategica che è in fase con l'evoluzione del Marocco, e che tiene conto dei cambiamenti che si operano nel mondo.

Questo riflette il posto che occupa il nostro paese come partner rispettato e sollecitato. Questa posizione, la deve al suo modello politico e développemental ed al ruolo che è suo come attore principale nel consolidamento della sicurezza e della stabilità nella regione, e nella difesa delle cause che interessano l'Africa.

Comme l'ho detto precedentemente, il Marocco non è la riserva di caccia di alcun paese. Pertanto, quest'apertura non significa affatto un cambiamento di capo. Non si farà mai a scapito dei suoi partner. Infatti, il Marocco resta fedele ai suoi impegni, attaccato ai suoi alleati storici.

È in questo contesto che appare il vertice che li ha riuniti, nell'aprile scorso, con i dirigenti degli stati del Consiglio di cooperazione del golfo. Questa riunione ha permesso di consolidare il partenariato Marocco/stati del golfo come raccolta strategica unificata, pur ponendo fondazioni solide per un modello unico d'alleanza araba.

Inoltre il Marocco non fornisce alcuno sforzo per rafforzare il partenariato strategico interdipendente sud/sud, soprattutto con i nostri fratelli africani, tanto al piano bilaterale soltanto al livello delle Comunità regionali degli stati dell'Africa dell'Ovest.

Ed è precisamente per consolidare questa politica africana sincera che abbiamo annunciato nel corso 27esimo del vertice africano, la decisione del Marocco di reintegrare la sua famiglia istituzionale africana.
È ovvio che questa decisione non significa in alcun modo la rinuncia del Marocco ai suoi diritti legittimi, o il riconoscimento di un'entità fittizia privata degli attributi più elementari della sovranità, e che si è fatto entrare nell'ambito della Organizzazione dell'unità africana, in violazione ovvia della propria carta.

Il ritorno del nostro paese al suo posto naturale traduce la nostra volontà di difendere i nostri interessi e quelli dell'Unione africana, e rafforzare i domini di cooperazione con i nostri partner, tanto a livello bilaterale che regionale.

Permetterà, inoltre, al Marocco di aprirsi su nuovi spazi, soprattutto in Africa orientale ed equatoriale, e consolidare la sua posizione come elemento di sicurezza e di stabilità, e come attore che opera a favore dello sviluppo umano e della solidarietà africana.

Colgo quest'occasione per indirizzare i miei più vivi ringraziamenti a tutti gli stati fratelli che si sono tenuti ai lati del Marocco nella difesa della sua integrità territoriale, e che hanno favorevolmente accolto la sua decisione di riacquistare la sua famiglia istituzionale. Si tratta in particolare dei capi di stato dei 28 paesi che hanno firmati il moto, e degli altri paesi amici che hanno portato il loro contributo a quest'iniziativa.

Teniamo anche ad esprimere la nostra considerazione ed il nostro riconoscimento alla repubblica del Ruanda che ha accolto questo vertice, ed al suo Presidente, sua eccellenza Signor Paul Kagamé, per il sostegno e la cooperazione che ci hanno portato.

Oltre all'apertura su spazi politici ed economici principali, come la Russia, la Cina e l'India, operiamo al rafforzamento dei nostri partenariati strategici con i nostri alleati che sono la Francia e la Spagna. Parallelamente, ci occupiamo con l'Unione europea, di porre fondazioni solide per lo sviluppo del partenariato tradizionale che le collega.

La nostra opzione per la diversificazione dei partenariati si fonda sul rispetto reciproco e l'impegno da operare al rafforzamento della cooperazione su una base vincitore-vin‌citore. Questo spirito è riflesso negli accordi strategici che sono stati firmati e che coprono domini vitali come l'energia, le infrastrutture, lo sviluppo degli scambi agricoli, la lotta antiterrorista, la cooperazione militare e bene di altri.

Caro popolo.

La preoccupazione che anima il Marocco di differenziare i suoi partner non ha un uguale che la sua volontà ferma di essere destinatario nelle varie questioni e le diverse problematiche dell'ora.

Infatti, il Marocco è un partner efficace nella lotta antiterrorista, che sia al livello della cooperazione securitaria con un certo numero di paesi fratelli ed amici o attraverso il suo modello singolare in materia di gestione della questione religiosa.

È ciò che lo ha autorizzato a copresiedere con l'Olanda il forum mondiale di lotta contro il terrorismo.

D'altra parte, il nostro paese è fortemente implicato negli sforzi internazionali destinati a affrontare i cambiamenti climatici. A tale riguardo, riparerà a novembre prossimo la ventiduesima conferenza degli Stati membri alla convenzione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.

È un'occasione di mettere in evidenza l'impegno del Marocco a lavorare per l'attuazione dell'Accordo di Parigi e continuare a sostenere i paesi in via di sviluppo in Africa ed i piccoli stati insulari, che sono i colpiti dalle ripercussioni del cambiamento climatico.

Come paese che agisce nel dominio della cooperazione triangolare, il Marocco mette in testa della sua politica la volontà di orientare l'azione internazionale in un senso che permette di dimostrare più interesse alle questioni di sviluppo, più specialmente in Africa.

Caro popolo.

Il nostro lavoro non si mette a fuoco troppo sul bilancio e le realizzazioni, ma piuttosto l'impatto che lascia sulle condizioni di vita dei cittadini in previsione del loro miglioramento.

Infatti, mettiamo la dimensione umana in testa delle priorità. Poiché, in definitiva, cosa che importa per noi, è il cittadino marocchino, e l'uomo in generale, dove che sia.

Rendiamo grazie all'Altissimomolto per averci permesso di trasformare il Marocco in ciò che è oggi: uno spazio per i cantieri di costruzione e di sviluppo ed un'oasi di sicurezza e di stabilità, e ciò, nonostante le costrizioni di un contesto internazionale segnato dalla moltiplicazione delle crisi e l'aumento delle tensioni.

In questa gloriosa occasione , teniamo ad esprimere la nostra considerazione ed i nostri ringraziamenti a tutte le forze vive ed a tutti i Marocchini liberi e gelosamente attaccati alla loro patria, per la loro implicazione forte, ai nostri lati, nella costruzione del Marocco dell'unità, della libertà e del progresso e per la loro opposizione ferma ai lotti abietti orchestrati contro il nostro paese.

Rendiamo, anche, omaggio alle forze eserciti reali, alla polizia reale, alle forze ausiliarie, alla sicurezza nazionale, alla protezione civile ed all'amministrazione territoriale per la loro devozione e la loro mobilizzazione costante in attesa di difendere l'unità e la sovranità del paese e vegliare sulla sua sicurezza e la sua stabilità.

Preghiamo molto-Alto di concederci aiuto e sostegno nella condotta della missione che abbiamo legato i nostri antenati, di cui invochiamo con un grande rispetto ed un ricordo profondo la memoria immacolata, con alla loro testa, il nostro venerata nonno, suo maestà il re Mohammed V e nostro Augusto Padre, suo maestà il re Hassan II, che Dio abbia i loro cuori, come pure la memoria di tutti i martiri valorosi della patria.

Proseguiremo la nostra marcia collettiva, con molto rigore e di determinazione, per la dimensione del Marocco ed al servizio dei suoi bambini.

Me troverai, caro popolo, come lo hai sempre conosciuto, il vostro primo servo, che fa i miei tuo preoccupazioni e tuo cause e ricettivo ad aspirazioni tue, sempre ed ovunque.

"Dite, ecco il mio cammino. Ne chiamo a Dio, io e coloro che lo seguono in qualsiasi chiaroveggenza. " Vera è la parola di Dio.

Wassalamou alaikoum warahmatoullahi wabarakatouh".


- Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-


















 

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