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giovedì 25 aprile 2024
 
 
 
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Discorsi reali

Un processo è in corso, sotto il controllo del consiglio di sicurezza, per raggiungere una soluzione al Sahara, l'Unione africana con la sua neutralità trovata, potrebbe contribuire in modo costruttivo all'emergenza di questa soluzione


Suo maestà il Re Mohammed VI, che Dio lo assista, ha indirizzato un messaggio 27esimo al vertice dell'Unione africana, che si tiene a Kigali.

Il messaggio reale è stato consegnato domenica al presidente ciadiano, Idriss Deby Itno, presidente in carica del UA, dal sig. Rachid Talbi Alami, presidente della camera dei rappresentanti.

Ecco il testo integrale del messaggio reale:

"Elogio a Dio, preghiera e pace sul profeta la sua famiglia ed i suoi compagni

Sua eccellenza Idriss Déby Itno, Presidente della repubblica del Ciad, Presidente 27esimo del vertice dell'Unione africana,

Sua eccellenza Paul Kagame, Presidente della repubblica del Ruanda, ospite del vertice,
Signore e signori i capi di stato e di governo,

Eccellenze, signore e signori.

È con una viva emozione che mi indirizzo, oggi, nostra a grande e nobile famiglia africana.

Lo faccio come nipote di suo maestà il RE Mohammed V che fu uno dei simboli potenti dell'espansione della coscienza panafricana ed uno degli artigiani più impegnati - ai quotati dei presidenti Jamal Abdel Nasser, Ferhat abbot, Modibo Keita, Sekou Touré, Kwame Kruma - della conferenza storica di Casablanca del 1961, annunciatore dell'Africa emancipata e fondatrice dell'integrazione africana.

Lo faccio come figlio di suo maestà il RE Hassan II che ha riunito, lo stesso anno, la conferenza dei movimenti di liberazione delle colonie sotto la sovranità portoghese in Africa, ha contribuito alla stabilità di molte regioni del nostro continente ed ha permesso di rafforzare i legami d'amicizia e di fraternità con molti paesi africani.

Lo faccio anche come il RE di un Paese Africano. Un paese la cui identità è il frutto di un determinismo geografico, di una storia comune attraversata di eventi significativi, di una mescolanza umana arricchita di secolo in secolo e di valori culturali e spiritosi ancestrali.

Un paese il cui impegno a favore delle cause giuste non è più da dimostrare. Un paese che è sempre stato e, sarà sempre animato da una fede incrollabile in un'Africa forte delle sue ricchezze e potenzialità economiche, fiera del suo patrimonio culturale e cultuale e che affida nel suo futuro.

Signor Presidente,

Signore e signori i capi di stato e di governo,

Il Marocco – non essendo più membro dell'OUA - non si è mai separato dell'Africa.

"Africano è il Marocco. Africano, lo rimarrà. E qualsiasi Marocchino restiamo al servizio dell'Africa… noi saremo all'avanguardia per preservare la dignità del cittadino africano ed il rispetto del nostro continente… ". Tali erano le opinioni della sua maestà il re Hassan II, nel suo messaggio al XX ème Sommet del OUA, che annuncia il ritiro del Marocco, il 12 novembre 1984.

Le parole rammaricato del sovrano erano profetiche e la conclusione è ovvia: il Marocco ha tenuto la sua promessa.

Infatti, oltre tre decenni più tardi, mai l'Africa non è stata sia nel cuore della politica estera e dell'azione internazionale del Marocco.

Ha così sviluppato un modello unico, autentico e tangibile di cooperazione SUD-SUD, che ha permesso, non soltanto, di consolidare i domini tradizionali della formazione e dell'assistenza tecnica, ma anche investire di nuovi settori strategici come la sicurezza alimentare e lo sviluppo delle infrastrutture.

Questo processo non è pronto di fermarsi. È, purtroppo per alcuni, irreversibile.

L'importante implicazione degli operatori marocchini e la loro forte presenza nel dominio della banca, delle assicurazioni, del trasporto aereo, delle telecomunicazioni e dell'alloggio, fanno che il regno è attualmente il primo investitore africano in Africa dell'Ovest.
È già il secondo investitore del continente, ma per poco tempo ancora, con la sua volontà pubblicata di diventare il primo.

Inoltre, il Marocco appartiene a due delle otto Comunità economiche regionali dipendendo dall'Unione africana, in questo caso l'Unione del Magreb arabo (UMA) e la Comunità degli stati Sahelo-sahariani (la CENSAD).

Usufruisce di uno statuto d'osservatore presso la Comunità economica degli stati dell'Africa dell'Ovest (ECOWAS) ed aspira ad un partenariato promettente con la Comunità economica stati dell'Africa centrale (CEEAC). È stato, inoltre, iniziatore, nel 2009, della conferenza ministeriale degli stati africani rivieraschi dell'Atlantico.

D'altra parte, la partecipazione del regno a tutti i partenariati biregionali e bisex-continentali dell'Africa è una prova supplementare della sua disponibilità sempre a difendere gli interessi del continente, sul piano internazionale, e mettere a contributo la sua rete di scambi al servizio delle relazioni dell'Africa con il resto del mondo.

Infine, fedele alla sua tradizione di solidarietà ed alla sua aspirazione alla pace nel mondo, il regno del Marocco non ha cessato, dalla sua partenza dell'OUA, di prendere iniziative multiple a favore della stabilità e la sicurezza.

Si tratta, in particolare, del contributo alle operazioni di mantenimento della pace in Costa d'Avorio,nella repubblica Democratica del Congo e nella Repubblica centrafricana, agli sforzi di mediazione nella regione "del fiume MANO", e recentemente in Libia ed a ricostruzione post - conflitto in Guinea, a Sierra Leone, in Mali ed in Guinea Bissau.

La lista degli impegni assunti dal Marocco in questi diversi domini è troppo lunga ad enumerare. Mi permetterete di lasciare stare, per pudore e precedenza.

Nonostante quest'evidenze, alcuni paesi continuano a sostenere che il Marocco non ha vocazione a rappresentare l'Africa, perché la sua popolazione non sarebbe per lo più nera.

L'Africa non si riassume ad un colore. Continuare ad insinuarlo, è male conoscere le nostre realtà.

Conosco meglio l'Africa e le sue culture che non possono pretenderlo molte altre. Dalle mie visite multiple, conosco anche la realtà del terreno, e lo afferma misurando mieparole. Una realtà fatta di sfide quotidiane importanti, di mancanza di risorse, ma anche di dignità, di storie riuscite e d'impegno cittadino.

È per questo che tutti coloro che denigrano il Marocco fanno torto infatti agli Africani stessi. La popolarità del regno e non essendo la sua dimensione in Africa, più da dimostrare, né provare.

Non sono là per farmi il cantore della presenza del Marocco in Africa. I risultati parlano di essi stessi e fanno a meno di qualsiasi commento.

Non sono là per dare lezioni a chiunque. Rispetto i troppi Africani per farlo.

Signor Presidente,

Signore e signori i capi di stato e di governo,

Il Marocco, che ha lasciato l'OUA non ha mai lasciato l'Africa. Ha soltanto lasciato un'istituzione, nel 1984, in circostanze molto particolari.

La sua relazione passionale con il suo continente spiega la sensazione legittima che il riconoscimento di uno pseudonimo stato era duro ad accettare da parte del popolo marocchino.

È, infatti, difficile ammettere che il regno, nazione perenne ed ancestrale, sia comparato ad un'entità non che dispone di alcun attributo della sovranità, privata di qualsiasi rappresentatività o efficacia.

Questa convinzione che c'era una ferita, sognavo da anni di affidarvelo. Oggi, si offre l'opportunità di farlo. Ed ho la certezza che troverà in quest'assemblea nobile un ascolto attento e sereno.

Questo fatto compiuto immorale, questo colpo di stato contro la legalità internazionale, hanno portato il regno del Marocco ad evitare la divisione dell'Africa al prezzo di una decisione penosa, quella di lasciare la sua famiglia istituzionale.

Il popolo marocchino, unanime, e tutte le sue forze hanno ritenuto inaccettabile quest'adesione, per effrazione e complicità, di un'entità non sovrana.

La storia prenderà in considerazione quest'episodio come una frode, una deviazione di procedure, al servizio di non si sa quali interessi. Un atto comparabile ad una sottrazione di minore, essendo l'OUA ancora, adolescente a quest'epoca.

Come ne sono arrivati a questo passo? La risposta, ne sono certo, tutti la conoscono, e si impone di essa stessa.

Il momento è venuto di evitare alle manipolazioni, il finanziamento i separatismi, cessare di avere un colloquio, in Africa, con conflitti di un altra età, per privilegiare soltanto una scelta, quello dello sviluppo umano e duraturo, della lotta contro la povertà e la malnutrizione, della promozione della salute dei nostri popoli, dell'istruzione dei nostri bambini, e dell'aumento del tenore di vita di tutti.

Quest'imperativo etico respinge e condanna gli errori del passato e gli atti a contro-corrente del senso della storia.

Signor Presidente

Signore e signori i capi di stato e di governo,

La sfida che rimane a sollevare, per il nostro continente, più di un decennio dopo la nascita dell'Unione africana, è quello dell'unità e della coesione della nostra grande famiglia.

Per realizzarlo, ci occorrerà prendere in prestito la via della chiarezza e del coraggio, quella che i nostri inguini, i primi panafricani avevano privilegiato.

L'Africa, così a lungo trascurata, è diventata inevitabile. L'era dove era soltanto oggetto nelle relazioni internazionali è passata. Si afferma, progredisce e si assume sulla scena internazionale. Si presenta ormai come un interlocutore attivo e rispettato nel dibattito sulla gestione mondiale.

È per questo che, sulla questione del Sahara, l'Africa istituzionale non può non sopportare più a lungo i carichi di un errore storico e di eredità che ingombrano.

L'Unione africana, non è essa in contraddizione ovvia con la legalità internazionale? poiché questo preteso Stato non è membro né dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, né dell'organizzazione della cooperazione islamica, né della lega degli stati arabi, né di nessun'altra istituzione sotto regionale, regionale o internazionale?

Ma e questo lo interessa in particolare, è la posizione del nostro continente. L'UA, resterebbe, in sfasamento con la posizione nazionale dei suoi Stati membri, poiché almeno 34 paesi non riconoscono o più quest'entità?

Anche fra i 26 paesi che si erano messi nel campo della divisione nel 1984, solo una minoranza rigorosa di una decina di paese esiste.

Quest'evoluzione positiva è, peraltro, conforme alla tendenza osservata mondialmente. Dall'anno 2000,36 paesi hanno ritirato il loro riconoscimento allo Stato fantasma.

L'Unione africana si trova anche in totale differenza con l'evoluzione della questione di Sahara, al livello delle Nazioni Unite. Un processo è in corso, sotto il controllo del consiglio di sicurezza, per raggiungere una soluzione politica definitiva di questa vertenza regionale.

L'UA non può dunque, sola, pregiudicare dell'uscita di questo processo. Con la sua neutralità trovata, potrebbe, invece, contribuire in modo costruttivo all'emergenza di questa soluzione.

Signor Presidente,

Signore e signori i capi di stato e di governo,

Ciò fa a lungo che i nostri amici ci chiedono di ritornare fra loro, perché il Marocco trovi il suo posto naturale nell'ambito della sua famiglia istituzionale. Questo momento è dunque arrivato.

Dopo riflessione, c'è apparso ovvio che quando un corpo è malato, è meglio curato dell'interno che dell'esterno.

Il tempo delle ideologie è passato. I nostri popoli hanno bisogno di concreto e di azioni tangibili. Non si può cambiare la geografia. Non ci può sottrarsi al peso della storia.

È ciò che milita perché il Marocco non rimanga al di fuori della sua famiglia istituzionale e può così trovare il suo posto naturale e legittimo nell'ambito della UA.

Agendo dell'interno, contribuirà a fare un'organizzazione più forte, fiera della sua credibilità ed alleviata dei lamè di un periodo superato.

Con questo ritorno, il Marocco intende proseguire il suo impegno al servizio dell'Africa e rafforzare la sua implicazione in tutte le questioni che lui tengono a cuore.

Si impegna, così, a contribuire, in modo costruttivo, all'ordine del giorno ed alle attività dell'UA.

Il Marocco, che riparerà la COP 22 a novembre prossimo, saprà difendere la posizione del nostro continente, fortemente toccati dalle questioni climatiche e di sviluppo sostenibile.

La cooperazione – già intenso con numerosi paesi sul piano bilaterale – si vedrà amplificata e ne arricchita. La competenza ed il "know-how" del Marocco potranno, allora, spiegarsi su un terreno ancora più vasto e meglio organizzato.

È il caso, in particolare, delle questioni di sicurezza e di lotta contro il terrorismo. L'esperienza marocchina, in gran parte riconosciuta sul piano internazionale e sollecitata da numerosi paesi – tra cui europei - sarebbe messa al servizio della sicurezza e della stabilità di tutti i paesi africani, in particolare quelli dell'Africa dell'Ovest e centrale.

Questa decisione di ritorno, ragionata e lungamente maturata, emana da tutte le forze vive del regno.

Con quest'atto storico e responsabile, il Marocco intende operare, nell'ambito dell'UA, in attesa di oltrepassare le divisioni.

Signor Presidente,

Signore e signori i capi di stato e di governo,

Il Marocco si situa, oggi, nella prospettiva risolta ed inequivocabile, di riacquistare la sua famiglia istituzionale e continuare con più ardore e convinzioni, a prendersi le responsabilità che sono sue.

È che affida nella saggezza dell'UA, per ristabilire la legalità e correggere gli errori di percorso. Poiché dice il proverbio: "La verità non ha affatto un'altra prova della sua esistenza soltanto l'evidenza".

Wassalamou alaikoum warahmatoullahi wabarakatouh„

- Notizia riguardo alla questione deli Sahara Occidentale/Corcas-

 

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