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Discorsi reali

SM il Re Mohammed VI ha espresso, mercoledì a Riad, l'orgoglio e la considerazione che ispira il sostegno costante dei paesi del golfo al Marocco nella difesa della sua integrità territoriale, facendo sempre il loro affare del Sahara Marocchino.



"Infatti, i paesi del golfo hanno sempre fatto il loro affare del Sahara Marocchino e ciò non li sorprende affatto da parte vostra", ha affermato il sovrano, in un discorso pronunciato dinanzi al vertice Marocco-paese del golfo tenuto a Riad.Suo maestà il re esprime la considerazione che ispira il sostegno costante dei paesi del golfo all'integrità territoriale del Marocco 21/04/2016 SM il Re Mohammed VI ha espresso, mercoledì a Riad, l'orgoglio e la considerazione che ispira il sostegno costante dei paesi del golfo al Marocco nella difesa della sua integrità territoriale, facendo sempre il loro affare del Sahara Marocchino.

"Infatti, i paesi del golfo hanno sempre fatto il loro affare del Sahara Marocchino e ciò non li sorprende affatto da parte vostra", ha affermato il sovrano, in un discorso pronunciato dinanzi al vertice Marocco-paese del golfo tenuto a Riad.

Suo maestà il re ha ricordato, in questo senso, che già, nel 1975, delegazioni dell'Arabia Saudita, del Kuwait, di Qatar, del sultanato di Oman e degli emirato, con la presenza significativa di SUO Cheikh Mohammed Bin Zayed Al-Nehyane, il principe ereditario di Abou Dhabi, che aveva 14 anni all'epoca, ha partecipato alla Marcia Verde lanciata all'epoca per il recupero delle province del Sud del regno.

Da allora, ha aggiunto il sovrano, gli stati del golfo non hanno fornito alcuno sforzo per fare trionfare la causa appena del Marocco e difendere la sovranità del regno sull'insieme del suo territorio, che rileva la posizione soltanto questi paesi hanno ribadito durante l'ultima crisi con il segretario generale delle Nazioni Unite.

"Ma questa volta, la situazione è grave e nuova nella storia di questo conflitto artificiale suscitato attorno alla marocanité del Sahara", ha notato sadomaso il re, precisando che le cose sono arrivi al punto da impegnare una guerra per procura dove il segretario generale delle Nazioni Unite è strumentalizzato per provare a pregiudicare i diritti storici e legittimi del Marocco che riguardano suo Sahara, come ne testimoniano le dichiarazioni parziali del responsabile dell'ONU ed i suoi rapporti d'affari inaccettabili afferente al Sahara marocchino.

"Ma ne non stupite poiché dal momento che si conoscono le ragioni, non ci sono più misteri. Infatti, cosa può fare il segretario generale mentre ammette non essere al corrente completa della cartella di Sahara marocchina, come è il caso di numerosi altri affari Meglio ancora, ignora il dettaglio degli sviluppi ed i veri sotto della cartella", ha proseguito suo maestà il re, che si interroga su ciò che può fare il segretario generale, mentre è l'ostaggio di alcuni dei suoi collaboratori e dei suoi consulenti, ai quali delega il controllo della gestione di numero di cartelle importanti, accontentandosi, lui, di applicare le proposte che gli presentano.

"Si sa anche che alcuni fra questi funzionari hanno percorsi nazionali ed antefatti politici particolari, e che servono gli interessi di altre parti, senza rispetto dell'obbligo di neutralità e d'obiettività al quale sono tenuti a causa della loro appartenenza all'Organizzazione delle Nazioni Unite, e che si trova essere la base dell'azione dell'ONU", ha indicato il sovrano.
 
"Infatti, il segretario generale, nonostante la stima personale che lui portiamo, è in definitiva soltanto un uomo. Pertanto, gli è impossibile circoscrivere tutti gli affari sottoposti alle Nazioni Unite e di trovare le soluzioni che occorrono a tutte le crisi ed a tutte le vertenze che scoppiano nel mondo", ha fatto osservare suo maestà il re.
 
"Tengo qui a sottolineare che il Marocco non ha alcun problema né con le Nazioni Unite di cui è un membro attivo, né con il consiglio di sicurezza di cui rispetta i membri con i quali interagisce in modo permanente. Il problema è, piuttosto, con il segretario generale, ed in particolare con alcuni fra i suoi collaboratori a causa delle loro posizioni ostili al Marocco", ha spiegato il sovrano, ricordando che il Marocco ha sempre coordinato, all'argomento questo conflitto artificiale suscitato attorno alla sua integrità territoriale, con i suoi amici tradizionali, come gli Stati Uniti d'America, la Francia e la Spagna, e con i suoi fratelli arabi, in particolare i paesi del golfo, ed africani come il Senegal, la Guinea, la Costa d'Avorio ed il Gabon.

  Ma, ha notato sadomaso il re, il problema resta posto con i responsabili delle amministrazioni che cambiano in modo permanente in alcuni di questi paesi, precisando che ad ogni cambiamento, occorre fare grandi sforzi per informare questi responsabili della cartella del Sahara marocchina, di tutte le sue dimensioni e dei suoi veri sotto e da ricordare loro che questo conflitto, che dura da oltre quaranta anni, ha fatto numerose vittime ed ha causato di importanti costi materiali, e che la cartella di Sahara è l'affare di tutti i Marocchini, e non soltanto quella del Palais Royal. “I piani d'aggressione attentatoires alla nostra stabilità continuano sempre e non cesseranno. Infatti, dopo avere spezzettato e distrutto ha numerato di paesi del Machreq arabo, ecco che se ne prendono oggi al suo lato occidentale. L'ultimo in data riguarda le manovre orchestrate contro l'integrità territoriale del vostro secondo paese, il Marocco„, ha sottolineato suo maestà il re.

Nulla nuovamente, poiché gli avversari del Marocco spiegano tutti i mezzi, diretti ed indiretti, nelle loro orme ovvie, ha segnalato il sovrano, aggiungendo che tentano, secondo le congiunture, sia di délégitimer la presenza del regno in suo Sahara, sia di sostenere l'opzione dell'indipendenza e la tesi separatista, o anche indebolire l'iniziativa d'autonomia fra cui la Comunità internazionale attesta la serietà e la credibilità.

“Con la persistenza di questi maneggi, il mese d'aprile, che coincide con le riunioni del consiglio di sicurezza sull'affare del Sahara, è diventato uno spaventapasseri che si agita alla faccia del Marocco e, a volte, un mezzo di pressione o d'estorsione", ha fatto sapere il sovrano.Dans ce qui suit le testo integrale du discorso reale :

"Elogio a Dio.

Pace e preghiera sul profeta.

La sua famiglia ed i suoi compagni.

Mia Frères, le vostre maestà, le vostre Altezze, eccellenze,
Vengo oggi, il cuore pieno d'affezione e d'orgoglio, quelle stesse che considero ogni volta che me rendo nella regione del golfo arabo.

Ma vorrei, innanzitutto, esprimere i miei ringraziamenti a nostro fratello, il servo delle due moschee sante, il re Salmane bin Abdelaziz Al-Saoud, che ha voluto accogliere quest'importante vertice, come pure a tutti i capi di stato dei paesi del Consiglio di cooperazione del golfo, che vi partecipano.

Tengo anche a a dirli quanto sono fiero e sensibile al sostegno materiale e morale che portate al Marocco, nella realizzazione dei suoi progetti di sviluppo e la difesa delle sue cause giuste.

Infatti, la nostra riunione oggi traduce la profondità dei legami di fraternità e di considerazione che li collegano, e la solidità delle relazioni di cooperazione e di solidarietà che esistono tra i nostri paesi.

Nonostante le distanze geografiche che separano i nostri paesi, rimaniamo uniti, grazie a dio, con legami solidi, che non si basano soltanto sulla lingua, la religione o la civilizzazione, ma che si sostengono anche su un attaccamento comune agli stessi valori e principi e gli stessi orientamenti costruttivi.

Condividiamo anche le stesse sfide e affrontiamo le stesse minacce, soprattutto nel dominio securitario.

Ma perché questo vertice, il primo del genere? E perché oggi precisamente?

I miei fratelli, le vostre maestà, le vostre Altezze,

Siamo riusciti, grazie alla nostra volontà comune, a porre le fondazioni solide di un partenariato strategico, derivato da un processo proficuo di cooperazione a livello bilaterale.

Infatti, il partenariato tra il Marocco ed i paesi del golfo non è il prodotto di interessi congiunturali o di calcoli transitori. Attinge piuttosto la sua forza nella fede sincera nella Comunità di destino e l'accordo dei punti di vista che riguardano le nostre cause comuni.

Ci riuniamo dunque oggi per dare un forte impulso a questo partenariato, che ha raggiunto tale grado di maturità che dobbiamo, ormai, sviluppare il quadro istituzionale ed i meccanismi operativi.

È la migliore dimostrazione che l'azione araba comune non si realizza a colpi di riunioni e di discorso, né tramite vertici periodici di forma, o di risoluzioni molto pronte, ma inapplicabili.
 
In compenso, richiede sforzi sostenuti ed una cooperazione tangibile, come pure il rafforzamento e lo sfruttamento giudizioso delle esperienze riuscite, di cui ed in sommo grado, l'esperienza pioniera del Consiglio di cooperazione degli stati del golfo arabo.

È un messaggio di speranza per noi stessi, ed un segnale forte per i nostri popoli quanto alla nostra capacità di elaborare progetti mobilisateurs comuni.

Maestà, Altezze,

Questo vertice si tiene in una congiuntura delicata. La regione araba vive, infatti, al ritmo di tentativi di cambiamento di regimi e di divisione degli stati, come è il caso in Siria, in Iraq ed in Libia, con tutto ciò che ciò comporta come macelli, esodi ed espulsioni di bambini della patria araba.

Dopo ciò che fu presentato come una primavera araba che ha causato tante devastazioni, desolazioni e di drammi umani, noi ecco vivere oggi un autunno disastroso, con l'intenzione di fare mano bassa sulle risorse degli altri paesi arabi e rompere le esperienze riuscite di altri stati, come il Marocco, minacciando il suo modello nazionale originale che lo distingue.
 
Rispettiamo la sovranità degli stati e rispettiamo le loro scelte ed i loro orientamenti, per stabilire e sviluppare le loro relazioni con i partner che vogliono. Non siamo qui per chiedere, gli uni agli altri, conti sulle nostre scelte politiche ed economiche.

Ci sono tuttavia nuove alleanze che rischiano di condurre a divisioni e ad una ridistribuzione delle carte nella regione. Sono, in realtà, tentativi mirando a suscitare la discordia e creare un nuovo disordine non che salva alcun paese, con ripercussioni pericolose sulla regione, o sullo stato del mondo.
 
Da parte sua pur restando attaccato alla preservazione delle sue relazioni strategiche, il Marocco lo cerca però, quest'ultimi mesi, di differenziare i suoi partenariati, tanto a livello geopolitico che al piano economico.
 
Ed è in questo quadro che appare la nostra visita riuscita in Russia, il mese scorso, visita segnata dallo sviluppo delle nostre relazioni issate al livello di partenariato strategico approfondito e dalla firma di accordi che strutturano in numerosi domini vitali.

Ci incamminiamo anche verso il lancio di partenariati strategici con l'India e la repubblica popolare cinese, dove ci renderemo in visita ufficiale presto, se Dio lo vuole.

Il Marocco è libero nelle sue decisioni e le sue scelte e non è la riserva di caccia di alcun paese. Resterà fedele ai suoi impegni nei confronti dei suoi partner, che non dovrebbero vedere alcun danno ai loro interessi.

È dire che la tuta di questo vertice non è diretta contro nessuno in particolare, soprattutto fra i nostri alleati. È un'iniziativa naturale e logica da parte di stati che difendono i loro interessi, come lo fanno tutti gli stati. È un fatto che i nostri fratelli del golfo sopportano il costo e le conseguenze delle guerre successive che conosce la regione.

Maestà, Altezze,

La situazione è grave, soprattutto nei confronti della confusione palese nelle prese di posizione e della doppia lingua nell'espressione dell'amicizia e dell'alleanza, parallelamente ai tentativi di pugnalate nel dorso.
Cosa vogliono di noi?

Affrontiamo lotti che mirano a minacciare la nostra sicurezza collettiva. Questo è chiaro e non ha bisogno d'analisi. Ne vogliono a ciò che resta dei nostri paesi, che hanno potuto preservare la loro sicurezza, la loro stabilità e la perennità dei loro regimi politici.

Intendo con ciò, gli stati del golfo arabo, il Marocco e la Giordania, che costituiscono un porto di pace e di sicurezza per i loro cittadini, ed un elemento di stabilità nel loro ambiente.

Affrontiamo gli stessi pericoli, alle stesse minacce, così variate che ne siano le fonti e le manifestazioni.

Infatti, la difesa della nostra sicurezza non è soltanto un dovere comune, è una ed indivisibile. Infatti, il Marocco ha sempre considerato che la sicurezza e la stabilità dei paesi del golfo arabo sono indissociabili della sicurezza del Marocco. Ciò che vi arreca pregiudizio ci influisce anche ed e questo li tocca li tocca anche.

Si è sempre preoccupato di mostrarlo sempre ed in qualsiasi circostanza contrastando tutte le minacce alle quali la regione è confrontata, che sia in occasione della prima guerra del golfo o in occasione dell'operazione di restauro della legalità in Yemen, oltre alla cooperazione continua in materia di sicurezza e di informazioni.

Mia Frères, le vostre maestà, le vostre Altezze,
 
I piani d'aggressione attentatoires alla nostra stabilità continuano sempre e non cesseranno. Infatti, dopo avere spezzettato e distrutto ha numerato di paesi del Machreq arabo, ecco che se ne prendono oggi al suo lato occidentale. L'ultimo in data riguarda le manovre orchestrate contro l'integrità territoriale del vostro secondo paese, il Marocco.

Nulla nuovamente, poiché gli avversari del Marocco spiegano tutti i mezzi, diretti ed indiretti, nelle loro orme ovvie.

Tentano, secondo le congiunture, sia di délégitimer la presenza del Marocco in suo Sahara, sia di sostenere l'opzione dell'indipendenza e la tesi separatista, o anche indebolire l'iniziativa d'autonomia la cui Comunità internazionale attesta la serietà e la credibilità.

Con la persistenza di questi maneggi, il mese d'aprile, che coincide con le riunioni del consiglio di sicurezza sull'affare di Sahara, è diventato uno spaventapasseri che si agita alla faccia del Marocco e, a volte, un mezzo di pressione o d'estorsione.

Maestà, Altezze,

Cogliamo quest'occasione per esprimervi l'orgoglio e la considerazione che ci ispira il vostro sostegno costante al nostro paese nella difesa della sua integrità territoriale. Infatti, i paesi del golfo hanno sempre fatto il loro affare di Sahara Marocchino e ciò non li sorprende affatto da parte vostra.
 
Poiché, già, nel 1975, ha partecipato al Marche Verte lanciata all'epoca per il recupero delle nostre province del Sud, delle delegazioni dell'Arabia Saudita, del Kuwait, di Qatar, del sultanato di Oman e degli emirato, con la presenza significativa di nostro fratello, Sue Altezze Cheikh Mohammed Bin Zayed Al-Nehyane, il principe ereditario di Abou Dhabi, che aveva 14 anni all'epoca.

Da allora, gli stati del golfo non hanno fornito alcuno sforzo per fare trionfare la nostra causa appena e difendere la sovranità del Marocco su tutto il suo territorio. Una posizione che avete ribadito durante l'ultima crisi con il segretario generale delle Nazioni Unite.
Ma questa volta, la situazione è grave e nuova nella storia di questo conflitto artificiale suscitato attorno alla marocanité del Sahara.
 
Le cose sono arrivi al punto da impegnare una guerra per procura dove il segretario generale delle Nazioni Unite è strumentalizzato per provare a pregiudicare i diritti storici e legittimi del Marocco che riguardano suo Sahara, come ne testimoniano le dichiarazioni parziali del responsabile dell'ONU ed i suoi rapporti d'affari inaccettabili afferente al Sahara Marocain.

Ma ne non stupite poiché dal momento che si conoscono le ragioni, non ci sono più misteri. Infatti, cosa può fare il segretario generale mentre ammette non essere al corrente completa della cartella di Sahara Marocain, come è il caso di numerosi altri affari? Meglio ancora, ignora il dettaglio degli sviluppi ed i veri sotto della cartella.

D'altra parte, cosa può fare il segretario generale mentre è l'ostaggio di alcuni dei suoi collaboratori e dei suoi consulenti, ai quali delega il controllo della gestione di numero di cartelle importanti, accontentandosi, lui, di applicare le proposte che gli presentano?
 
Si sa anche che alcuni fra questi funzionari hanno percorsi nazionali ed antefatti politici particolari, e che servono gli interessi di altre parti, senza rispetto dell'obbligo di neutralità e d'obiettività al quale sono tenuti a causa della loro appartenenza all'Organizzazione delle Nazioni Unite, e che si trova essere la base dell'azione dell'ONU.

Infatti, il segretario generale, nonostante la stima personale che lui portiamo, è in definitiva soltanto un uomo. Pertanto, gli è impossibile deºcerner tutti gli affari sottoposti alle Nazioni Unite e di trovare le soluzioni che occorrono a tutte le crisi ed a tutte le vertenze che scoppiano nel mondo.

Tengo qui a sottolineare che il Marocco non ha alcun problema né con le Nazioni unite di cui è un membro attivo, né con il consiglio di sicurezza di cui rispetta i membri con i quali interagisce in modo permanente. Il problema è, piuttosto, con il segretario generale, ed in particolare con alcuni fra i suoi collaboratori a causa delle loro posizioni ostili al Marocco.

Egli Marocco ha sempre coordinato, all'argomento questo conflitto suscitato artificiale attorno andò sudò integrità territoriale, stronzo i suoi amici tradizionali, come gli Stati Uniti dell'America, Francia e Spagna, e stronzo i suoi fratelli arabi, in particolare i paesi del golfo, ed africani come egli Senegal, la Guinea, Costa d'Avorio ed egli Gabon.

Ma il problema resta posto con i responsabili delle amministrazioni che cambiano in modo permanente in alcuni di questi paesi.

Ad ogni cambiamento, occorre fare grandi sforzi per informare questi responsabili della cartella del sahara Marocain, di tutte le sue dimensioni e dei suoi veri sotto e ricordare loro che questo conflitto, che dura da oltre quaranta anni, ha fatto numerose vittime ed ha causato di importanti costi materiali, e che la cartella del sahara è l'affare di tutti i Marocchini, e non soltanto quella del palazzo Reale.

Maestà, Altezze,

L'ora della sincerità e della verità ha suonato. Il mondo arabo attraversa un periodo critico poiché che vivono alcuni paesi non costituisce un'eccezione, ma si iscrive piuttosto nel quadro di piani programmati che ci riguardano tutti.

Infatti, il terrorismo non fa che nuocere alla reputazione dell'islam e dei musulmani. Alcuni se ne servono anche come un pretesto a dividere i nostri paesi e per seminare la zizzania.

Questa situazione esige di aprire un dibattito franco e profondo tra i vari riti per correggere le mistificazioni, mettere in luce la vera immagine dell'islam e riattivare i valori di tolleranza che sono nostri.

Non si tratta di un affare legato ad un paese determinato, bensì della nostra necessità di una presa di coscienza collettiva rispetto a queste sfide e di una volontà reale di rinnovare il nostro patto strategico sigillato con i nostri partner secondo termini ben definiti che devono disciplinare le nostre relazioni per i decenni futuri.

Viviamo un periodo cerniera tra ciò che vogliamo e ciò che gli altri vogliono che siamo.

Oggi più che mai, abbiamo bisogno di posizioni unite e chiare che raccolgono tutti i paesi arabi. Poiché, sia ci uniamo gli uni agli altri come una sola entità ed all'immagine di una struttura ben strutturata, sia saremo al contrario di ciò che vogliamo essere.

Che Dio guidi i nostri passi nell'interesse ben compreso dei nostri popoli e del nostro Oumma.

Wassalamou Alaïkoum Warahmatullahi Wabarakatuh."

- Notizia riguardo alla questione del Sahara Occidentale/Corcas-


 

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