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giovedì 28 marzo 2024
 
 
 
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Discorsi reali

Suo maestà il Re Mohammed VI ha indirizzato, mercoledì, un discorso alla nazione in occasione della festa del trono, che coincide quest'anno con il quindicesimo anniversario dell'instaurazione del sovrano.

Ecco il testo integrale del discorso reale:


"Elogio a Dio, preghiera e pace sul profeta, la sua famiglia ed i suoi compagni




Caro popolo,

Celebriamo oggi con altrettanta gioia che d'orgoglio il quindicesimo anniversario della festa gloriosa del trono. È l'occasione annuale per eccellenza per fare il punto sullo stato della nazione.

Non li intendiamo prevalerne appena per esaminare il bilancio delle realizzazioni, poiché così lontano di quanto possano portare, esse rimarranno al di qua di quelle di cui lo riteniamo degno,

Caro popolo,

Vogliamo piuttosto di quanto sia un'opportunità di segnare una pausa, procedere ad un esame di coscienza, ed interrogarli in qualsiasi franchigia, con sincerità ed obiettività, su ciò che occorre iscrivere all'attivo o al passivo del mercato nel quale ci abbiamo impegnato, per abbordare il futuro con serenità, risoluzione ed ottimismo.

Ciò che mi importa, non è tanto il bilancio e le cifre, ma soprattutto e soprattutto l'impatto diretto e qualitativo di quanto le realizzazioni hanno potuto avere sul miglioramento condizioni di vita di tutti i cittadini.

Se è naturale che l'uomo si consegna, ad ogni tappa della sua vita, ad un esercizio d'introspezione, quest'esame di coscienza si afferma piuttosto come una necessità per il vostro primo servo, la cui missione è di vegliare al benessere di più di 35 milioni di Marocchini.

Infatti, questo carico supremo che me spetta come il re di tutti i Marocchini, lo induce ad interrogarmi ogni giorno, o sempre, ed in occasione di ogni iniziativa, inducendola a riflettere e consultare prima di prendere ogni decisione sulle questioni che preoccupano la patria o i cittadini.

Le nostre scelte sono giudiziose? Quali sono le azioni da accelerare, rettificare o riadattare? Quali sono i cantieri e le riforme da mettere per strada?

Credere che si ha sempre ragione, o che non ci si fuorvia mai, è aprire la via agli slittamenti ed alle derive della vanità.

Siamo dunque tutti in diritto di chiederci: le realizzazioni e le manifestazioni di progresso che osserviamo hanno avuto l'impatto diretto scontato sulle condizioni di vita dei Marocchini? Il cittadino marocchino, indipendentemente dalla sua situazione materiale o sociale, e dove che si trova, nel villaggio e nella città, sente un miglioramento concreto il suo in vissuto quotidiano, grazie a questi cantieri ed a queste riforme?

Quest'interrogazioni non fanno che tradurre la nostra ricerca permanente d'efficacia e dei mezzi più indicati perché tutti i Marocchini, senza distinzione nessuno, possano beneficiare delle varie realizzazioni che sono compiute.

Ma quest'interrogazione e questa pausa introspettiva non sono affatto sinonime di dubbio, d'esitazione o d'offuscamento nella visione. Al contrario: la nostra via è limpida, le nostre scelte precise e con maturità ragionate. Poiché sappiamo che siamo, ciò che vogliamo e verso dove andiamo.

Caro popolo,

Fare il punto della situazione della nazione ci offre l'opportunità di apprezzare la portata dei progressi registrati, usando di tutti i meccanismi conosciuti che permettono di misurare quest'evoluzioni.

C'è stato già dato di procedere nel 2005 ad una pausa introspettiva, incarnata dalla relazione delle cinquantenne, che ha permesso di valutare le realizzazioni, di identificare le disfunzioni e circoscrivere le aspirazioni dagli inizi dell'indipendenza, in attesa di stabilire politiche pubbliche più efficaci.

Oggi, quindici anni dopo il nostro accesso al trono, mi sembra necessario rinnovare questa pausa nazionale.

In realtà, specializzati ed osservatori nazionali ed internazionali decidono tutti che il Marocco ha conosciuto, nel corso di questo periodo, grandi proiezioni nei campi più variati.

Infatti, nessuno può negare l'evoluzione democratica del nostro paese, incarnata in particolare dalla costituzione del 2011, il sistema dei diritti dell'uomo e delle libertà di cui dispone, e la messa in funzione del cantiere della regionalizzazione avanzata. Tuttavia l'impatto concreto di queste riforme e bene di altro è dipeso dalla loro concretizzazione ed alla mobilizzazione di elite qualificate per garantire l'attuazione.

Non si possono neppure passare sotto silenzio le grandi infrastrutture che sono nato. Era possibile, ad esempio, che i Marocchini, io il primo, possano immaginare che il loro paese possiede il più grande porto del bacino mediterraneo ed il importante parco d'energia solare al mondo? Era possibile per un cittadino prendere in prestito l'autostrada per recarsi da Agadir ad Tanger o di El Jadida a Oujda?

Così, sul piano economico, il tasso di crescita ha conosciuto una progressione sensibile grazie all'adozione di piani settoriali ambiziosi, come il Piano verde, il Piano emergenza industriale e di altri ancora.

Ma, questa proiezione non si è fatta a scapito della promozione dello sviluppo umano. Al contrario, i beneficiari dei programmi là afferenti attestano del loro impatto diretto sul miglioramento delle loro condizioni di vita e del loro ruolo nella lotta contro la povertà, l'esclusione e la marginalizzazione nel nostro paese.

 La questione che resta posta è la seguente: cosa abbiamo trasformato i progressi che abbiamo realizzato? Hanno contribuito soltanto ad aumentare il livello di consumo, o sono stati messi al servizio della prosperità comune di tutti i Marocchini? O anche: dans quelle mesure queste proiezioni si sono tradotte con il miglioramento del tenore di vita dei nostri compatrioti?

Caro popolo,

Crediamo che il modello di sviluppo marocchino abbia raggiunto una soglia di maturità che li autorizza ad adottare criteri avanzati e più aguzzi per valutare la pertinenza delle politiche pubbliche e la portata del loro impatto effettivo sulla vita dei cittadini.

Questa valutazione è stata confermata dalla Banca mondiale che ha mostrato che il valore globale del Marocco ha conosciuto, in questi ultimi anni, un aumento sensibile, soprattutto grazie allo sviluppo principale del suo capitale immateriale.

Ma il capitale immateriale si afferma ormai come uno dei parametri più recenti che sono stati presi in considerazione a livello internazionale per misurare il valore globale degli stati e delle imprese.

Poiché ciascuno sa, i criteri che gli specialisti dell'economia e finanze utilizzano per misurare la ricchezza hanno conosciuto molte evoluzioni.

Così, il valore globale degli stati era calcolato precedentemente in funzione delle loro risorse naturali, quindi contabilizzata sulla base fin da dati legati al PIL, che riflette, a sua volta, il tenore di vita del cittadino.

In seguito è intervenuta l'adozione degli indicatori di sviluppo umano per determinare il livello di prosperità nei popoli, e vedere in quale misura questi popoli approfittano delle ricchezze dei loro paesi.

È negli anni 90 del secolo scorso che il capitale immateriale ha iniziato ad essere integrato come una delle componenti fondamentali di valutazione della ricchezza, prima di essere adottati ufficialmente come parametro scientifico dalla Banca mondiale nel 2005.

Questo criterio permette di integrare nel modo di calcolo, i vantaggi che non sono stati esaminati negli approcci finanziari classici.

Si tratta in questo caso di misurare il capitale storico e culturale di qualsiasi paese, parallelamente alle altre caratteristiche che lo distinguono, in particolare il suo capitale umano e sociale, la fiducia, la stabilità, la qualità delle istituzioni, l'innovazione e la ricerca scientifica, la creazione culturale ed artistica, la qualità della vita e dell'ambiente, e di altri elementi ancora.

Così, ad esempio, la sicurezza e la stabilità costituiscono la base della produzione e della ricchezza. Inoltre la fiducia e la credibilità sono essenziali per stimolare l'investimento. Tuttavia, non si trova da nessuna parte traccia di questi vantaggi nel valore globale degli stati.

La Banca mondiale aveva già realizzato, nel 2005 e 2010, due studi per misurare la ricchezza globale di circa 120 stati, fra cui il Marocco. Il nostro paese vi è stato classificato nelle prime file su scala africana, che precedono di gran lunga alcuni paesi della regione.

Ma prendendo conoscenza delle cifre e delle statistiche che appaiono nei suddetti studi e che mettono in evidenza l'evoluzione della ricchezza del Marocco, me interrogo, con i Marocchini, non senza stupefazione: Dove è questa ricchezza? Tutti i Marocchini ne hanno approfittato, o soltanto alcune categorie? La risposta a quest'interrogazioni non esige analisi approfondite. E se il Marocco ha conosciuto proiezioni tangibili, la realtà conferma che questa ricchezza non va a vantaggio di tutti i cittadini. Infatti, rilevo, in occasione dei miei tondi d'informazione, alcune manifestazioni di povertà e di precarietà, poiché noto l'ampiezza delle disparità sociali tra i Marocchini.

Quindi e per adottare la piena misura della situazione, invitiamo il Consiglio economico, sociale ed ambientale, in collaborazione con Bank Al Maghrib e le istituzioni nazionali interessate, ed in coordinamento con le istituzioni internazionali specializzate, ad intraprendere uno studio che permette di misurare il valore globale del Marocco tra 1999 e fine 2013.

L'oggetto di questo studio non è soltanto di fare emergere il valore del capitale immateriale del nostro paese, ma anche e soprattutto di sottolineare la necessità di trattenere questo capitale come criterio fondamentale nell'elaborazione delle politiche pubbliche, e ciò, affinché tutti i Marocchini possano beneficiare delle ricchezze del loro paese.

Attendiamo da questo studio che pone una diagnosi oggettiva della situazione, e che presenta raccomandazioni pratiche per il suo miglioramento.

E perché la relazione finale non resti lettera morta, o soltanto una materia per consumo mediatico, abbiamo deciso che la più ampia diffusione possibile gli sia garantita. Chiamiamo il governo, il Parlamento, tutte le istituzioni interessate e le forze vive della nazione, a dedicarsi alle raccomandazioni costruttive che appaiono nella relazione, ed operare per garantire l'attuazione.

Nella misura in cui la valutazione della ricchezza immateriale è considerata come un attrezzo d'appoggio al processo decisionale, riteniamo importante che il censimento generale della popolazione, previsto quest'anno, parli degli indicatori relativi al capitale immateriale del Marocco, nelle sue varie componenti.

Caro popolo,

La nostra azione per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini ha uguale soltanto una nostra volontà di garantire la loro sicurezza spiritosa e consolidare il modello marocchino in materia di gestione della cosa religiosa.

Questo modello originale, fondato sulla Commanderie di che crede che è il riferimento, e sul rito Malékite, è il prodotto delle riforme profonde che abbiamo condotto nel corso degli ultimi quindici anni, per garantire il livellamento e la cornice del campo religioso.

È un paradigma che ha per vocazione di fissare il cittadino e la società contro i demoni dell'estremismo, della piega su di sé e dell'ignoranza. Di conseguenza, occorre proteggere le moschee di qualsiasi instrumentalisation, tanto più che sono spazi di culto, d'orientamento, d'orientamento e d'alfabetizzazione.

Ed è precisamente l'obiettivo della carta del Oulémas del 2008, come rafforzata da   il piano di sostegno   per la cornice religiosa locale, di cui abbiamo dato il calcio di inizio recentemente, e che è garantita da più di 1300   Imams-Morchides   officiante in tutte le regioni del regno.

Questo modello si basa anche sulla volontà di dispensare una formazione scientifica e religiosa illuminata. Questa deve essere impregnata dei valori che raccomandano la moderazione, il mezzo giusto e la preservazione delle costanti islamiche, parallelamente ed in concomitanza con lo sforzo immaginativo del Ijtihad e l'apertura di spirito. Poiché si tratta di vegliare ad un accordo perfetto tra la nostra religione santa e le nostre scelte nazionali, come pure gli imperativi dei tempi moderni.

Ecco perché il modello marocchino di gestione degli affari religiosi è apprezzato al suo valore giusto e fatto l'oggetto di un interesse sostenuto a livelli continentale ed internazionale.

A tale riguardo, riteniamo importante che l'esperienza marocchina possa essere messa a disposizione dei paesi fratelli che condividono con il Marocco l'attaccamento agli stessi principi e valori spiritosi, e che hanno espresso il desiderio di beneficiare del modello marocchino, come è il caso della cooperazione in materia di formazione degli imam.

Caro popolo,

Nel quadro della complementarità e della coerenza tra le politiche interne ed esterne del nostro paese, ci preoccupiamo di sfruttare al massimo l'evoluzione del nostro modello di democrazia e di sviluppo per consolidare l'immagine ed il posto del Marocco sulla scena internazionale e difendere gli interessi superiori e le cause giuste del nostro paese.

Nel contesto dei cambiamenti accelerati che conosce il mondo, abbiamo fatto in modo che il modello diplomatico marocchino si basi sulla fiducia in sé, lo spirito di iniziativa, il realismo e l'efficacia, nel rispetto della legalità ed in uno spirito d'apertura, di moderazione e d'attaccamento ai valori universali.

Ecco e questo trasforma il Marocco in un partner efficiente, ascoltato ed usufruendo di un capitale di fiducia e di credibilità. È questa posizione privilegiata che cerchiamo, con il concorso di tutte le forze vive del paese, di consolidare a tutti i livelli.

Sul piano magrebino, ribadiamo la nostra determinazione a costruire un'Unione forte che prende appoggio su relazioni bilaterali solide e progetti economici inclusi.

Siamo convinti che il disaccordo non sia un destino inevitabile; è anche qualcosa di normale in tutti i raggruppamenti. Così ad esempio, l'Unione europea ha sempre conosciuto vertenze tra i suoi membri, ma senza che queste divergenze rifiniscano in rottura. Ma e questo è spiacevole, è di persistere a avere un colloquio il disaccordo per fermare il mercato dell'Unione maghrébine.

Indipendentemente dalla portata di questa vertenza, ciò non può giustificare ad esempio la persistenza della chiusura delle frontiere. Infatti, la situazione ha raggiunto una soglia che il cittadino magrebino non comprende né accetta. Tanto e tanto che numero dei miei interlocutori che ho incontrato nel corso dei miei giri in alcuni paesi fratelli, si interrogano con stupefazione sulle ragioni della persistenza di questa chiusura e chiedono la rimozione delle barriere tra i nostri popoli.

Rispondevo loro sempre che il Marocco non ha cessato di chiamare, da oltre sei anni, alla ricerca di un'uscita a questa situazione strana. Ma, tutte le iniziative marocchine responsabili si urtano ad un'intransigenza ed un rifiuto sistematico, che vanno a contro-corrente della logica della storia e della legalità, e che violano i diritti dei nostri popoli in materia di scambio e d'interazione umana e d'apertura economica.

Avendo a cuore di trasformare le relazioni bilaterali nel pilastro della costruzione dell'Unione maghrébine, tengo ad esprimere la mia soddisfazione quanto ai risultati positivi della visita che ho effettuato recentemente in Tunisia, ed all'accoglienza calorosa ed ospedaliera che mi è stata riservata, tanto dal grande popolo tunisino che da parte delle sue istituzioni nazionali, ed alla quale sono stato particolarmente sensibile.

Sono persuaso che la Tunisia proseguirà il processo pacifico in corso per consolidare lo Stato delle istituzioni e garantire ai suoi cittadini sviluppo e prosperità.

Sul piano arabo, la situazione disastrosa che conoscono alcuni paesi della regione sono che desola e profondamente inquietanti.

La crisi in Siria ed in Iraq è soltanto una manifestazione di questa situazione pericolosa che attraversa il mondo arabo, e che si nutrisce delle politiche d'esclusione e dei conflitti confessionali e settari. Si segue un'amplificazione del dramma umanitario di cui soffrono questi due popoli fratelli.

Non si tratta soltanto di una crisi regionale, bensì di un pantano ed una muffa fertile per le forze d'estremismo e di terrorismo più violente e più il menaçantes per la sicurezza dei nostri paesi, o per la sicurezza e la stabilità nel mondo.

Abbiamo il più grande bisogno, oggi, di un sistema arabo coerente, economicamente integrato, politicamente unificato ed armonioso; un sistema che può trasformare il mondo arabo in polo geopolitico pesante del suo peso reale sulle relazioni internazionali ed atto a difendere le cause arabe determinanti.

I legami di fraternità e d'intesa che ci collegano ai nostri fratelli i dirigenti degli stati del Consiglio di cooperazione del golfo, ed il partenariato privilegiato che lega i nostri paesi fratelli, sono altrettante ragioni d'orgoglio per noi.

Per quanto riguarda la questione palestinese, rinnoviamo la nostra condanna energica dell'aggressione israeliana iniqua nella striscia di Gaza.

Segnando la nostra solidarietà concreta con il popolo palestinese fratello in questa prova, siamo stati fra i primi a portare un sostegno materiale alle vittime di questa aggressione. Abbiamo anche aperto gli ospedali marocchini ai feriti ed ai pazienti fra queste vittime per aiutare ad alleviare le loro sofferenze in una congiuntura così delicata.

Ribadiamo anche il nostro sostegno a tutte le iniziative internazionali costruttive per raggiungere una pace appena e duratura sulla base della soluzione dei due stati.

Assumendo la missione suprema che ci spetta difendere Al-Qods Al-Charif, abbiamo opera perché il Comitato Al-Qods che ho l'onore di presiedere, adotti, in occasione della tenuta della sua ventesima sessione a Marrakech, raccomandazioni forti che mirano a sostenere i negoziati di pace e preservare l'identità spiritosa e civilisationnelle di Al-Qods contro le violazioni israeliane illegittime.

D'altra parte, questa sessione ha conosciuto l'adozione del Piano d'azione strategica quinquennale dell'agenzia Bait Mal Al-Qods per sostenere i settori vitali attraverso progetti rigorosi nella loro programmazione ed i loro mezzi di finanziamento.

Per sostenere la resistenza dei nostri fratelli maqdisis sulla loro terra, facciamo in modo che l'agenzia prosegua le sue azioni sul campo, portando loro il sostegno diretto e concreto che è loro necessario e rispondendo alle loro necessità insistenti.

Caro popolo,

Siamo profondamente convinti che l'Africa sia atta a realizzare il suo aumento.

Tuttavia, quest'obiettivo potrà essere raggiunto soltanto se il continente conta sui suoi bambini e sulle sue risorse proprie. Qui, tengo a ribadire ciò che ho detto ad Abidjan: l'Africa deve fare fiducia all'Africa.

Di là, ribadiamo il nostro impegno da adottare nei confronti dei nostri fratelli africani, una politica armoniosa e coerente, fondata sullo sfruttamento comune delle ricchezze, la promozione dello sviluppo umano ed il rafforzamento della cooperazione economica.

Quest'orientamento si illustra attraverso le visite che effettuiamo in un certo numero di paesi africani fratelli, e la portata e la qualità delle convenzioni che sono state firmate in questa occasione, e che costituiscono la base di un modello privilegiato di partenariato Sud-Sud, che vogliamo interdipendente ed efficiente.

D'altra parte, rinnoviamo il nostro impegno a favore della cooperazione tripartita e multilaterale e per partenariati equilibrati e reciprocamente benefici con i paesi del Nord.

Di fronte alla moltiplicazione delle minacce securitarie, in particolare nella regione di Sahel e di Sahara, chiamiamo nuovamente ad una risposta collettiva alle organizzazioni terroristiche, che trovano un alleato nelle bande separatista e le orde che praticano la tratta degli umani ed il traffico di armi e di droghe, a causa della sovrapposizione dei loro interessi rispettivi. Costituiscono indubbiamente la più grande minaccia per la sicurezza regionale ed internazionale.

Tuttavia, se ci giriamo naturalmente verso l'Africa, quest'orientamento non sarà realizzato a scapito delle relazioni di partenariato che collegano il Marocco ai suoi partner internazionali. Apre, piuttosto, prospettive più ampie al partenariato tra gli stati del Nord ed i paesi del Sud.

Perciò, riteniamo che lo statuto avanzato che lega il nostro paese all'Unione europea non è una fine in sé. Costituisce, piuttosto, una tappa importante sulla via di consolidamento di un partenariato maroco-europeo di quanto vogliamo equo ed equilibrato.

Inoltre, il Marocco attribuisce un'importanza capitale al successo dei negoziati in corso per raggiungere un Accordo di libero scambio globale e profondo che deve fungere da quadro ad un più grande ravvicinamento tra il Marocco e l'Europa e ad una migliore integrazione dell'economia marocchina nel mercato interno europeo.

Parallelamente al rafforzamento delle sue relazioni privilegiate con quest'Unione, il Marocco è interessato di differenziare ed allargare le sue relazioni bilaterali con i paesi di questa raccolta.

Nel quadro delle relazioni storiche che legano il Marocco e gli Stati Uniti d'America, ribadiamo il nostro impegno da rafforzare il partenariato strategico tra i due paesi, in particolare attraverso la ricerca di nuovi meccanismi di sostegno all'Accordo di libero scambio e la prosecuzione del dialogo strategico.

A tale riguardo, abbiamo attuato con successo, nel corso della nostra riunione con sua eccellenza il Presidente Barack Obama, nel novembre scorso, a stampare a questo partenariato una dinamica forte, che ha iniziato a portare i suoi frutti, che sia a livello bilaterale o sul piano dell'accordo dai punti di vista sulle questioni regionali ed internazionali d'interesse comune, con, in sommo grado, le questioni di sviluppo e di sicurezza in Africa.

Per rafforzare la politica d'apertura e di diversificazione dei partenariati, vegliamo a consolidare le relazioni secolari che collegano il nostro paese, rispettivamente alla Federazione della Russia ed alla repubblica popolare cinese, che intendiamo visitare, una e l'altra, prossimamente.

A tale riguardo, siamo determinati ad approfondire la dimensione economica del partenariato privilegiato che lega il Marocco a questi due paesi.

Caro popolo,

Abbiamo stampato un tasto particolare ed innovatore alla nostra azione diplomatica, grazie all'indipendenza ed al realismo della nostra politica estera.

Facciamo anche in modo che tutte le forze vive del paese continuino ad implicarsi nella difesa degli interessi superiori della nazione, con in sommo grado, l'integrità territoriale che resta la priorità delle priorità.

La questione di Sahara, come lo ho ribadito più di una volta, è la causa di tutti i Marocchini. È una responsabilità che ci impegna tutti.

A tale riguardo, chiamiamo nuovamente a dare prova ancora e sempre di vigilanza e di mobilizzazione collettiva ed intraprendere le iniziative necessarie per anticipare le manovre degli avversari. Poiché non è più di messa di aspettare o contare sull'altra, o anche attenersi a semplici reazioni.

D'altra parte, ribadiamo il nostro attaccamento alla nostra iniziativa di conferire alle nostre province del Sud uno statuto d'autonomia, iniziativa il cui consiglio di sicurezza, nella sua ultima risoluzione, ha sottolineato di nuovo la serietà e la credibilità.

Tuttavia, non ipotecheremo il futuro della regione, ma vi proseguiremo piuttosto i cantieri di sviluppo e d'ammodernamento, soprattutto avanzando nell'attuazione del modello di sviluppo delle nostre province del sud, su base di un approccio partecipe, di una buona gestione e di progetti coerenti e multidimensionali, aventi vocazione a realizzare lo sviluppo integrato.

D'altra parte, ci prepariamo a predisporree la regionalizzazione avanzata nelle varie regioni del regno, con, in testa, le nostre province del Sud, dato che permette di rispettare le specificità regionali e favorisce una gestione democratica, da parte delle popolazioni della regione, dei loro affari locali, nel quadro del Marocco unificato delle regioni.

Per concludere, rendiamo un vibrante omaggio alle forze eserciti reali, alla polizia reale, alla sicurezza nazionale, all'amministrazione territoriale, alle forze ausiliarie ed alla protezione civile per la loro mobilizzazione costante, sotto il nostro ordine, per difendere l'integrità, la sicurezza e la stabilità del paese.

Evochiamo con ricordo e rispetto la memoria immacolata di nostro Auguste Grand-Père e di nostro padre famoso, fuoco la sua maestà il re Mohammed V e fuoco la sua maestà il re Hassan II, e quella di tutti i martiri valorosi della patria, soltanto dio i consulenti legali, in riconoscimento dei grandi sacrifici che hanno consentito per la dimensione e la sovranità della nazione.

Fedele alla loro memoria eterna, proseguiremo la realizzazione dei cantieri di sviluppo e d'ammodernamento per garantire, con la volontà divina, le condizioni di una vita libera e degna a tutti i nostri cittadini, dove che si trovano, nel quadro dell'unità, della sicurezza e della stabilità.

"Il mio signore, fa di questa città un asilo sicuro. Accorda ai suoi abitanti frutti come prodotti alimentari". Veritiera è la parola di Dio.

"Wassalamou alaikoum warahmatoullahi wabarkatouh".

- Notizia riguardo alla questione del Sahara Occidentale / Corcas -

 

 

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