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venerdì 29 marzo 2024
 
 
 
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In primo piano

L’ambasciatore del Marocco presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, Omar Zniber, ha messo a nudo, prove a sostegno, le controverità e le elucubrazioni chimeriche e menzognere Gare colte dall’Algeria in occasione di ogni sessione del Consiglio dei diritti dell’uomo (CDU) dell’ONU sulla questione del Sahara marocchino.


In una lettera inviata alle missioni diplomatiche accreditate a Ginevra in vista della 46a sessione dell’UNHRC, Zniber ha richiamato l’attenzione sul carattere distorto e politicamente motivato della dichiarazione "che, in ogni sessione, è un bersaglio e un attacco indebito del Regno del Marocco in relazione alla disputa regionale sulla questione del Sahara", denunciando la strumentalizzazione politica di tale questione da parte di un gruppuscolo che agisce su iniziativa dell'Algeria per deviare i dibattiti del Consiglio.
 
In questa lettera, Zniber ha fornito una panoramica storica del processo di completamento dell’integrità territoriale del Regno, della disputa artificiale intorno al Marocco e degli sforzi credibili compiuti dal Regno per chiudere questo conflitto che è solo il residuo della guerra fredda.

In questo senso, ha ricordato che questa disputa regionale è nata dalla divisione del territorio del Regno del Marocco in parti separate, dalle potenze coloniali, rilevando che dopo la fine del protettorato francese il Marocco ha recuperato la sua integrità territoriale per tappe, la provincia di Tarfaya nel 1958, quella di Sidi Ifni nel 1969 e infine le sue province del Sahara nel 199 75, da un accordo bilaterale con la Spagna, debitamente registrato presso le Nazioni Unite, a seguito del parere consultivo espresso il 16 ottobre 1975, su richiesta del Marocco, dalla Corte internazionale di giustizia, ritenendo che il Sahara non fosse una terra nullo e che le sue popolazioni hanno prestato, senza sosta, fedeltà ai re del Marocco.

A seguito dell'accordo di Madrid, il recupero e l'integrazione delle province del Sahara è stato oggetto di una controversia artificiale, provocata per ragioni geopolitiche, dall'Algeria e dal regime libico di Gheddafi, in relazione alle implicazioni della guerra fredda, alla loro ambizione egemonica e al loro antagonismo ideologico con le scelte sovrane del Marocco sulla scena internazionale. ...

Da allora, circa mezzo secolo fa, ha osservato l’ambasciatore, l’Algeria, con mezzi militari, diplomatici e finanziari, sostiene le milizie separatiste armate del Polisario, create per opporsi all’integrità territoriale del Regno del Marocco in nome della cosiddetta lotta contro il colonialismo e per l’autodeterminazione.

L’onorevole Zniber ha voluto precisare che il Polisario non ha avuto alcuna esistenza prima che il Marocco iniziasse il recupero delle sue province e non si è mai manifestato durante l’occupazione coloniale. "E’ semplicemente l’emanazione di ambizioni geopolitiche inconfessate, ma anche ovvie agli occhi di tutti", ha proseguito.

Per quanto riguarda il principio di autodeterminazione che i dirigenti algerini dichiarano di voler difendere, ha ricordato che, come prova del loro coinvolgimento diretto e interessato e in totale contraddizione con questo principio, gli stessi dirigenti algerini non hanno esitato a presentare, nel 2001, all’Inviato personale del Segretario generale, James Baker, un documento che proponesse apertamente la divisione delle province interessate, in una riunione a porte chiuse a Houston.

Si tratta quindi di una grave contraddizione con il loro presunto impegno a favore dell’autodeterminazione, oltre al fatto che questa proposta consisteva, in modo flagrante, nel separare le popolazioni e le famiglie da frontiere fittizie.

Per quanto riguarda la lotta contro il colonialismo, ha affermato che il Marocco ha combattuto duramente per decenni, non solo sul proprio territorio, ma anche con il sostegno militare, finanziario e diplomatico a numerosi paesi africani fratelli, in primo luogo l’Algeria.

Ha inoltre ricordato che il Marocco ha incoraggiato e sostenuto direttamente la lotta eroica condotta dal popolo sudafricano contro il regime dell’apartheid, con la leadership dell’eroe mondiale Nelson Mandela.

Inoltre, dal 2007, su richiesta delle Nazioni Unite, il Marocco ha presentato una proposta volta a risolvere definitivamente la controversia sul Sahara, con un’iniziativa di autonomia che da allora vince l’adesione di gran parte della Comunità internazionale, ha sottolineato, sottolineando che il Consiglio di sicurezza, con le sue molteplici risoluzioni che hanno seguito, considera questa iniziativa come la "via credibile e seria" per risolvere tale controversia, salvaguardando l’integrità territoriale del Marocco e offrendo gli accomodamenti necessari.

Si tratta quindi, nella pratica e nella sostanza, del diritto del popolo marocchino di preservare la propria integrità territoriale, principio fondato sulla Carta delle Nazioni Unite e sancito anche come corollario nella risoluzione 1514 che definisce il diritto all’autodeterminazione, ha affermato Zniber.

E ricordate: la maggior parte delle controversie territoriali risolte dalle Nazioni Unite si è fatta, con la stragrande maggioranza, nel rispetto del principio dell’integrità territoriale e solo tre casi su più di 25 sono stati risolti mediante referendum e non hanno dovuto affrontare la problematica di un processo di identificazione del corpus elettorale.

"Pur ignorando volontariamente questi principi fondamentali, un gruppo ristretto e isolato, presenta, in ogni sessione del Consiglio dei diritti dell’uomo e su iniziativa dell’Algeria, una dichiarazione ostile, infondata e contraria a tutte le realtà, che presenta lo statuto del Sahara come territorio occupato e sostiene, senza alcuna prova, che vi si esercitano restrizioni alle libertà e ai diritti dell’uomo", ha detto.

Per il diplomatico marocchino, questa dichiarazione, ripetitiva e lontana dai fatti, dà sempre una lettura troncata e falsa delle decisioni del Consiglio di sicurezza e delle successive relazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite, che riconoscono nel modo più formale la validità dell’iniziativa marocchina di autonomia come "credibile e seria".

Contrariamente alle pratiche note nella maggior parte dei paesi del gruppo ostile, l’iniziativa di autonomia promossa dal Marocco è la testimonianza della sua apertura democratica e del riconoscimento delle specificità e della gestione locale dei loro affari da parte delle popolazioni interessate, ha sottolineato l’ambasciatore.

Ha poi sottolineato che, nonostante il carattere sereno e positivo che deve presiedere ai dibattiti del Consiglio dei diritti dell'uomo, i paesi ostili della dichiarazione contro il Marocco costituiscono un gruppo limitato e che negli ultimi anni è notevolmente diminuito con il ritiro della metà dei suoi membri.

Infatti, ha precisato, la metà delle delegazioni precedentemente appartenenti a questo gruppo, essendo stata convinta dagli sforzi di persuasione, si è resa conto delle realtà e di ciò che rappresentano le milizie separatiste del Polisario, manipolate contro il Marocco.

L’onorevole Zniber ha ricordato che questo gruppo separatista è coinvolto in violazioni dei diritti umani e nell’arruolamento dei bambini nelle milizie militari, senza contare gli abusi massicci degli aiuti umanitari debitamente e ufficialmente documentati dalle agenzie internazionali, in particolare la relazione 2015 dell’Ufficio dell’Unione europea per la lotta antifrode (OLAF).

Si è inoltre soffermato sullo sviluppo spettacolare e di grande portata che hanno conosciuto le province sahariane da quando sono rientrate nel dominio nazionale a vantaggio delle popolazioni che gestiscono da sole i frutti di questi sviluppi attraverso i loro rappresentanti democraticamente eletti, un movimento associativo e una società civile, rappresentati da centinaia di ONG credibili e integri.

Ha poi ricordato che il processo di sviluppo è accompagnato da numerosi accordi internazionali con i paesi partner, che si occupano anche del progresso economico in queste province.

Per quanto riguarda l’esercizio delle libertà e la situazione dei diritti dell’uomo nelle province meridionali, esse sono oggetto di un’interazione onesta, attiva e sostanziale con i pertinenti meccanismi del Consiglio dei diritti dell’uomo, che hanno visitato più volte tali province, nonché le sezioni competenti in materia dell’Alto Commissariato per i diritti dell’uomo, ha sottolineato Zniber.

Ha ricordato che le province del Sahara nel sud del Marocco si trovano in una situazione stabile e perfettamente normale, dispongono di aeroporti internazionali e sono regolarmente visitate dagli Inviati personali del Segretario generale delle Nazioni Unite, da varie procedure speciali del Consiglio dei diritti dell’uomo, da numerose delegazioni di diplomatici e parlamentari stranieri, nonché da rappresentanti di ONG internazionali e di una moltitudine di rappresentanti dei media e della stampa internazionale, che vi si incontrano in particolare i comitati regionali del Consiglio nazionale dei diritti dell’uomo (CNDU).

Nel 2015 l'Alto Commissariato ha inoltre inviato una missione tecnica in cui hanno potuto incontrare i rappresentanti della popolazione locale e tutti gli attori della vita sociale ed economica.

Confortato dall’esattezza della sua causa nazionale e dal sostegno schiacciante delle popolazioni, "il Marocco non impedisce ai pochi attivisti separatisti che vivono nelle province meridionali di muoversi, facendo propaganda diretta, proprio qui, fisicamente, a Ginevra, pur essendo titolari di documenti di viaggio marocchini", ha dichiarato l’ambasciatore, aggiungendo che molti di essi sono elencati come dirigenti del Polisario, e visitano i campi militari di questo gruppo separatista nel territorio del paese confinante con l’est del Regno, in questo caso l’Algeria, che invocano attacchi armati, per poi presentarsi come presunte vittime.

Ha sottolineato l’impegno del Marocco a livello mondiale nell’azione umanitaria e come attore di preservazione e mantenimento della pace ed è così riconosciuto nel suo ruolo di facilitatore della pace, in particolare nella regione del Medio Oriente, in Libia, nel Sahel e, più in generale, per la sua azione di sviluppo su tutto il continente africano.

"Il mio paese sviluppa la cultura del dialogo e del consolidamento della pace, lontano dal cliché della dichiarazione ostile, di cui la maggior parte degli autori, per quanto riguarda il loro bilancio nel campo dei diritti dell’uomo, non può in alcun modo, e senza legittimità, autorizzarsi a colpire il Regno del Marocco", ha aggiunto.

"Oggi il sostegno all’integrità territoriale del Marocco, e quindi al piano di autonomia, è oggetto di un’ampia approvazione, come dimostrano le dichiarazioni solenni e recenti di decine di Stati in tutto il mondo", ha sottolineato Zniber, notando a questo proposito che più di una ventina hanno aperto rappresentanze diplomatiche (consolati generali) nelle città di Laârei Youne e Dakhla, che ora costituiscono un tratto di unione per lo sviluppo regionale e continentale in Africa.

L’ambasciatore marocchino ha affermato a questo proposito che "la dichiarazione ostile, ripetuta continuamente e senza sfumature, non solo non apporta alcun valore ai nostri dibattiti, ma contribuisce ad esacerbare la loro politicizzazione".

Con questa dichiarazione, i suoi principali autori si mantengono in una posizione di ostruzionismo che non contribuisce in alcun modo alla ricerca di una soluzione alla sofferenza delle popolazioni trattenute contro la loro volontà, da decenni, nei campi di Tindouf in Algeria e mai censite, a causa del rifiuto delle autorità algerine e della flagrante inosservanza delle ingiunzioni del Consiglio di sicurezza su questo punto essenziale, ha detto, notando che queste popolazioni sono, purtroppo, prese come parte di una strategia geopolitica destinata al fallimento, con un costo umanitario esorbitante per la Comunità internazionale, che dispone ormai di tutti i mezzi adeguati per porvi fine.

"Le speculazioni, le menzogne e le azioni del gruppo ostile non hanno altro scopo che quello di distogliere il Consiglio dalla sua nobile missione e contribuiscono purtroppo a prolungare l’assenza di qualsiasi prospettiva di integrazione regionale in Africa settentrionale, assumendosi così una pesante responsabilità di fronte alla storia e al futuro dei popoli fratelli di questa regione", ha aggiunto.

Ha ricordato che la questione del Sahara è oggetto di un processo politico di competenza esclusiva del Consiglio di sicurezza che ha accolto con favore nelle sue precedenti risoluzioni e in particolare l’ultima adottata nell’ottobre 2020, il ruolo dei comitati regionali del Consiglio nazionale dei diritti dell’uomo nelle province del sud del Regno.






-Notizia riguardo alla questione del Sahara occidentale/Corcas-

 

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