La risoluzione adottata dal Consiglio di sicurezza, mercoledì, sul dossier del Sahara è stata nuovamente contrassegnata da un rinnovo dell'omaggio per l’iniziativa d’autonomia proposta dal Marocco. Un omaggio ancora più forte rispetto a quello reso durante l'adozione della precedente risoluzione (la 1754).

Due marocchini originari della città di Smara, Mohamed Lamine Ali Salek, 27 anni, ed Ali Salek Abdelwadoud, 20 anni, sono tornati martedì scorso alla madrepatria in provenienza dei campi di Tindouf.

L'Ambasciatore permanente rappresentante del Marocco presso le Nazioni Unite, il sig. El Mostafa Sahel ha sottolineato che il Regno accoglie con soddisfazione la nuova risoluzione (1783) sul Sahara, adottata mercoledì dal Consiglio di sicurezza dell'ONU. 

L'associazione nazionale delle famiglie dei martiri, degli scomparsi e dei detenuti del Sahara marocchino ha inviato a molte ONG italiane delle lettere relative alle "violazioni ed  oltraggi" registrati in questo dossier umanitario, nonché alle pratiche delle autorità algerine e i torturatori del Polisario.

I campi di Tindouf, in Algeria, sono un « santuario di non diritto » e di negazione dell'umanità", ove si perpetuano delle "pratiche degne della triste e celebre epoca della schiavitù dei neri", afferma il giornale del Mali "L'Aube".